E’ una Serie C ricca di blasone e fascino, con piazze storiche ma questo non basta per vincere sul campo. Ne parla il collega Ivan Cardia attraverso un editoriale redatto per tuttoc.com, focalizzando l’attenzione sulla lotta ai piani alti della classifica. Ne riportiamo di seguito un estratto:
“La verità è che nessuna delle fuoriserie è davvero fuori categoria: Eupalla dà, Dispalla toglie. E il rischio di sentirsi superiori può giocare brutti scherzi.guardando nel concreto, due gironi su tre hanno una favorita d’obbligo. Nell’A c’è il Monza, ma attenzione soprattutto al Siena: forse non ha regalato fuochi d’artificio in sede di trattative, ma la squadra c’era e c’è. Stesso discorso al sud, dove il divario tra il Bari e il resto della compagnia è sulla carta ancora più netto. Serve un cambio di passo dalla panchina, che non era arrivato in Serie D e non pare arrivato in Serie C. Altrimenti la Reggina terrà il fiato sul collo, come pure Catania e Catanzaro: è un girone molto equilibrato“.
“Come pure il B. Molto sottovalutato. Tutti immaginiamo un duello Vicenza-Triestina, ma c’è il Piacenza che ha fatto un grandissimo lavoro negli anni. La Reggiana e occhio anche al Ravenna, senza dimenticare la Samb. È il girone che all’apparenza sembra il meno valido, ma scendendo nel dettaglio si scopre che il livello è alto. Un bel lascito di un’estate complicata, ci riferiamo all’intera Serie C che pare aver alzato al livello”.
“Chiacchiere, ovvio. Siamo ancora sulla carta. E pensiamo alle grandi piazze: non ci dovranno pensare loro, le squadre che rappresentano. Oltre a sentirsi già arrivate per un mercato sontuoso, l’altro rischio è quello di sentirsi più forti solo perché espressione di una realtà territoriale più grande. Bari e Catania su tutte, ma non solo. In campo non vanno le città, vanno undici giocatori per volta. E nessuna squadra ha fatto il salto perché rappresentava un capoluogo al cospetto di un paesino“.
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