E’ sempre un piacere parlare di calcio con Claudio Ciceri. Indimenticato ex bomber del Catania, Ciceri è intervenuto ai microfoni di Radio Studio Italia nel corso di ‘Universo RossoAzzurro’, in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com.
Claudio, attualmente di cosa di occupi?
“Il nonno e mi mantengo in forma per un’eventuale chiamata del Catania… sono tutti i giorni operativo presso una scuola calcio. Alleno gli attaccanti di tutte le età”.
Apriamo subito la finestra riservata al Catania ed al rapporto con la tifoseria…
“Innanzitutto dico che è sempre un piacere, dopo tanti anni, essere ancora ricordato e stimato dai tifosi del Catania. Porto i saluti da Reggio Emilia da parte degli ex rossazzurri Spagnolo – primo fra tutti – ma anche Giorgio Bernardis, Paolo Montanari, Silvio Zanon, Guido Battilani, Gianni Simonini. Tutti che con me hanno giocato a Catania lasciando un’impronta. Fra l’altro ho ancora contatti e sono in ottimi rapporti con i giocatori catanesi di allora. Nino Leonardi in primis, Gigi Chiavaro, Guido Angelozzi, Nino Cantone, Dal Poggetto, Mimmo Ventura e tanti altri che vivono in altre città. Noi seguiamo sempre il Catania. Adesso ci sono malumori e polemiche ma vorrei spendere due parole…”.
Prego…
“Le critiche ci sono sempre state ma i risultati dovrebbero tenerle lontano. Purtroppo i risultati stentano ad arrivare. Mi auguro che il Catania domenica a Vibo ottenga una bella vittoria dando fiducia ed amore ai propri tifosi che non abbandonano mai la squadra. Aggiungo che il Catania farebbe bene a puntare forte sul settore giovanile, come fa l’Atalanta. Torre del Grifo è un fiore all’occhiello, una garanzia per il futuro”.
Parliamo della figura di Angelo Massimino. Come ricordi il ‘presidentissimo’?
“Angelo è stato un grande Presidente ma soprattutto tifoso. Abbiamo avuto dei contrasti perchè lui pretendeva sempre la vittoria, ma purtroppo non si può sempre vincere. A volte ti devi accontentare, ma lui ci spronava sempre a vincere. Non ho mai più ritrovato Presidenti così legati ai colori sociali. Era unico. Giusto avere intitolato lo stadio a suo nome. Io ricordo ancora quando tornavamo in traghetto da Reggio Calabria vittoriosi per 3-2 ed era con tutti i tifosi a cantare e ballare. Cose irripetibili”.
Quali altri eventi ricordi con particolare piacere ai piedi dell’Etna?
“Indubbiamente il mio gol che contribuì alla promozione in Serie B contro la Turris nel 1974/75. Sono trascorsi tanti anni. Fu un’annata molto difficile perchè lottammo fino all’ultimo con Bari e Lecce. Quel gol fu una liberazione per noi, ci permise di arrivare primi non andando agli spareggi. Tra l’altro i giocatori della Turris avevano dei premi in caso di loro vittoria o pareggio. Fu una battaglia, la mia rete sbloccò la situazione. I tifosi catanesi invasero Torre del Greco. Al ritorno da Napoli, ricordo l’aeroporto Fontanarossa con 10mila persone ad accoglierci per festeggiare la promozione tanto desiderata. E poi, tra i ricordi più belli di Catania, cito la nascita di mio figlio Giorgio nel ’75 e quattro anni fa il ritiro di un premio in occasione dell’evento ‘Amare Catania’”.
Sui social parli spesso di Reggiana e Catania, sono le squadre che più ti sono rimaste nel cuore?
“Anche altre piazze, come Chieti dove ho lasciato tanti amici e tifosi. Ma a Reggiana e Catania in modo particolare sono veramente legato, ricordi indelebili. Sono due piazze che meritano molto ma molto di più. La Reggiana addirittura lo scorso anno è fallita ripartendo dalla D. Adesso sta facendo molto bene e speriamo in un ritorno perlomeno in B, campionato che più compete alla città ed ai tifosi”.
Ma tirarsi fuori dalla C non è facile. Sarà la volta buona per il Catania, nonostante questo avvio di stagione non proprio esaltante?
“Bisogna aspettare almeno fino a Natale per vedere l’assestamento. Arrivare primi è molto difficile però il Catania ha le potenzialità per farlo. A patto che risolva i problemi interni e crei un gruppo omogeneo che giochi per la città, per il risultato e per se stessi. Le critiche sono sempre importanti. Io ricordo che quando venni a Catania fui criticato aspramente. Scrissero nelle prime partite che avrei dovuto persino pagare il biglietto per entrare allo stadio. Quelle critiche mi stimolarono a fare meglio, ancora oggi non le dimentico”.
Si ringrazia Claudio Ciceri per la gentile concessione dell’intervista.
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