Il Catania vince davanti al proprio pubblico, ma lo fa in un clima surreale. Ampi gli spazi di vuoto sugli spalti. La Curva Sud, coerentemente con quanto comunicato dai gruppi organizzati nei giorni scorsi, si presenta quasi del tutto deserta. Gli ultras della Nord, invece, scelgono la strada del sostegno esclusivo per la maglia e della contestazione. Nell’arco dei 90′, a prevalere sono i cori di dissenso (“Liberate il Calcio Catania”, “Direttore pezzo di…”, “Pulvirenti vendi la squadra”) all’indirizzo della società rossazzurra con in testa l’Amministratore Delegato Pietro Lo Monaco ed il patron Antonino Pulvirenti.
Sostenitori etnei che si scagliano anche contro i giocatori, invitati a più riprese a tirare fuori gli attributi. Vicinanza espressa, invece, verso l’operato dei Vigili del Fuoco dopo la morte di tre pompieri ad Alessandria nei giorni scorsi, esponendo uno striscione con scritto “Vigili del Fuoco… eroi nazionali” tra gli applausi convinti e sinceri del pubblico. Sentito e commosso, inoltre, il ricordo della memoria del mitico ex Catania Salvador Calvanese con un minuto di raccoglimento prima del fischio d’inizio.
Chiusura con i supporters della Sicula Leonzio. A tratti sembra quasi che sia la squadra ospite a giocare in casa. Canti e cori al ritmo dei tamburi (chiara la rivalità sportiva con il Siracusa, come evinto dallo striscione “Noi non siamo siracusani”) caratterizzano il pomeriggio iniziale di festa lentinese. Nel secondo tempo, però, la gioia per l’illusorio vantaggio di Palermo si tramuterà in rammarico ed amarezza per i tifosi bianconeri.
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