Negli anni ’90 ha avuto l’onore d’indossare la maglia del Catania. Una bella responsabilità. Purtroppo per i colori rossazzurri non riuscì ad ottenere il salto di categoria, ma mantiene un ricordo indelebile dell’esperienza vissuta alle pendici dell’Etna. Roberto Ricca è intervenuto telefonicamente ai microfoni di Radio Studio Italia, nel corso della trasmissione ‘Universo RossoAzzurro’, in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com.
Roberto, quest’anno è davvero così importante per il Catania puntare sulla Coppa Italia di categoria?
“Se fino a qualche anno fa non rappresentava uno degli obiettivi principali, in questo momento forse è di vitale importanza per il Catania. In ogni caso la vittoria di Potenza, vista la situazione venutasi a creare, dà un grosso sospiro di sollievo ed una grossa iniezione di fiducia ai ragazzi. In questo momento, comunque, la Coppa Italia può sembrare la panacea di tutti i mali ma anche in campionato serve ritrovare la vittoria per il morale e risalire la china”.
Quanto pesa quella maglia a tinte rossazzurre…
“Sembrerà retorica ma quando indossi la maglia del Catania, soprattutto in C, hai l’obbligo morale di scendere sempre in campo con il coltello tra i denti perchè stai rappresentando una grande città che vive prettamente per il calcio e quei colori. Giocando in questa piazza devi trovare la risorse morali per assumerti il peso delle responsabilità. In casacca rossazzurra, è molto più difficile affrontare la Serie C che categorie superiori”.
Come valuti il momento attuale vissuto dal Catania?
“Ricordo il mio secondo anno in rossazzurro dove la situazione, con le dovute proporzioni, era abbastanza simile a quella di adesso perchè non riuscimmo a rispettare le attese. Quando i risultati non arrivano, subentra quell’ansia e quella pressione che ti fa un attimo perdere la bussola. Però fai un bellissimo lavoro, il calciatore, e devi avere qualità tecniche ma anche la capacità di affrontare certe situazioni. Catania è una piazza molto esigente e ti sta col fiato sul collo, ma il tifoso etneo sa riconoscere quando una squadra assicura tutto l’impegno possibile. Se adesso ci sono parecchie critiche sull’approccio e l’attaccamento alla maglia, il catanese riconosce che forse in questo senso la squadra è mancata. C’è il tempo per recuperare, sta ai giocatori trovare soprattutto le giuste risorse morali. A Potenza il Catania ha dimostrato di volere portare a casa la vittoria. Questo può essere un segnale positivo per il futuro”.
Sei rimasto in contatto con qualche tuo compagno di squadra in rossazzurro?
“Quando capita l’occasione, ricordi i momenti vissuti. Con Lugnan siamo stati insieme per una settimana l’estate scorsa. Si è creato un legame intenso, bene o male con tutti i compagni. Abbiamo avuto la fortuna di far parte di un gruppo fantastico”.
Quando ti rivedremo a Catania?
“L’intenzione di tornare a Catania con la mia famiglia ce l’ho ogni anno, perchè vorrei far conoscere le emozioni che mi ha dato una città meravigliosa ed alla quale sono legatissimo. I catanesi, checchè ne dicano, sono persone vere con un cuore grandissimo. Non dimenticano le cose negative ma anche quelle positive. Sono persone con cui vado a genio”.
In conclusione, il Catania riuscirà ad ottenere un piazzamento Play Off migliorando sensibilmente l’attuale classifica?
“Deve assolutamente farcela, scalando più posizioni possibili. Quando si è in ballo, bisogna ballare. Devono crederci i giocatori e l’allenatore. La situazione è molto particolare in questo momento, tante cose messe insieme potrebbero creare qualche disagio. L’importante è che chi va in campo trovi le energie morali, lo ribadisco, per andare avanti e dimostrare di valere la maglia che indossa”.
Si ringrazia Roberto Ricca per la gentile concessione dell’intervista.
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