Emanuele Catania, Rosario Bucolo, Mario Noce, Kevin Biondi e Gian Marco Distefano. Cinque nomi che rappresentano la catanesità del gruppo difendendo con orgoglio e fierezza il rossazzurro. Anche per loro non è stato facile superare i numerosi ostacoli che hanno sin qui caratterizzato la stagione del Catania. Lo stesso Bucolo ha avuto a che fare con la momentanea estromissione dal gruppo insieme con Giovanni Marchese e Marco Biagianti, su precisa scelta societaria. Casi, poi, rientrati. Ma i problemi in casa etnea non sono finiti. Dall’esonero di mister Andrea Camplone ai continui cambi di modulo, con annesse difficoltà ad inanellare una convincente serie positiva di risultati.
I catanesi dello spogliatoio si sono comunque contraddistinti per senso d’appartenenza ed attaccamento alla maglia. Da un lato Lele Catania ha realizzato il sogno di vestire la maglia rossazzurra, facendo i conti con problemi fisici ma senza mai far mancare abnegazione e spirito di sacrificio. Anche Bucolo non ha giocato spesso ma, al solito, quando chiamato in causa risponde presente senza lesinare sforzi. Biondi è stata, invece, la vera sorpresa del girone d’andata. Camplone aveva espressamente richiesto di non cedere il ragazzo in estate, impiegandolo nel quasi inedito ruolo di terzino. Con Lucarelli, invece, Biondi è stato avanzato di qualche metro consentendogli di tirare fuori il meglio del suo potenziale. Grande soddisfazione per l’esterno classe 1999 e sforzi premiati con la realizzazione dei primi gol in rossazzurro.
Utile anche l’apporto di Noce alla causa etnea, arruolabile sia come centrale di difesa che da terzino. L’esordio tra i professionisti a Monopoli non è stato dei migliori, pagando la prestazione poco esaltante di tutto il Catania. Noce, però, si è successivamente ripreso dimostrando personalità e tenacia, ma soprattutto voglia di continuare ad alimentare il sogno di giocare per la maglia della propria città. Distefano, infine, è un 2000 con potenzialità altrettanto rilevanti. Anch’egli proviene dal settore giovanile etneo e cerca di “rubare” qualche consiglio ai più esperti del gruppo. Gioca raramente ma il Catania lo tiene d’occhio in prospettiva futura, riscontrando in lui qualità interessanti e la giusta dose di umiltà. L’esperienza di Lele Catania e Bucolo si sta rivelando molto utile nel processo di crescita di questi ragazzi, simboli del made in Catania e che amano in tutta la loro essenza i colori rossazzurri.
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