RICCHIUTI: “Catania è la Buenos Aires del Sud. Quando Pulvirenti mi aveva venduto, ma…”

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Adrian Ricchiuti

Intervistato da gianlucadimarzio.com, l’ex rossazzurro Adrian Ricchiuti torna sul periodo di militanza in rossazzurro:

“Periodo fantastico a Catania? No, è un aggettivo che si usa sempre. Diciamo stupendo. Quattro anni vissuti al massimo, in una città strepitosa. Per me Catania è la Buenos Aires del Sud, in tutti i sensi. Vive di calcio, se sei un calciatore stai benissimo. Ma ha dei problemi e non si può nascondere. Comunque sono stato da Dio. Eravamo in quattordici. Da Barrientos a Bergessio, poi Castro, Maxi Lopez, un certo Papu Gomez. Ma anche Andujar, Silvestri, Izco. L’ho detto: stupendo. E lo è stato anche il primo anno. Mi piace ricordare Atzori, che è stato esonerato. Secondo me aveva fatto un ottimo lavoro, il problema è che in attacco mancava Maxi Lopez, che è arrivato con Mihajlovic e come toccava palla segnava. Prima avevamo Morimoto. Persona splendida, ma quell’anno non faceva gol nemmeno con le mani…”.

“Ho scelto io di restare a Catania nonostante mi volesse il Lanus, che è casa mia. O il Brescia: restai chiuso in un ristorante per quattro ore a parlare con il figlio del presidente Corioni. Pulvirenti mi aveva già venduto, ma io non me la sentii. Se sono arrivato in A a 31 anni è perché mi sentivo maturo solo in quel momento”.

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