A proposito della malattia che ha colpito Pietro Anastasi, tragicamente scomparso nei giorni scorsi, la moglie Anna Bianchi si è espressa in questi termini a Il Messaggero:
“Tutto è cominciato a febbraio di tre anni fa. Mio marito aveva un problema alla mano destra, non riusciva a impugnare bene la forchetta. Così siamo andati in ospedale e ci hanno detto che era meglio ricoverarlo, fare tutti gli esami. Hanno scoperto che aveva un tumore all’intestino e la SLA. È stato operato subito per il tumore e sottoposto alla chemioterapia, riuscendo a sconfiggerlo. Ma io ho deciso di non dirgli niente della SLA. I miei figli si fidano di me, erano d’accordo. Ho preferito che non sapesse nulla per proteggerlo. Lui aveva sempre in mente Stefano Borgonovo. Quando si parlava della malattia lui citava sempre la sua storia e io, ricordandomi di questo, non volevo farlo stare male. Finché non si sono manifestati segni evidenti stavo zitta”.
“Aveva rinunciato all’accanimento terapeutico, scrivendo su un foglio che rifiutava di essere rianimato. Ha anche rifiutato la tracheotomia alla quale gli avevano consigliato di sottoporsi. Quindi è arrivata una dottoressa, una persona davvero splendida, ha parlato con mio marito e gli ha prospettato la sedazione con una puntura. Si sarebbe addormentato e non si sarebbe mai più svegliato. È andata proprio così ed è avvenuto molto rapidamente. C’eravamo io e mio figlio. ‘Mi faccio sedare’ ci ha comunicato. ‘No, aspetta’, l’ho pregato. Ma aveva deciso. Ha salutato l’altro nostro figlio che sta in America, chiamandolo via Skype, e alle sette di sera si è addormentato. Alle dieci e mezza era morto. Questa è una cosa che si fa solo se ci si ama e prima di morire mio marito mi ha detto delle parole bellissime. Parole d’amore”.
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