CALVANESE – Il ricordo di Genoa, Atalanta e Velez. Gli argentini: “Ha cambiato la vita del club per sempre”

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foto velezsarsfield.com.ar

Non solo il Catania, club in cui ha lasciato un ricordo indelebile vivendo da protagonista pure lo storico ‘Clamoroso al Cibali’. Anche Genoa, Atalanta e Velez Sarsfield non dimenticano Calvanese. La società ligure sottolinea che “breve e poco fortunata fu l’esperienza sotto la Lanterna di Salvatore ‘Todo’ Calvanese, spentosi nei giorni scorsi all’età di 85 anni. Era nato e cresciuto a Buenos Aires, una sorta di seconda patria per chi parli il dialetto genovese. Una stagione al Genoa, 25enne, nella Serie A 1959/60. Da mezzala più che da centravanti. Senza che l’intesa con Julio Cesar Abbadie, totem rossoblu, spiccasse per così dire il volo. Si contarono 15 presenze in campionato. Insieme al non trascurabile contributo, con le sue reti, per il terzo posto in Coppa Italia“. 

L’Atalanta, invece, ricorda che “Calvanese ha vestito i colori nerazzurri dal 1962 al 1964 disputando 37 partite e realizzando 8 gol, ma soprattutto, il 2 giugno 1963 a San Siro davanti a 30mila spettatori, ha contribuito alla conquista della prestigiosa e storica Coppa Italia“.

Molto più lungo e corposo il ricordo del Velez. Sintetizzando, gli argentini fanno notare che “il suo eterno idillio con il club iniziò nel 1982. Totò ci ha lasciato. A 85 anni e con quel bellissimo umore con cui conduceva i suoi colloqui con chiunque volesse imparare il calcio. Fino alle sue ultime ore, ha seguito da vicino le divisioni giovanili. Con il suo occhio clinico ha partecipato al processo di selezione dei giocatori ed è stato anche una fonte di consultazione per gli allenatori. E se un bambino avesse avuto bisogno di qualche parola di incoraggiamento o contenimento, c’era Salvador Calvanese a rafforzarlo in sicurezza. La sua storia con Vélez ha avuto un punto di partenza e anche se oggi non è più con noi, non avrà mai fine. Impulsivo, dal carattere molto forte ma umile, sano e con l’emozione in superficie, continuerà a sorvolare i campi del Villaggio Olimpico perché dal suo arrivo a Fortín, nulla è più stato come prima e dal momento della sua impronta come allenatore, ha cambiato la vita calcistica del club per sempre“.

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