Mancata promozione in Serie B, ancora una volta. Ne abbiamo parlato con un grande ex calciatore rossazzurro e da sempre tifoso del Catania, Gennaro Monaco. Intervenuto telefonicamente ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com, Monaco analizza la stagione etnea sottolineando l’importanza di fare gruppo in vista del prossimo campionato.
Gennaro, ancora una volta il Catania non ce l’ha fatta. Te lo aspettavi?
“All’inizio con grandi prestazioni in Coppa Italia contro Foggia e Verona ci siamo esaltati. Poi durante l’anno, come ogni tifoso, è venuta fuori l’amarezza per tante sconfitte evitabili, vedi Potenza e Bisceglie tanto per citarne alcune. Successivamente ai Play Off è tornato l’entusiasmo che solo il popolo catanese insieme a quello napoletano sa trasmettere ai propri giocatori e pensavo potessimo farcela. Il campo però ha decretato che, purtroppo, nemmeno quest’anno il Catania ha ottenuto il salto di categoria”.
Come si riparte adesso?
“Faccio sempre la premessa che, in mancanza dell’entusiasmo della tifoseria, non si fa niente. Bisogna consentire ai tifosi di recarsi tutti i giorni a Torre del Grifo togliendo queste barriere architettoniche. Mi auguro che il Direttore Lo Monaco possa, dopo tante cose dette e fatte, chiedere scusa ad un popolo intero. Il Catania ha una storia incredibile alle spalle. I catanesi andavano in 5mila a vedere la squadra in Eccellenza proprio per amore del Catania ’46. Non si può pensare che la tifoseria in toto non conti, ha sempre fatto la differenza. Gli anni della Serie A sono stati belli ma il calcio tosto è quello della C. Ho vinto diversi campionati e so che ci vuole tanta umiltà, amor proprio. Se questa umiltà viene a mancare la tifoseria se ne accorge e non vai da nessuna parte. Bisogna creare in questi mesi di luglio ed agosto entusiasmo, ripartendo tutti insieme”.
Quanto è importante la scelta degli uomini giusti per affrontare la prossima stagione?
“Innanzitutto ritengo corretto ripartire da un allenatore che ha già vinto campionati, navigato, che riesca a portare i tifosi accanto alla propria squadra. Credo che il Catania abbia messo gli occhi su giocatori di categoria. Bisogna prendere quei 3-4 elementi che hanno già vinto in questa categoria più un portiere che dia garanzie adeguate dopo gli alti e bassi evidenziati da Pisseri e di cui la squadra ha risentito. Giocatori di A e B, lo abbiamo visto in questi anni, faticano. Giocare in Serie A è bellissimo, ti lasciano giocare. Idem in B, ma avendo vissuto anche il Catania della C2 e C1 so bene che è più difficile imporsi in Serie C. A livello caratteriale trovi gente che ti mangia i coglioni, puoi vincere o perdere con tutti. Devi tirare fuori la cattiveria agonistica e vincere tutti i duelli. Se giochi perchè sai di chiamarti Catania non vinci”.
E’ mancato il gruppo quest’anno, per stessa ammissione di Lo Monaco. Qual è il tuo pensiero a riguardo?
“E’ una cosa gravissima, detta dal capo della società. Puoi avere i calciatori più importanti al mondo, ma se dici che non c’è gruppo vuol dire che allenatore, staff e giocatori non si sono amalgamati. Se penso a quando Marotta ha mandato a quel paese l’allenatore in diretta televisiva a Reggio Calabria, io e lui avremmo fatto a botte perchè devi avere rispetto per tutti i catanesi in giro per il mondo. Devi rispettare la maglia. Ai miei tempi facevo amicizia e gruppo con tutti, li portavo in giro per Catania facendogli capire che la gente tenesse forse più al Catania che alla propria famiglia. Li portavo dappertutto, dai mercatini, alle fiere. C’è poco contatto coi tifosi. I giocatori vedono Torre del Grifo, quattro campi, palestra mostruosa e poi finiscono per sentirsi da Serie A. Non acquisendo quelle motivazioni, quel cuore che soltanto la vicinanza dei tifosi aiuta a tirare completamente fuori. E’ come timbrare il cartellino, sapere di approdare in una grande città ma non capendo cosa vuol dire giocare a Catania. Non mettono quel quid in più perchè si sentono calciatori di Serie A in una città da A. Devono calarsi mentalmente a fare battaglia tutte le domeniche. Avere maggiore contatto squadra-tifoseria. Deve cambiare l’atteggiamento alla base, altrimenti come vinci? Si brucia una città, una tifoseria”.
In particolare Lo Monaco è rimasto deluso dai senatori. Cosa ne pensi?
“4-5 giocatori più rappresentativi non sono riusciti con tanti anni di Catania alle spalle a fare inserire questi ragazzi facendoli rendere al massimo. Come fai, allora, a riconfermare pinco pallino e compagni? La gente si rivolta, è normale. Adesso è finito in discussione Lodi, ma io Francesco lo conosco bene. Da solo non è riuscito ad incidere sui neo acquisti, ma anche Marchese e Biagianti hanno giocato per tanti anni a Catania. Non basta il singolo. Francesco ha fatto più di 10 gol, sfornato assist, nel momento cruciale della stagione ha preso per mano il Catania. Grandissimo campionato il suo. Ha figli a Catania, ama il Catania, sarebbe giusto ripartire da lui”.
A proposito di gruppo, quello di cui facevi parte a Catania era davvero un grande gruppo e lo puoi confermare…
“Io ero l’amico di tutti. Il compagno più grande, il tifoso nello spogliatoio, a disposizione per qualsiasi cosa anche quando giocavo poco. Mi bastavano poche partite per gratificarmi, era come giocare 60 gare per me. All’età di 50 anni è bello ricevere un video-messaggio di Michele Fini che mi ricorda di portare per tutta la vita con sè gli anni a Catania vissuti con me. Sottolineando le parole che pronunciavo alla squadra prima delle partite, nel riscaldamento e nello spogliatoio. E’ bellissimo. Abbiamo un rapporto fraterno. Ma il gruppo nella sua interezza funzionava alla perfezione, serve l’amicizia tra tutti i giocatori. Solo con un gruppo solido e forte abbiamo vinto le nostre battaglie. Ed in questi casi è necessario individuare un allenatore che si dimostri tifoso del Catania, creando un rapporto unico, un amore incondizionato per questi colori”.
Il prossimo sarà un campionato ancora più difficile…
“Coefficiente di difficoltà ancora più elevato. Campionato bellissimo con squadre come Bari, Avellino, Catanzaro, la classica outsider e la Casertana. Non c’è solo il Catania. Il Trapani ha vinto i Play Off perchè c’era un grande gruppo di lavoro, giocatori ed allenatore andavano a cena insieme, vivevano la città. Quando tu vivi la città hai qualcosa in più da dare”.
Si ringrazia Gennaro Monaco per la gentile concessione dell’intervista.
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Ha detto tutto quello che c’era dire; ha fotografato una situazione evedente a tutti. Nella stagione precedente il gruppo c’era ma abbiamo pagato il finale pessimo di Pisseri e l’immaturita’ del Mister, confermata nella breve parentesi di Livorno in serie B. Quest’anno niente da salvare tutti pessimi.
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