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Come spesso accaduto negli ultimi anni, Catania e Potenza non vanno oltre il risultato di 1-1 alle pendici dell’Etna. Terzo pareggio consecutivo in campionato, secondo punto del 2020 per i rossazzurri. In uno stadio “Angelo Massimino” che presenta le Curve semivuote, sono gli ospiti a sbloccare il match. Dopo una grande occasione sprecata da Di Molfetta, che non ha avuto la necessaria freddezza sotto porta, Ferri Marini approfitta di un’ingenuità di Calapai, ritrovandosi il pallone tra i piedi per poi insaccare facilmente, solo davanti a Furlan. Il Catania reagisce creando una buona opportunità con Barisic al 20′ ed il colpo di testa di Biagianti che si perde sopra la traversa. Al 29′ rischia ancora la difesa etnea perchè si apre un’autostrada per Viteritti che fa il suo ingresso in area ma, per fortuna del Catania, da posizione favorevolissima calciato a lato. Pochi minuti più tardi, fallo di mano commesso da Giosa e calcio di rigore concesso senza esitazione dal direttore di gara, D’Ascanio di Ancona. S’incarica della battuta Curiale che non sbaglia, siglando il meritato pareggio.
Buon avvio per la formazione ospite ad inizio ripresa. Al minuto 8 Furlan effettua un’ottima respinta sullo sgusciante Coccia. Qualche istante prima il Catania si era prodotto in un’azione offensiva interessante con Curiale che ha messo in mezzo, ma la difesa lucana è riuscita in qualche modo a respingere la minaccia. Il tempo scorre e cala la spinta delle due squadre che attaccano con poca lucidità , facendo spesso ricorso ai lanci lunghi. Lucarelli si gioca le carte Curcio, Sarno e Vicente per provare ad illuminare la manovra offensiva, guidata da un generosissimo Di Molfetta. Proprio Curcio al 38′ riceve un pallone pregevole da Di Molfetta, colpisce di testa e per poco non supera Ioime. L’infortunio del neo entrato Saporetti costringe Lucarelli a rivedere l’ultimo cambio, impiegando Mbende. Potreste rossazzurre nel finale per la mancata concessione di un rigore che poteva starci. Conclusi i 5′ di recupero, il non impeccabile arbitro marchigiano manda le squadre negli spogliatoi.
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