Vi ricordate di Maickel Ferrier? Ex difensore olandese, nel 1997 vestì la maglia del Catania totalizzando 14 presenze in Serie C2. Si trasferì in Sicilia con la formula del prestito, via Salernitana. Nella primavera del ’96 fu al centro di un caso di razzismo: il suo ventilato acquisto da parte dell’Hellas Verona venne osteggiato dal tifo organizzato scaligero, con l’esposizione di un manichino nero impiccato nella curva dello stadio “Marcantonio Bentegodi”. In questi giorni si parla ancora di ultras del Verona protagonisti di cori razzisti all’indirizzo dell’attaccante del Brescia Mario Balotelli. Ferrier ha rilasciato alcune dichiarazioni a riguardo, ai colleghi di tuttomercatoweb.com:
“Sono sorpreso, devo dire. Nel senso che l’episodio che coinvolse la mia persona è avvenuto 23 anni fa e nonostante siamo quasi nel 2020 nulla è cambiato. Avevo 19 anni e fu scioccante. Avevo appena firmato un contratto triennale e si era appena realizzato un sogno, quello di giocare in Serie A. Quel manichino appeso al cappio face stracciare il contratto in pochi giorni. Immediatamente dopo, Raiola mi trovò squadra alla Salernitana”.
“Come fu la vita a Salerno? Decisamente diversa. Mi sentivo amato, la gente di Salerno e successivamente di Catania si è dimostrata calorosa. Al contrario di Verona. Si percepiva anche che fra gente del Nord e Sud Italia non corresse buon sangue. Figurarsi allora con uno straniero, per giunta nero. Temo che la piaga razzismo difficilmente verrà debellata. In ogni caso sarà un percorso molto lungo”.
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