Ex difensore che ha totalizzato oltre 40 presenze in casacca rossazzurra e circa 60 vestendo la maglia dell’Avellino. Piero Fraccapani ha vissuto forse le emozioni più intense della carriera giocando in queste due piazze. Lo abbiamo sentito telefonicamente, proprio adesso che si avvicina il fischio d’inizio allo stadio “Angelo Massimino”:
Piero, innanzitutto come procedono le cose a Monza?
“Mi occupo delle giovanili che si stanno ben comportando. Mi auguro che la dirigenza sia soddisfatta del lavoro svolto. Stiamo portando avanti un bel percorso, consapevoli che le giovanili rappresentino un prezioso serbatoio per la Prima Squadra”.
Come vedi lo scenario in casa Catania?
“Io sono tifoso di tutte le squadre in cui ho giocato e lasciato buoni ricordi. Mi interesso, leggo, faccio le mie considerazioni anche se tanti chilometri di distanza mi dividono da Catania. Tutte le notizie che apprendo non mi fanno piacere perchè una squadra deve prima avere una società che programmi minimo 2-3 anni con persone responsabili, serie, corrette, pulite. In questo modo la squadra segue gli orientamenti e le direttive della stessa. Se mancano la correttezza e la trasparenza diventa tutto complicato. Da quello che leggo e sento, negli ultimi anni a livello societario ci sono stati parecchi problemi e quindi la squadra non è serena, ha paura di sbagliare ed i risultati non arrivano”.
Lucarelli è la figura migliore per fronteggiare una situazione delicata come questa?
“Il Catania ha cambiato spesso guida tecnica negli anni. Questo denuncia che la società non ha idee chiare. Sono aspetti che incidono sui giocatori a livello di emotività, sicurezza e trasparenza, quindi in campo non vai tranquillo. Lucarelli però forse è il miglior allenatore a Catania negli ultimi tempi. Essendo un toscanaccio di Livorno gli attributi ce li ha, anche se non lo conosco personalmente. Toscani come Mazzarri, Allegri e Sarri si fanno rispettare ed impongono le loro idee. Forse Lucarelli è l’uomo migliore per il Catania adesso, sta responsabilizzando il gruppo”.
Quanto influisce il mancato sostegno dei tifosi a Catania?
“E’ un peccato, anche questo in percentuale può incidere perchè il Catania ha sempre costruito tradizionalmente le proprie fortune in casa. Magari ci fosse stato ancora lui, Massimino… un personaggio particolare ma guai a chi gli toccava il Catania. Adesso vedere uno stadio semi deserto è una grande tristezza. Ai miei tempi lo stadio era sempre pieno, mamma mia. Questo perchè non c’è mai chiarezza, trasparenza. Vendo, non vendo, poi va via quello, quell’altro. Sono cose che incidono. Io non so se il Catania cambierà proprietà o meno, però la realtà dei fatti dice che per andare in B servirebbe una bella impresa. Auguro al Catania di riuscirci. Deve puntare alla promozione anche attraverso la Coppa Italia, ma non bisogna assolutamente tralasciare il campionato. Sarebbe un grave errore”.
Catania-Avellino, chi riuscirà a spuntarla?
“Non mi voglio sbilanciare perchè sono stato bene in entrambe le città vincendo anche un campionato di C. La gara è certamente dal pronostico apertissimo. Sono due squadre molto diverse rispetto al girone d’andata. Il campionato ha determinato alcune problematiche che stanno cercando di risolvere. La partita può essere risolta da un caso singolo o da uno sbaglio. Mi piacerebbe vedere entrambe le piazze in Serie B”.
A proposito dell’esperienza di Catania, so che un aspetto negativo ti ha segnato in maniera molto significativa. Ti va di parlarne?
“Io sono stato benissimo con città e tifosi. Ho provato, però, tristezza, rammarico e vergogna quando retrocedemmo nel 1976-77. Eravamo ottavi in classifica, poi alcuni giocatori mi hanno fatto fuori, d’accordo con Di Bella, puntando su Gigi Chiavaro. Un bravo ragazzo e giocatore che, però, secondo me avrebbe dovuto maturare ancora esperienza in C. Lo hanno buttato dentro perchè se ci fossi stato io, quei quattro schifosi che ci hanno fatto retrocedere li avrei attaccati al muro nello spogliatoio. Avevano preteso da Di Bella che non giocassi, nè venissi convocato per non vedere cosa combinavano. Non posso fare i nomi perchè non ho certezze scritte, altrimenti li avrei denunciati in Federazione. Schifosi, vigliacchi ed infami. Questo è un rospo che a distanza di 40 anni non riesco ancora a digerire. Alla penultima giornata, in casa, ci bastava un pareggio contro la Ternana ed invece abbiamo perso prendendo un gol assurdo, una roba incredibile. Poi a Brescia ho giocato dopo 4 mesi che non venivo convocato. Il Brescia doveva salvarsi solo vincendo e subimmo 4 reti. Giocava Mutti peraltro, che sapeva già di essere stato venduto dall’Inter al Brescia. Sono successe tante brutte cose. Quando tocchiamo questo tasto mi viene un magone…”.
Torniamo all’attualità. Lucarelli dice di puntare alla realizzazione di un miracolo sportivo. Fa bene a crederci?
“In Serie C servono calciatori di categoria perchè un campionato duro, difficile, in determinati campi la tecnica è secondaria e l’agonismo e la determinazione prevalgono sulla tecnica. Sostanzialmente il mercato lo fa Lucarelli, un pò all’inglese. Non è facile per lui gestire una situazione di questo tipo perchè poi devi anche isolare la squadra dall’esterno. Ma fa bene a crederci, anche perchè nel calcio basta un episodio particolare che ti cambia l’andamento della stagione. L’importante è non avere di base infortuni e squalifiche perchè anche questo aspetto incide in misura determinante. Mai dire mai fino alla fine del campionato. Anche se è molto difficile se il Catania non mette a posto i problemi societari”.
Si ringrazia Piero Fraccapani per la gentile concessione dell’intervista.
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