ESCLUSIVA – Di Rocco: “Catania, serve autostima e l’aiuto di tutti. Cavese squadra ostica. Fa male al cuore vedere i rossazzurri in Serie C”

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Tanta esperienza maturata sui campi di Serie A, B e C. Tra le casacche indossate spicca quella del Catania nella stagione 2000/01, ma l’ex difensore Giovanni Di Rocco ha anche militato tra le fila della Cavese, prossimo avversario dei rossazzurri in campionato. Abbiamo avuto il piacere di contattarlo telefonicamente, in vista del confronto tra le due squadre:

Gianni, non so se hai avuto modo di seguire il girone C di Serie C in questo avvio di stagione…
“Seguo sempre con piacere le vicende delle squadre in cui ho militato. Da amante ed appassionato di sport seguo in particolare il Catania nel girone C, proprio per il cordone ombelicale importante che mi lega nonostante siano passati 18-19 anni. Sono tanti, però il ricordo è ancora vivo e forte. A Catania ho vissuto una breve parentesi ma mi è rimasta dentro per l’affetto manifestato dalla gente nonostante avessi giocato solo 8 partite. Avevamo una rosa fatta di uomini e ragazzi perbene. E’ sempre difficile avere questo mix. Non mancavano i giocatori di categoria superiore. Vedi Ambrosi, Criniti, Baronchelli ma potrei citarne almeno una decina. Era un gruppo granitico ed unito, anche chi giocava poco stava benissimo nello spogliatoio. E questo è molto importante”.

Oggi il Catania non attraversa un bel momento. Inoltre il girone C è sempre tosto, non trovi?
“Le difficoltà economiche si avvertono. Capisco bene la delusione della gente perchè Catania in Serie C è qualcosa che stona, stride un pò con quella che dovrebbe essere la realtà. All’epoca c’erano i tre derby che poi decisero il campionato e formazioni come Ascoli, Avellino, lo stesso Messina che ci battè in finale. Anche quest’anno la lotta è abbastanza serrata, vista la presenza di compagini con blasone importante. C’è molto equilibrio in un girone notoriamente tosto. Il blasone non basta, servono una serie di componenti per vincere. E’ come quando prepari un piatto succulento. Se manca un ingrediente, il prodotto non è all’altezza”.

Come risollevare i tifosi?
“Catania avrebbe bisogno che la squadra risvegliasse la passione nel tifoso attraverso i risultati. Non ci sono altre ricette. So che la dirigenza ha fatto sforzi importanti, assumendo anche decisioni abbastanza severe e significative nei confronti di alcuni giocatori che avevano un certo peso nello spogliatoio. Si sta cercando di riportare Catania dove merita, ma è un percorso lungo e difficile. Serve l’aiuto di tutti. Spero che i risultati aiutino a ritrovare entusiasmo”.

Catania vittorioso in casa e sconfitto due volte in trasferta, come ti spieghi questi alti e bassi?
“A volte succede che quando vai a giocare in certi campi dove credi di poter fare valere la forza del nome, poi scopri che la realtà è un pò più dura. Anche se devo dire che Potenza è un campo abbastanza difficile e Monopoli, per tradizione, è sempre stato un campaccio. Giocare da quelle parti non è mai semplice. E’ stata una doppia trasferta complicata ed il Catania non è riuscito a venirne fuori. Va anche detto che i tanti infortuni non aiutano assolutamente. Vero è che oggi le rose sono composte da 20 e più giocatori, però se a farsi male è qualcuno di valore importante nell’undici titolare è normale che poi la squadra accusi questo tipo di problematica. Una volta che gli infortunati torneranno in forma, il Catania avrà tutto per dire la sua in questo campionato”.

Come vedi Catania-Cavese?
“Campilongo ha dato una ventata d’entusiasmo, poi lui sa motivare i giocatori, conosce la categoria e l’ambiente di Cava. Avrà caricato la partita a mille, ma il Catania ha un’opportunità importante anche perchè poi la vetta della classifica non è così lontana. Bisogna calarsi nella mentalità del campionato. Anche il nostro Catania ci impiegò un attimino per trovare la quadratura del cerchio, poi realizzammo una cavalcata trionfale fino ad arrivare – purtroppo – alla finale persa con il Messina. Va trovata la giusta formula, ricompattando l’ambiente. La Serie C richiede uno sforzo mentale importante. Il Catania ha la forza per superare questo momento e trovare finalmente il bandolo della matassa. Il 4-2 di Monopoli ha lasciato un pò di malumore ed è normale che sia così. La città di Catania vive in maniera passionale la partita, quindi soffre quando la squadra non riesce a dare il massimo. Io penso che i rossazzurri abbiano preparato la gara nella maniera giusta per poter dare una soddisfazione ai propri tifosi. Io non lo dico per piaggeria ma veramente fa male al cuore vedere una città bella, importante e passionale giocare in C. Mi auguro che da mercoledì si possa aprire un ciclo. La continuità è quella che ti dà autostima ed il là ad uno spartito musicale che possa portare al risultato finale auspicato”.

Catania con il secondo miglior attacco del girone ma anche la seconda peggiore difesa. Equilibri non ancora trovati?
“Il 3-6 di Avellino rappresenta risultato pirotecnico che può far felice chi ha visto la partita, però subire tre gol non è piacevole. Credo che si tratti soprattutto di trovare la giusta intesa, il giusto feeling tra i compagni. Ormai non si parla di difesa ma di fase difensiva collettiva, vanno trovate la giuste distanze e l’amalgama per sopperire ad alcune lacune dovute anche ad assenze importanti. Il lavoro quotidiano ti aiuterà a trasformare la difesa in un fortino inespugnabile. Puoi avere un attacco atomico, ma se prendi molti gol la differenza non si nota. Bisogna oliare al meglio i meccanismi difensivi. Ma sono ottimista perchè l’organico è all’altezza, inoltre Camplone è un tecnico preparato. Quindi le premesse per poter far bene ci sono. Ora va acquisita un pò di autostima, e questa la danno i risultati. Qualche vittoria di fila può essere utile”.

Settimana impegnativa affrontando prima la Cavese, poi la Reggina in trasferta.
“Reggio Calabria sarà un banco di prova importante contro una Reggina che ha acquistato un attaccante scafato come Denis, volendo così dimostrare di volere competere anche lei a grandi livelli. D’altronde Reggio manca da tempo sui grandi palcoscenici. Prima però c’è da superare lo scoglio Cavese, che non è semplice. Mi auguro che il Catania possa ripetere la prestazione dello scorso anno contro i campani. Bravo deve essere il Catania a sfruttare le proprie potenzialità e limitare quelle degli avversari. Io ho giocato a Cava tre mesi, ambiente caldo e passionale. Conosco Sasà Campilongo ed è un allenatore capace di tirare fuori il meglio dai propri giocatori. Squadra ostica, difficile da affrontare e che può ambire ai Play Off. Certo, la Cavese mercoledì non avrà vita facile a Catania. Etnei favoriti ma questa gara metterà alla prova entrambe le squadre per misurare la rispettiva forza”. 

Da napoletano, immagino che non ti dispiacerebbe rivedere tra qualche anno Napoli-Catania… 
“Sarebbe il giusto coronamento dopo anni di sofferenza per il Catania. C’è anche un gemellaggio tra il cuore pulsante del tifo delle due squadre. Ci unisce la bellezza di due città di mare, l’amore per la propria terra. Catania è una Napoli in miniatura, una città che ho amato e continuo ad amare pur avendoci vissuto pochi mesi”.  

Si ringrazia Giovanni Di Rocco per la gentile concessione dell’intervista.

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