Lunga conferenza stampa di Cristiano Lucarelli a Torre del Grifo. L’allenatore del Catania, alla vigilia del derby con la Sicula Leonzio, parla anche della situazione societaria delicata in casa etnea facendo un discorso tutt’altro che privo d’interesse:
“Purtroppo abbiamo auto qualche piccolo inconveniente sul piano delle defezioni. Mbende ha avuto stamani un piccolo fastidio che aveva già riscontrato in precedenza. Lui con questo problema ha giocato col Bisceglie facendo oltretutto gol, quindi ha portato bene. Però bisogna essere certi di non fare danni. Perchè dietro oggi siamo contati, quindi magari può essere che domani giochi Esposito e riusciamo a sopperire cercando di non mettere a rischio lui, perchè dovremo affrontare tre partite in una settimana. Quindi stiamo attenti a non rischiare niente e nessuno. Il problema di Welbeck, purtroppo, è da monitorare. Ha avuto un malessere durante un allenamento, si sottoporrà ad accertamenti per capirne le origini. Al momento per i medici non è convocabile. Di Molfetta? Sta lavorando. Chiaramente il discorso che faccio per lui è lo stesso che vale per tutti gli altri recuperati da infortuni. Dal mio punto di vista, quando mi danno il giocatore recuperato, c’è bisogno di almeno tre settimane per poterlo rimuscolarizzare e riportare ai ritmi di gara, se no rischia ricadute. Poi, gradualmente, s’incomincia a dare un minutaggio di un certo tipo. Lui, qualora domani ce ne fosse bisogno, può darmi 20-25 minuti di autonomia. Eventualmente sappiamo di avere dei giocatori che possono alzarsi dalla panchina e farci vincere le partite”.
“Tutto ciò che era preventivato, in effetti non possiamo attuarlo. Anche domani abbiamo delle scelte abbastanza obbligate. Detto questo, le aspettative che io ho per la gara con la Leonzio sono alte. Soprattutto perchè ho visto molto bene la squadra. I ragazzi sono preparati, affrontiamo un avversario che di fatto ci ha sempre creato grossi problemi. Perchè da parte loro questa partita viene vissuta in modo diverso rispetto alle altre. Noi abbiamo buttato un campionato due anni fa per il doppio confronto coi bianconeri. Sono amici e tifosi del Catania, ma questa squadra contro di noi si trasforma, lo dice la storia. Per dirla alla catanese, domani va bene vincere ‘anche ca mala jurnata’. Tutti nella rosa del Catania hanno la loro storia calcistica. Alcuni lo hanno fatto ad alti livelli, anche se in questa categoria il curriculum non serve. Se io trovo uno che ha 200 presenze alle spalle in Serie A, questo mi deve servire come iniezione di fiducia. Quando siamo in difficoltà, dico sempre ai ragazzi di guardarsi chi ha di fronte e dietro, ci sono carriere importanti. Va rigenerata l’autostima. Sicuramente dei problemi ci sono, altrimenti non saremmo in questa situazione. Stiamo lavorando per risolverli e già sono stati fatti degli ottimi passi avanti. Dico spesso ai ragazzi che non cambierei nessuno di loro con i giocatori delle squadre che ci stanno davanti. Io ho fiducia in loro, i quali però devono averne di più in se stessi. Siamo sulla buona strada“.
“A Pagani avrei preferito giocare perchè adesso si va ad incasinare il calendario. Questa squadra ha bisogno di preparare la partita dal punto di vista mentale e tattico curando i minimi particolari. Un conto è avere una settimana a disposizione, un conto due mezzi allenamenti. Avrei preferito giocare ma non su quel campo. Purtroppo ci troveremo spesso a giocare più partite in una settimana e su quel terreno di gioco saremmo stati noi maggiormente penalizzati. Venivamo anche in quel caso da una settimana con delle risposte importanti e c’era voglia. La testa in questo momento è l’aspetto primario, più dei moduli e delle tattiche. Io sono convinto della scelta di tornare in Sicilia, non guardando ai soldi e non voltando le spalle ad un amico in difficoltà. Io spendo un pensiero anche per i giornalisti. So che è difficilissimo lavorare perchè sarete sotto pressione anche voi, stando attenti a cosa scrivete. Massima solidarietà. Ma io sono tornato a Catania anche perchè il brutto anatroccolo per me non lo è. Ho il massimo rispetto della Reggina per il campionato che fa, ma io 14 punti di differenza – con tutta l’ammirazione per il loro rendimento – non li vedo. Oltre a provare ad essere venuto in soccorso ad un amico rimasto nel cuore, c’è anche la sostanza. La situazione mentale attuale ci fa sembrare più brutti di quello che siamo. In una situazione di normalità ci troveremmo oggi nei piani alti della classifica. E’ chiaro che adesso il problema principale è mentale. Poi c’è da sistemarsi, chiudere la porta, avere maggiore compattezza, ragionare più da squadra e meno individualmente. C’è da uscire in pressing sui portatori di palla con il sangue agli occhi e la bava alla bocca, l’avversario deve sentire il fiato sul collo ed è meglio se il fiato puzza in certe situazioni. Se non si sistema prima la testa, diventa difficile trasmettere i concetti calcistici ai giocatori”.
“Mazzarani mezzala? Abbiamo degli uomini in mezzo al campo che possiamo ruotare. Le scelte di formazione io non le ho ancora comunicate ai diretti interessati, chiaramente al momento se gioca Mazzarani mezzala abbiamo la necessità di mettere uno un pò più muscolare davanti la difesa e l’altra mezzala che faccia le due fasi. Se gioca Lodi centrale, invece, servono due calciatori muscolari ai fianchi. Due anni fa riuscimmo a fare un bel lavoro schierando contemporaneamente Barisic a desta, Mazzarani e Lodi mezzali con caratteristiche offensive, Biagianti davanti la difesa, Porcino o Marchese sulla sinistra trovando un certo equilibrio con migliore attacco e migliore difesa del campionato, tanti giocatori andati in gol. Questo significa che quando c’è positività, i calciatori accettano anche delle situazioni diverse. Noi in questo momento abbiamo bisogno di scoprire se un giocatore può essere utile in atri ruoli. Porto sempre l’esempio del Trapani con un elemento come Costa Ferreira schierato in difesa. Così hanno vinto lo scorso campionato, per non parlare dell’impiego di Taugourdeau centrale di difesa. Quando arrivano i risultati, c’è la disponibilità per fare tutto. Si può trovare un equilibrio come due anni fa, anche schierando giocatori con caratteristiche prettamente offensive. Si vinceva spesso e volentieri, quindi i calciatori erano felici, entusiasti. Se gli avessi detto buttatevi nel fuoco, lo avrebbero fatto. Bisogna ricreare quell’atmosfera. Se c’è entusiasmo, uno va anche in porta“.
“Calapai dice che io sono un pò un mental coach per il Catania? Non ho il diploma, ma la terza media. Non fatemi passare per uno psicologo (ride, ndr). Faccio fatica a fare il mio, figuratevi il mental coach. Purtroppo questa situazione di difficoltà societaria l’ho già vissuta a Messina, ma non la vedo così grave anche perchè qui tutti hanno garantito lo stipendio. Il Catania negli ultimi anni non ha mai avuto punti di penalizzazione in un momento in cui la Lega ti controlla anche… non possiamo dire cosa. Se non c’è stata penalizzazione, vuol dire che l’attività è garantita. Poi ci sono delle difficoltà, la società con me è stata chiara. Però i palloni non mancano, le casacche idem, l’acqua calda pure, il pullman delle trasferte c’è. Io non voglio alibi in questo senso. La storia degli ultimi anni, compresa la mia a Messina, dimostra che nelle difficoltà si può arrivare a fare un campionato dignitoso cercando di risalire la china senza che diventi niente un alibi. La società sta facendo grandi sacrifici per tenere botta, noi dobbiamo solo preoccuparci di fare il nostro in campo. Sarebbe da perdenti trovare la scusa di dire che abbiamo una situazione difficile. Io non mi sento un perdente sul piano umano. Per me ci sono le condizioni per lavorare. C’è tutto a disposizione per preparare le partite. Dobbiamo stare attenti a certe situazioni ma dal mio punto di vista non vedo allarmismi interni in questo momento. Per cui, zero alibi”.
“Abbiamo bisogno di sostegno da parte della nostra gente. Mi hanno fatto leggere un comunicato della Curva Nord che io ho apprezzato tantissimo perchè solo chi prova certi sentimenti per la propria squadra del cuore può capire la profondità di quel messaggio, che parla di stare insieme al Catania fino all’ultimo respiro. Questo deve essere un desiderio di tutti i tifosi. Nelle difficoltà i tifosi possono darci una mano a superarle, anche dal punto di vista economico. Un conto è fare mille paganti o 6-7mila. Nonostante tutto, la matricola 11700 si può salvare solo con Lo Monaco e Pulvirenti. Vi posso garantire al 100% che tutti gli altri andrebbero a prendere il Catania dal tribunale. Se si ha a cuore questa matricola, noi abbiamo bisogno che la gente sostenga la squadra. Insieme a noi provando a fare qualcosa che oggi è impensabile. Allora passeremmo tutti per eroi. Noi ed i tifosi. E’ impossibile scindere il Calcio Catania dai suoi tifosi, che possono recitare un ruolo importante per finire il campionato in un modo ed iniziare il prossimo in una certa maniera. Non vedo sceicchi, cinesi o russi che possano venire qui ed accollarsi i 4 milioni di euro di debiti che ci sono. Perchè purtroppo Fiorentina, Napoli e Parma da quel punto di vista hanno fatto scuola. Meglio farli fallire e ripartire dal tribunale. Io so quanta sofferenza c’è dietro a quella matricola. Tifosi morti per seguire il Catania, un fallimento del ’93, anni di Serie A eccezionali che hanno hanno reso orgogliosi i tifosi catanesi di difendere in giro per l’Italia questi colori. Il tifoso non può tirarsi fuori da questa partita perchè c’è un orgoglio e la volontà di rimanere fino all’ultimo respiro al fianco della squadra. Questo lo si deve fare solo per la maglia”.
“Oggi il Catania è in un momento di difficoltà ma non vedo benefattori in giro che si accollino 4 milioni di debiti, sopratutto in C che è un torneo di soli costi. I debiti non se li accolla nessuno, la gente vuole staccarsi dai debiti pregressi e preferisce ripartire da zero. Ma dietro a quella matricola ci sono gioie, dolori, sangue. A Catania non è come da altre parti. Questa matricola può essere salvata solo da Lo Monaco e Pulvirenti, se no si riparte dalla Serie D. Il Catania va salvato adesso. Bisogna ripartire dalla D per riconquistarsi la C, quando ce l’abbiamo e possiamo difenderla e secondo me siamo anche competitivi per la realizzazione di un qualcosa che al momento è difficile? Lungi da me fare questo discorso per difendere Pulvirenti e Lo Monaco, io sono solo l’allenatore del Catania. Però in base alla mia esperienza calcistica, poche volte ho visto una società in difficoltà essere salvata da qualcuno. Oggi è molto facile andare in tribunale, aspettare il fallimento, sfruttare i buoni uffici con il sindaco e prendersi le squadre di calcio. Due anni fa ho capito il legame di sangue tra il Catania ed i suoi tifosi. C’è qualche tifoso che può chiamarsi fuori da questa battaglia? Per come ho conosciuto i catanesi io, no. Credo che nessun tifoso abbia la voglia di tirarsi fuori dal momento più sofferto della storia recente del Catania dopo la ripartenza del post-fallimento del ’93’. Oggi il Catania va difeso perchè io vedo troppi attacchi tutti i giorni. Noi siamo in campo e non ci devono interessare queste cose, però quando io vedo una forma di accanimento a me piange il cuore. Diamo una mano. Qualcosa c’è di buono. E mi fermo qua perchè potrei anche andare oltre visto che da tanti anni sono nel calcio. Posso avere la mia opinione su Torre del Grifo? Per quello che io so, a fine anno produce diversi utili. Si paga da sola e paga molto altro per il Catania. Non penso che possa essere un deterrente per un imprenditore che vuole fare calcio. Quando tutti i club del mondo dicono che senza strutture non si può fare calcio, Della Valle lascia Firenze perchè non gli fanno fare il centro sportivo, poi con un mutuo di 20 anni che viene ampiamente pagato con quello che Torre del Grifo produce creando giocatori, dando servizi alla comunità, diventa un problema proprio Torre del Grifo? O è una scusa per andare in tribunale? Io non dico queste cose perchè qualcuno mi ha detto di dirvele o mi chiede di difendere Lo Monaco e Pulvirenti. Io faccio sempre tutto con la mia testa, parlo con la mia bocca”.
“Turnover con l’avvicinarsi di una serie di partite ravvicinate? Non turnover ma una rotazione intelligente. Come tutti sappiamo, se oggi guardiamo la classifica può non essere scontato arrivare nelle prime tre posizioni. Quindi la Coppa Italia diventa fondamentale, in quanto rappresenta un mini torneo che ci consentirebbe di posizionarci bene nel tabellone dei Play Off. Tengo a precisare che io non alzo bandiera bianca relativamente al primo posto. Sono un sognatore. Se la matematica non mi porta via il sogno, perchè abbandonarlo? Chi di noi non sogna che da domenica le vinciamo tutte? E’ un sogno, teniamocelo lì. Oggi non ne possiamo parlare perchè non saremmo credibili, ma se saremo particolarmente bravi forse potremmo alimentarlo. Magari tra un mese sarà meno lontano. Se vogliamo essere seri coi nostri tifosi, secondo me noi dobbiamo cercare di concludere la stagione nel migliore posizionamento possibile. Ma soprattutto arrivando a giocarci i Play Off con una certa forma mentale e fisica. Da soli è difficile, mi piacerebbe potere essere Highlander ma non ce la posso fare se non ho il sostegno dei nostri tifosi. Da soli non possiamo fare niente. Proviamoci. Non costa niente, poi i panni sporchi ce li laviamo tra queste quattro mura. Io in questi giorni ho visto solo attacchi, stiamo un pò vicini a questo Catania. Chi vuole darci una mano, ci fa un grande favore”.
“Magari oggi nelle difficoltà ognuno tende a guardare al proprio orticello. Io questo cerco di debellarlo. Da oggi si ragiona da squadra. L’Io è fuori 100 km da Torre del Grifo. Si ragiona con il Noi, sapendo che ci giochiamo tanto dentro e fuori dal campo, con la dignità ed il volere dimostrare di essere uomini. Non possiamo arrenderci alle prime difficoltà. Noi facciamo il nostro in campo. L’indomani dobbiamo guardarci allo specchio. Io ho fatto tante cazzate nella mia vita, non sono il professorino della situazione. C’è qualcuno che non sbaglia nella vita? Nessuno ha la sfera magica. Nemmeno gli imprenditori. Oggi 9 attività su 10 vanno male. Uno che fa, sbaglia. Uno che vede sbagliare gli altri seduto sul divano, non sbaglia mai. A me, invece, piace sbagliare perchè dagli sbagli si può migliorare come persona. Le esperienze insegnano qualcosa, io devo essere umile e bravo a percepire gli errori. Ho fatto la terza media due volte, ma nel mio piccolo cerco di migliorarmi anch’io tutti i giorni. Mi aspetto risposte da uomini, da qui al 22 dicembre. Testa sotto la sabbia, lavorare e cercare di portare più punti possibili per alimentare un certo tipo di sogno. Se no a gennaio bisogna fare altre scelte. Senza che nessuno si offenda. Bandiere o non bandiere, giovani o non giovani. O si fanno le cose in una certa maniera, o non guardiamo in faccia nessuno. Ci servono risposte a cominciare da domani. Domenica la Leonzio vorrà fare bella figura e due anni fa ci tolse punti determinanti, sono amici ma ci battono volentieri perchè nessuno fa sconti al Catania. Lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Nei 90′ è guerra perchè dall’altra parte c’è un avversario disposto a tutto. Due anni fa affrontammo i bianconeri provenendo da sei vittorie e si pensava che la situazione fosse più facile. Invece quell’1-2 arrivò perchè eravamo un pò con la pancia piena. Abbiamo preso gli schiaffi. Stavolta dovremo essere svegli”.
“3-4-3? E’ un progetto che non possiamo ancora attuare perchè abbiamo bisogno di altre risposte per potere dire che abbiamo trovato la quadratura del cerchio. Sarà un passo successivo se ci rendiamo conto di avere trovato un equilibrio di base e risultati che ti permettono di proporre qualcosa di più offensivo. C’è anche da tastare il discorso trasferta, speravamo di farlo a Pagani ma non è stato possibile. Vedremo a Catanzaro. Quando troveremo una solidità difensiva ed una serie di risultati che ci danno fiducia, allora possiamo provare qualcosa di un pò più offensivo. Io capitano del Catania? No, lo sono i tifosi. Cosa è cambiato in me? Non c’è stato uno che mi ha detto ‘ma chi te lo fa fare di tornare, sei un pazzo scatenato’. Ma so come sono fatto io, e dico che il Catania lo voglio portare dove deve stare. Voglio questa scommessa. Non è facile, me ne rendo conto. Ma non me la sentivo di voltare le spalle e sono venuto, ho accettato la sfida. Io non fumo neanche, sono ancora sul pezzo con tutti i problemi che ci sono. Ho un chiodo fisso, sono stato un anno e mezzo a pensare a quella partita maledetta col Siena. Io non avrò pace finchè non porterò il Catania dove merita di stare. Non so se ci riuscirò, potevo allenare in B ma questa cosa mi rode dentro ancora oggi. Ho un caratteraccio, lo so, spesso mi ha portato problemi, altre volte vantaggi. Ma finchè non ci riesco, non avrò pace”.
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