Mister Cristiano Lucarelli commenta, in sala stampa, la prestazione offerta contro il Rende allo stadio “Angelo Massimino”:
“Al fischio finale ho scalciato la bottiglia, in quanto mi sembrava l’oggetto che potesse avvertire meno dolore in quel momento. La mia idea iniziare era quella di entrare in campo perchè senza nessun motivo, dopo avere visto 25′ pimpanti, abbiamo inconsciamente cominciato a gestire la partita nonostante avessimo quattro attaccanti n campo. In queste condizioni tu devi fare la partita, tenere palla, fare il secondo gol. Con quattro attaccanti non puoi difenderti. La scelta tattica parla da sola. Abbiamo concesso campo decidendo di fare giocare loro quando invece noi dovevamo chiuderla. Se avessimo trovato il 2-0 ci sarebbe potuto essere anche un risultato diverso. Purtroppo ancora oggi abbiamo sprecato tante occasioni per raddoppiare e mi sono arrabbiato perchè ho ripensato alla gara col Bisceglie, rischiando di compromettere la partita senza subire un tiro in porta. Inoltre ho contato almeno una ventina di cross in area senza avere attaccato una volta il primo palo. Per segnare ci vuole l’ictus del difensore avversario? Ad oggi dimostriamo di sapere soffrire difensivamente perchè corriamo tutti con la giusta cattiveria. E’ importante non avere subito gol. Un mese fa questa partita non la portavi a casa. E’ la terza vittoria di fila che fa morale. La Reggina ha vinto soffrendo al 90′, la Juventus vince i campionati disputando 11-12 partite soffrendo. Questa è stata una delle 30 gare sporche di questo girone dove, comunque, riusciamo a portare gli episodi dalla nostra parte. Non abbiamo sofferto un granchè se non la traversa da calcio d’angolo. Una situazione episodica. Per il resto abbiamo fatto tutto noi. Ce la siamo complicata da soli e questo è un altro aspetto che mi fa arrabbiare”.
“Biondi? L’ho tolto perchè temevo di rimanere in dieci uomini, essendo ammonito. Compagni più esperti di lui, in precedenti occasioni, non hanno saputo gestire il giallo, quindi ho preferito aspettare la fine del primo tempo per sostituirlo. Non meritava di uscire prima. L’ho spostato successivamente sulla sinistra per avere meno situazioni di contrasto dall’altra parte del campo. Sarno? L’ho convocato per premiare la sua voglia di esserci, per fargli annusare il campo e l’atmosfera della partita. Adesso Sarno è clinicamente guarito ma deve fare riatletizzazione. Per 10-12 minuti potremmo anche pensare di farlo giocare, ma solamente in caso di necessità. Avevamo Marchese con l’influenza, anche Furlan era stato colpito. Prima ancora Lodi e altri. Ogni giorno facciamo i conti con questo virus che gira nella squadra. Mazzarani? Ha bisogno di toccare la palla, tende sempre a farsela dare. A Di Molfetta, invece, piace più attaccare la profondità, in quella situazione fa male soprattutto se non c’è il play davanti la difesa. Quando costruiamo, chiedo agli esterni offensivi di andare sotto le punte centrali. Un 4-2-2-2 che favorisca la creazione dello spazio per l’inserimento dei terzini e creare superiorità numerica centrale nel palleggio. Questo movimento dei due esterni alti dentro il campo favorisce l’inserimento dei terzini per arrivare al cross ma bisogna attaccare di più il primo palo, se no è difficile fare gol. La prestazione di Pinto? Mi è piaciuta, piano piano sta rendendo ai livelli che conosciamo”.
“Nel secondo tempo, ad un certo punto, l’avversario si era messo a specchio, io volevo un giocatore che tenesse palla e dettasse i tempi ma non siamo riusciti a dare impulso alla partita. Biagianti e Rizzo hanno corso tantissimo, speravo di tenere più palla noi e dando al Rende meno possibilità di creare situazioni in attacco. Dal campo non ho mai avuto la paura di pareggiarla, ma temevo gli episodi che tante volte ci hanno condannato. Abbiamo provato ad andare un pò sui riferimenti. Nella ripresa ho piazzato Bucolo sul trequartista con Rizzo e Lodi mezzali. Loro non avevano niente da perdere, non siamo riusciti a riprendere il pallino del gioco. Sull’ultima palla, a un minuto dalla fine, giocatori esperti devono farla girare, tenerla e fare scorrere il tempo. Sono momenti concitati, si devono evitare queste situazioni. Quando si fa gol come successo a Rieti stacchiamo un attimo la spina, siamo sempre a 99 e ci manca 1 per fare 100. Non avverto mai la sensazione di tornare a casa e dire che tutto ha funzionato per il meglio. E’ un momento in cui cerchiamo di risalire, di mascherare i nostri difetti. Questa cosa bisogna capirla, dobbiamo essere più cattivi, determinati. Ci sono state anche tante belle risposte. Vedi Biondi, il fatto di avere concesso poco e vinto una gara sporca, inoltre ci siamo riportati in una situazione di classifica un pò più serena. Però manca sempre un pezzetto”.
“Abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio almeno in 4-5 situazioni da campo aperto. E’ la cattiveria che manca, ancora viviamo il gol come un evento e non una necessità fisica e mentale. Io quando non segnavo, anche vincendo 3-0 stavo una settimana senza parlare. Il gol era una droga per me, lo volevo, altrimenti vivevo male, arrabbiato. Noi ancora non cerchiamo il gol con cattiveria e bava alla bocca. Con la Casertana abbiamo giocato meglio di oggi, però anche lì la differenza è stata sottile. Almeno stavolta siamo riusciti a migliorare interpretando la gara sapendo che sono quasi tutte sporche e vanno sudate fino alla fine. Fatichiamo ancora a lasciare l’avversario nella propria metà campo, ma riusciamo a portare a casa il risultato seppure con sofferenza”.
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