Quasi nessuno si salva dal nefasto pomeriggio di Potenza. Il Catania non è riuscito a mettere in pratica quanto provato in allenamento durante la settimana, rivelandosi prevedibile nelle giocate, privo di mordente, superficiale, poco reattivo e per lunghi tratti del primo tempo in balia dell’avversario. Tra le poche luci rossazzurre accese al “Viviani”, però, non si può non menzionare Emanuele Catania. L’esperto attaccante catanese non ha mai lesinato sforzi. Nemmeno quando il piede sinistro ha fatto crack, pochi istanti dopo il suo ingresso nella ripresa al posto di Vincenzo Sarno.
Sfortunatamente mister Andrea Camplone aveva già esaurito i cambi a disposizione e, pertanto, a quel punto erano due le piste percorribili: lasciare il terreno di gioco costringendo la squadra a giocare i restanti minuti in inferiorità numerica, oppure proseguire in campo seppur con evidenti problemi fisici. Lele non ci ha pensato due volte: con i compagni sotto di due gol, non se l’è sentita di abbandonare la nave. Il bene dell’Elefante prima di tutto. Così l’ex giocatore del Siracusa ha continuato con tutte le proprie forze a lottare fino al triplice fischio del direttore di gara.
Segnale forte, importante, che la parola resa non deve esistere in casa etnea. Sfidando ogni avversità. Con il Catania sotto di due gol ed asfittico sotto porta, proprio lui ha impegnato severamente il portiere con due interventi prodigiosi. Le azioni dal coefficiente di pericolosità elevato portano la sua firma, muovendosi zoppicante nell’area di rigore potentina ma spinto dal cuore e da quel senso d’appartenenza tipico di chi sa che quei colori vanno difesi anche allo stremo delle forze. Ce l’ha messa tutta, Lele. Di più non gli si poteva chiedere.
Dalla squadra, invece, è ora lecito pretendere risposte sul campo. Non si può cancellare con un colpo di spugna quanto di buono fatto nelle prime due giornate di campionato ma, dopo qualche campanello d’allarme, il verdetto del “Viviani” ha confermato che la fase difensiva non funziona al meglio e bisogna apportare dei correttivi necessari. L’auspicio è che, ben presto, l’errato approccio alla gara col Potenza sia un lontano ricordo. Prendendo tutti il buon esempio di Catania per ripartire di slancio.
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