ESCLUSIVA – Ambrosi: “Gaucci avrebbe portato il Catania in A. Un’impresa riuscire a far disamorare la città. Serve un progetto serio”

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Alessandro Ambrosi

Pochi mesi vissuti a Catania nel 2001, ma intensi ed a suon di gol. L’ex bomber Alessandro Ambrosi è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com. Riflessioni sul momento attuale del Catania, con un pensiero iniziale rivolto alla figura di Luciano Gaucci:

Alessandro, quale ricordo conservi della figura di Luciano Gaucci?
“Il mio primo impatto col Catania fu proprio tramite il Presidente, ci vedemmo a Fiuggi. Ebbi modo di apprezzarlo innanzitutto dal punto di vista umano, essendo dotato del grande carisma dei Presidenti vecchia maniera di allora. Ma anche professionalmente perchè di calcio ne capiva parecchio. Aveva idee innovative. Ha dato tanto ed ottenuto meno di quanto meritava. E’ stato un piacere ma anche un onore per me averlo avuto come Presidente. Avevo un ottimo rapporto con lui ed il figlio Riccardo. Quei sei mesi a Catania furono uno spiraglio in cui si poteva intravedere qualcosa d’importante che, poi, per tanti motivi non ebbe seguito. Gaucci è un esempio da seguire per l’impegno e l’amore che assicurava, con un cuore che spesso andava oltre l’aspetto manageriale. Questo lo rendeva immortale agli occhi dei tifosi”.

Fu proprio la famiglia Gaucci a portarti a Catania. Hai qualche rimpianto ancora oggi?
“Io non ho rimpianti. Avevo la possibilità di giocare in B, dopo avere parlato con il Presidente tutti mi presero per matto ma non rimpiango la scelta di trasferirmi al Catania, che rifarei centomila volte. Fui contentissimo. Unico rammarico, la mancata promozione diretta e non avere potuto proseguire il rapporto col Catania negli anni successivi malgrado ce la misi tutta per tornare”.

Che idea ti sei fatto di questo momento difficile vissuto dal Catania?
“Tornando a Gaucci, dico che secondo me il Catania lo avrebbe portato in Serie A centrando tutti gli obiettivi prefissati, spinto dal grandissimo entusiasmo della piazza. Ne sono stra-sicuro. Oggi è stata centrata l’impresa di riuscire a far disamorare una città come Catania, però purtroppo i risultati sono questi. La gente adesso ha bisogno di progetti seri, di persone che vogliano investire in modo importante sul Catania. Vedo molto difficile dare continuità ad un progetto tecnico alle condizioni attuali. Serve una progettualità seria per riportare i tifosi allo stadio, qualcosa di adatto ad una piazza importante. Io Catania non la riesco ad associare ad un ‘Massimino’ vuoto. Normalmente l’entusiasmo di questa città ha poco a che vedere con tantissime piazze di A. Vederla oggi ridotta così mi fa una tristezza assoluta”. 

Giusto parlare di obiettivo salvezza?
“Se perdi in casa col Monopoli 2-0 è normale che Lucarelli faccia di necessità virtù, cercando di essere più concreti possibili. Bisogna essere realisti per poi non cadere nei drammi sportivi. Adesso c’è da salvare il salvabile, ragionando da squadra che deve centrare quanto prima la salvezza. Il calendario non aiuta perchè poi affronterai Reggina e Ternana con una situazione societaria che non è rosea ed il disamore dei tifosi. Mi auguro che non si corrano rischi ulteriori. Ma bene fa Lucarelli a puntare alla salvezza in questo momento storico. Capisco l’umore di un calciatore che sa di questa precarietà. Per un club che parte con determinati obiettivi, ritrovarsi a lottare per la salvezza non è facile. Non è come vincere il campionato, spero che i calciatori si calino nella nuova realtà per evitare guai peggiori. Adesso va tenuto un profilo molto basso”.

Hai parlato di Reggina e Ternana, ma prima c’è la Cavese. Quanto sarà insidiosa la trasferta campana?
“Stadio non facile, ottimo tecnico, ambiente non dei più consoni ma queste sono le gare in cui devi cercare di fare punti. Il Catania andrà a giocare su un sintetico e non è abituato a farlo. Però dovrà ragionare da squadra in piena lotta salvezza, lottando pallone su pallone. Prima si fanno questi punti e meglio è. 7-8 adesso sembrano pochi, poi comincia a crescere l’ansia, entrano tanti fattori in gioco che potrebbero far diventare la patata bollente.  Campilongo è un tecnico che se le gioca le gare, attacca continuamente, proverà a fare la partita con aggressività, curando molto la fase offensiva. Bravo dovrà essere il Catania a non concedere molto sfruttando le armi a disposizione”.

Si ringrazia Alessandro Ambrosi per la gentile concessione dell’intervista.

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