Sei punti nelle prime due giornate di campionato e Catania in testa alla classifica del girone C in compagnia di Ternana e Viterbese. Bene così. Il 6-3 inflitto all’Avellino non è stato frutto del caso. La squadra segue fedelmente i concetti base di mister Andrea Camplone, proseguendo sulla strada del gioco. Stavolta, però, i rossazzurri non hanno avuto a che fare con una difesa allegra. La Virtus Francavilla ha fatto la sua partita, andando a prendere alto i portatori di palla rossazzurra. Intensità e pressing sono le stesse armi che i pugliesi hanno adottato per impensierire la Reggina all’esordio. Così è stato anche al “Massimino” ma, stavolta, uscendo dal campo con zero punti in tasca.
Nel primo tempo Perez aveva illuso il Francavilla portando in vantaggio la propria squadra, ha dovuto però fare i conti con la buona capacità di reazione del Catania. Fermo restando che il piazzamento difensivo non è stato impeccabile nella circostanza e che la difesa non ha letto benissimo un altro paio d’occasioni, il Catania sta assimilando una precisa identità di squadra. Camplone chiede a più riprese ai giocatori di lavorare su una mentalità propositiva. Ricercando sempre le giocate, avviando l’azione da dietro con disinvoltura e personalità. Nell’arco dei 90′ i rossazzurri giocano palla a terra con regolarità. Il Francavilla, però, si dimostra avversario ostico.
Nel primo tempo è difficile trovare spazi invitanti per i compagni subendo la pressione altissima della compagine sapientemente guidata da Trocini. La Virtus è molto aggressiva ed il Catania fatica a ragionare. I biancazzurri sono un blocco di granito puro in mezzo al campo, formano un muro difficile da sfondare e – quando si proiettano in avanti – il duo composto da Vazquez e Perez crea motivi d’apprensione, supportato egregiamente da Gigliotti che, all’occorrenza, svaria sulla trequarti. Il gol di Perez al 26′, poi, sembra complicare dannatamente le cose. Il Catania, invece, ha la forza di risollevarsi facendo muovere il pallone più velocemente possibile. In questo modo si creano i presupposti per affondare i colpi.
Prima dell’intervallo arriva l’episodio del rigore conquistato da Welbeck e trasformato impeccabilmente dal solito cecchino infallibile che risponde al nome di Lodi. Dopo l’intervallo il Catania cresce in dinamismo e cala l’intensità ospite. Il 4-3-3 di Camplone diventa sempre meno prevedibile e la qualità dei singoli messa al servizio della squadra incide in misura significativa. Il gol di Sarno è il giusto premio per un Catania che vuole a tutti i costi vincere davanti ai propri tifosi, superando le difficoltà di un avversario che creerà grattacapi a molte formazioni quest’anno. Gli ospiti, dal canto loro, devono recriminare per il penalty non concesso e, soprattutto, l’occasionissima gettata alle ortiche nel finale. Superato un esame tutt’altro che agevole, il Catania continua a costruire le fondamenta di un edificio che va fortificandosi.
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