LUCARELLI: “Avanti con il 4-2-3-1, leoni sia in casa che fuori. I ragazzi si esaltano nelle difficoltà, vogliono oscurare il 5-0 dell’andata. Sul Coronavirus…”

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Lunghissima conferenza stampa di mister Cristiano Lucarelli a Torre del Grifo, alla vigilia di Catania-Vibonese. Molti i temi toccati dal tecnico livornese, inclusa la tanto chiacchierata diffusione del Coronavirus.

“Emergenza attacco? Quando hai solo una bocca di fuoco diventa problematico perchè la stagione è lunga e possono esserci infortuni, periodi di forma negativi, avversari che marcano il centravanti con raddoppi di marcatura e fatichi a trovare soluzioni alternative. Io preferisco sempre ragionare di reparto. Ad esempio a Benevento nessuno è in doppia cifra ma il reparto offensivo ha realizzato 30 gol. Il nostro modulo aiuterebbe a ragionare in quest’ottica. Poi chi segna, segna. Non ho preferenze. L’importante è cercare di disputare una partita importante dove c’è bisogno di essere concreti come lo siamo stati mercoledì. Biondi? Vien seguito domenicalmente da formazioni di categorie superiori. Ti dà un ventaglio di soluzioni tattiche impressionante con l’umiltà, la gamba e voglia che ha. Può ricoprire tanti ruoli, quando hai un giocatore che ti offre molte soluzioni tattiche è tanta roba. E’ in grado di giocare sia da terzino, che da quinto, esterno alto, mezzala. Qualunque allenatore vorrebbe avere un calciatore così. Domenica, comunque, posso dire che non sostituirà lo squalificato Calapai ma lo farà Salandria”.

“La Vibonese? Incontriamo una formazione che pratica un calcio molto propositivo e riesce a farlo ad altissima velocità con 3-4 giocate codificate. Ma hanno anche dei punti deboli. Squadra fortissima ma come tutte presta il fianco. Abbiamo preparato delle soluzioni che, se fatte bene ed il campo ci aiuta, possono creare qualche difficoltà alla Vibonese, formazione scorbutica, elettrica e con giocatori molto brevilinei. Questa squadra quando riconquista palla si apre immediatamente, se riesci ad intercettare il pallone in quel momento diventi pericoloso. La gara di domani sarà ad alta intensità e velocità, dovremo essere pronti con le gambe e la testa. Modica è un discendente di Zeman, può accadere di tutto se le sue squadre le prendi in giornata, come all’andata, ma anche il contrario. Dipende dal nostro approccio. Se sarà quello di mercoledì avremo dei problemi. Se sarà lo stesso approccio evidenziato con Cavese, Ternana e Reggina avremo invece delle chance maggiori per poterli mettere in difficoltà. Tutte le formazioni hanno dei punti deboli, vediamo se saremo bravi nell’arco dei 95′ a fare emergere le loro debolezze. Massimo rispetto per la Vibonese, che è in salute come lo erano le recenti formazioni affrontate. Più aumenta il coefficiente di difficoltà, più i ragazzi si esaltano”.

“Il 5-0 dell’andata? Io non l’ho vissuto ma so cosa si prova ricordando la cinquina del Monopoli. Io penso che i ragazzi non abbiano bisogno di raccomandazioni particolari. Gli ho fatto vedere il 64′ di Vibonese-Catania, quando i nostri tifosi abbandonano lo stadio. Penso che non ci sia da aggiungere altro. I ragazzi non hanno bisogno di frasi motivanti e tante urla di battaglia. Quella immagine lì è l’emblema di quella giornata e sono convinto che i ragazzi faranno di tutto per oscurare un pò la pesante sconfitta di Vibo. Io cerco di trasferire la mia esperienza di vita e di campo ai miei giocatori, a seconda delle esigenze del momento. C’è la voglia di cancellare un momento che forse è stato quello più difficile se parliamo di campo. Io dico sempre che ci sono delle leggi non scritte. Rivedendo quella gara, riscontrai la volontà d’infierire da parte della Vibonese che avrebbe potuto anche siglare 7-8 gol”.

“Cambio di modulo passando alla linea difensiva a tre contro il 4-3-3 rossoblu? Loro hanno esterni molto larghi, difendere tre contro tre per il passo dei nostri difensori diventerebbe un problema. Noi abbiamo preso una strada, fino a che non rientrano certi effettivi è quella che ci ha dato maggiore garanzia in termini di tenuta di campo e risultati, andiamo avanti così. Chi l’ha più lungo se lo tiri, si dice dalle mie parti (ride, ndr). Noi il piano B della difesa a tre ce l’abbiamo sempre, ma è una soluzione che adottiamo più che altro quando incontriamo avversarie schierate secondo il 3-5-2, quando non riusciamo ad essere attivi e pratici sulle seconde palle. Dobbiamo stare attenti a non avere inferiorità numerica in area di rigore. Solo se si verificano situazioni per le quali ci rendiamo conto che non riusciamo a gestire l’urto dell’avversario, giochiamo con il 3-4-3 o 3-5-2. Attraverso l’utilizzo del 4-2-3-1, invece, tra i quattro attaccanti ne inserisco sempre uno che abbia le caratteristiche per poter fare il quinto di centrocampo all’occorrenza senza ricorrere alle sostituzioni. Possono essere Barisic, Biondi e Manneh ad esempio”.

 “Mazzarani? Ha giocato in condizioni non ottimali perchè si porta dietro un lombosciatalgia che lo condiziona un pò. Chiaramente in un momento di difficoltà dove Beleck non era ancora al 100%, Curcio era infortunato, Capanni era appena arrivato e Barisic in casa abbiamo dei problemi a proporlo perchè non è tra virgolette aiutato, ci siamo rivolti volentieri a Mazzarani perchè continuo a pensare che lui sarà il giocatore che da qui a fine campionato ci risolverà tanti problemi. Non lo posso abbandonare come con Barisic e altri giocatori. Per far funzionare questo gruppo c’è bisogno che tutti sorridano e Mazzarani è calciatore da 10 gol all’anno, lo dice il suo curriculum. Vogliamo riportarlo ad essere una bocca di fuoco. Poi può piacere, a me a volte fa inca**are perchè ha questa indolenza lontana anni luce dal mio modo di intendere il calcio. La squadra oggi dà garanzie, se c’è una corsa da fare in più per il compagno nessuno si tira indietro. Non esiste un problema Mazzarani. Va solo ringraziato ed aspettato, speriamo che gli passi quanto prima questo fastidio. Barisic? Purtroppo non è disponibile. Abbiamo 5 ragazzi della Berretti, qualche acciacchino ma non ci piangiamo addosso. Mbende? Partendo da lontano può essere ancora più pericoloso in area quando affrontiamo squadre che marcano a uomo, ma questo non è il caso della Vibonese”. 

“Picerno-Catania? Avevo paura solo dell’errore individuale, di un eventuale rigore perchè poi il campo lo stavamo tenendo bene anche se ci siamo abbassati troppo. Devo dire che chi ha fatto il suo ingresso in campo nella ripresa ha faticato ad entrare nel contesto della partita. Chi ha giocato dall’inizio, invece, aveva vissuto sulla propria pelle gli errori dei primi 25 minuti ed era stato bravo a capire la gara e ribaltarla. A parte Esposito, gli altri hanno tardato a capire il contesto della partita. Infatti rimanevamo sfilacciati con Mazzarani e Beleck tra il centrocampo e l’attacco, non eravamo pronti per ripartire immediatamente. Il Picerno dopo il 2-1 del Catania ha fatto un colpo di testa nei 60′ rimanenti. Poi si sono messi con il 3-4-1-2 e, avendo giocatori veloci, nel breve qualche problemino ce lo potevano creare. Penso sia stato fisiologico ma non ho visto un assedio da parte del Picerno. Abbiamo respinto tutto, a parte tre punizioni dal limite centrali. C’è stata una pressione ed un possesso palla più appannaggio loro ma ordinaria amministrazione con un avversario in salute che, andato sotto in casa, chiaramente deve cercare di proporre qualcosa per reagire. Uscivamo male in difesa e non aggredivamo nella maniera giusta, ci siamo sfatti sfilare l’uomo alle spalle in occasione dell’1-0, non abbiamo scalato ed il portiere era un pò a metà strada. C’è stata un’altra situazione simile con il salvataggio di Pinto. Loro tiravano fuori un nostro terzino sul loro quinto, Santaniello ci faceva il taglio alle spalle. Quello è il momento in cui terzino e centrali si invertono i ruoli, invece abbiamo portato fuori due uomini, avevamo ritardato coi due mediani la copertura. Con il passaggio alla difesa a tre abbiamo evitato il taglio di un buonissimo giocatore come Santaniello. Tolta la profondità al Picerno, sono diventati più prevedibili. Non era facile ribaltare il match”.

“Difficoltà in zona gol nelle ultime partite? Abbiamo incontrato squadre importanti che si sono posizionate dietro la linea della palla. Noi dobbiamo crescere in cattiveria, presenza, nel portare chili in area di rigore, attaccando la porta in maniera decisa e credendo sempre nell’errore dell’avversario, che spesso in C capita. La squadra sa soffrire. Questo aspetto forse non era così presente negli ultimi tempi. Oggi c’è il piacere di soffrire. Più si soffre e più è bella la vittoria. Quante ne abbiamo perse gare come in situazioni vissute mercoledì? E’ difficile esprimere un bel calcio nel girone C con gli ambienti ed i campi che trovi. Il segreto è avere una difesa granitica e gli attaccanti che la buttino dentro. Mazzone diceva che l’essenza del calcio è fare gol e non subirlo. Aveva ragione. Se la difesa non prende gol sale l’autostima di tutti. Dammi gli attaccanti che la buttano dentro e difensori che non subiscono reti, così a centrocampo anche i ragazzini diventano bravi. Secondo me il centrocampo non è il reparto più importante. Basta sapere difendere e attaccare. E’ una questione di mentalità”.

Odio chi in casa fa il leone e in trasferta se la fa addosso. Non può un contesto esterno incidere, il campo è uguale ovunque. Ragioniamo su quello, non se hai lo stadio chiuso, 20mila persone al seguito o mille. E’ da deboli farsi condizionare da ciò che è esterno al campo di gioco. Undici siamo noi, undici loro. Tatticamente fuori casa trovi anzi maggiori spazi, perchè a Catania gli avversari si chiudono e diventa più complicato. In trasferta per me è sempre un’occasione, le gare le preparo alla stessa maniera. Non bisogna sentirsi smarriti e abbandonati, ma ci sono vantaggi da valorizzare e sfruttare in trasferta che le partite casalinghe non ti danno. Domenica ospitiamo un avversario che gioca a calcio, vedremo. Noi abbiamo avuto un calendario difficile con le grandi in casa e scontri diretti fuori. Tra le mura amiche abbiamo incontrato Potenza, Ternana, Reggina, Monopoli e fuori Virtus Francavilla, Cavese… calendario severo ma devo dire che i ragazzi hanno fatto bene. In casa siamo tra le prime della classe in termini di rendimento”.

“Coronavirus? La salute viene prima di tutto. Questo virus si diffonde più facilmente degli altri ma non è mortale se non ci sono delle complicazioni in persone che hanno già delle patologie, e comunque il tasso di mortalità è inferiore alla normale influenza. Odio fare demagogia ma ho letto che a Taranto muoiono 1.500 bambini di tumore ogni anno. Ti viene sempre il sospetto che dietro ogni situazione ci sia un interesse. Vediamo, cerchiamo di capire. Però, per l’amor di Dio, giustissimo prendere tutte le precauzioni del caso ma va considerato anche che in Italia non tutte le persone hanno la capacità di capire le situazioni. Trovi supermercati presi d’assalto. Bisogna spiegare alla gente come gestire questa cosa. Con parole semplici, spicciole, da popolo per farle comprendere. Se no la gente va in difficoltà ed è presa dal terrore, poi si commettono delle azioni deleterie”.

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