Il giornalista Nicolò Schira focalizza l’attenzione, per i colleghi di tuttoc.com, sul ritorno di Cristiano Lucarelli a Catania:
“Rieccoli. Ancora insieme, uno affianco all’altro. Sedici mesi dopo Cristiano Lucarelli e Pietro Lo Monaco si sono ritrovati, con l’obiettivo di riportare in alto il Catania. Destinazione Serie B e non può essere altrimenti. Il club rossazzurro da troppo vivacchia nelle burrascose acque della terza serie, mentre il tecnico livornese deve rilanciarsi e riconquistare quella cadetteria solo assaggiata e pure amaramente con la squadra della sua città. Un errore, inutile negarlo, andare al Livorno in B, dove Lucarelli è finito tritato da Spinelli, che l’ha esonerato dopo un avvio di stagione al di sotto delle aspettative. Difficile fare miracoli con una squadra inesperta (parecchie elementi erano al debutto in B) e che a gennaio (con Breda in panchina) è stata ristrutturata, ma al tempo stesso bisogna evidenziare come la scelta di cuore di Cristiano non abbia pagato. Sappiamo l’amore viscerale che Lucarelli nutre per la sua Livorno, ma avrebbe dovuto avere la forza e la lucidità di dire di no alla telefonata amaranto. E invece bastarono 6 minuti a Spinelli per sedurre l’ex pupillo”.
“Per Lucarelli sarebbe stato meglio proseguire il buon lavoro impostato il primo anno a Catania, dove è arrivato secondo in campionato dietro il Lecce perdendo ai rigori la semifinale playoff con il Siena. Insomma, un cammino positivo che doveva continuare a essere percorso. Così come ha errato Lo Monaco a puntare su Andrea Sottil, reduce dalla promozione con il Livorno e incapace però con gli etnei di replicare gioco e risultati ottenuti in Toscana. Tanto da essere esonerato due volte. In mezzo la deludente parentesi Novellino, mentre quest’anno Camplone – dopo un avvio positivo – ha perso la bussola. Questa girandola di allenatori certifica come la separazione dell’estate 2018 abbia fatto male a entrambi, non a caso ora Lucarelli e il Catania si sono ricongiunti. Sperando di essere ancora in tempo e che non sia troppo tardi. Sedici mesi dopo l’addio resta un’unica certezza: separandosi, Cristiano e Catania hanno sprecato un anno e mezzo di lavoro e adesso non possono più sbagliare”.
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