RICERCA DELL’ORDINE, POCO CORAGGIO: Catania equilibrato ma si poteva osare di più

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Il trittico di partite con Vibonese, Bisceglie e Bari avrebbe potuto consegnare al Catania un bel bottino all’inseguimento delle zone d’alta classifica. Invece sono soltanto due i punti conseguiti dai rossazzurri nelle gare in questione. Dopo il clamoroso 5-0 di Vibo Valentia che ha prodotto un terremoto di vaste proporzioni con l’esonero di mister Camplone ed il morale sotto i tacchi, il Catania è ripartito da Lucarelli per dare una sterzata.

A distanza di pochi giorni, l’Elefante ha rimediato il secondo pareggio casalingo consecutivo. Un brodino rispetto al piatto succulento che si presentava davanti. Dal modesto Bisceglie – che ha beffato gli etnei nel finale – al quotato Bari, cambia la forma ma non la sostanza. Nel senso che, in entrambi i casi, è un Catania alla spasmodica ricerca dell’equilibrio, con l’intento primario di apporre un lucchetto ad una difesa che, sin qui, di gol ne ha subiti 20. Ma, a differenza di mercoledì, ha incontrato un avversario che aggrediva alto e veniva da un periodo di forma molto incoraggiante.

Lucarelli non cambia la disposizione tattica, confermando il 3-5-2 anti Bisceglie. Uniche variazioni: Dall’Oglio inizialmente preferito a Rizzo, Pinto a Marchese. Squadre speculari con il Catania che tiene bene il campo nel primo tempo, concedendo poco e costruendo un paio di ghiotte opportunità per andare a segno. Colossale quella sciupata da Mazzarani che, con la porta completamente sguarnita, riesce nell’impresa di colpire l’esterno della rete. Poi, pesa nell’economia della gara la mancata concessione di un rigore solare al Catania.

Gli esterni del Bari agiscono molto alti, in particolare Costa mette in difficoltà Calapai mentre Pinto dialoga spesso con Dall’Oglio creando presupposti interessanti. Ma l’effetto progressivamente svanisce. Nella ripresa è infatti la formazione ospite ad avere il pallino del gioco, Di Piazza è abbandonato a se stesso e Mazzarani non incide. Il Bari guadagna metri, la difesa rossazzurra tiene botta pur rischiando in qualche circostanza. Specialmente quando Folorunsho, nei minuti finali, da posizione favorevolissima calcia come peggio non potrebbe.

E’ un Catania giudizioso e ordinato, che lotta sul rettangolo di gioco ma dà l’impressione di volersi accontentare nella ripresa. I pugliesi, al contrario, provano con maggiore insistenza a vincere. Questo rappresenta un demerito per un Catania che avrebbe potuto osare di più, vista l’assoluta esigenza di macinare punti. Evidentemente la condizione mentale della squadra, al netto delle varie defezioni, non favorisce il Catania ma un pò più di coraggio non guasterebbe. Perchè se prima il problema principale era quello di subire troppi gol, avere la macchina realizzativa inceppata non è tanto meglio. Per raggiungere il giusto equilibrio, allora, occorre uno sforzo in più. Ritrovando la concretezza perduta.

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