E’ cresciuto nelle giovanili di Roma per poi esordire in Serie A con la maglia del Catania negli anni ’80 e militare in tutte le categorie del calcio professionistico, indossando anche la casacca della Cavese. Massimo Gregori, fratello dell’ex portiere Attilio che ha giocato in numerose compagini di Serie A e B, analizza ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com la stagione rossazzurra toccando vari argomenti.
Massimo, sei rimasto deluso da questo Catania?
“Il Catania è una piazza che merita altri palcoscenici. Parliamo di una società importante, minimo da B. Ha assunto un tecnico di categoria superiore come Walter Novellino. La rosa è di qualità, la consideravo favorita per la vittoria finale ma devo dire che la Juve Stabia ha dimostrato di essere una bella squadra. Il Catanzaro ha registrato diversi stop come il Catania, invece le Vespe hanno avuto continuità. Mi aspettavo sicuramente di più”.
Il Catania è stata l’unica squadra ad avere battuto la Juve Stabia in questo campionato, vorrà pur dire qualcosa. Cosa è mancato secondo te?
“Il parco giocatori del Catania è da B, però in queste categorie non bastano i nomi. In panchina, tuttavia, siede Novellino che rappresenta una garanzia. E’ sprecato per la C. Se il club ha fatto un investimento del genere vuol dire che crede nel raggiungimento dell’obiettivo promozione. I Play Off sono gare a parte, dove ogni episodio può fare la differenza, ma c’è la possibilità di sistemare tutto vincendoli. Non è mai facile chiudere un campionato in testa alla classifica”.
Cosa conterà principalmente ai Play Off per affrontarli al meglio?
“Chiunque li può vincere, non ci sono favoriti. La condizione fisica per affrontarli è importantissima perchè li giochi a maggio, ma conta anche lo stato psicologico, giocarli con entusiasmo. Il Catania dovrà resettare e ripartire dall’arma in più a disposizione, la spinta dei tifosi. Nessuno piazza di C ha un pubblico come Catania, questo è fuori discussione”.
Hai mai disputato i Play Off?
“I Play Off li ho fatti solo a fine carriera. A Castelvetrano militavo nel Rieti, fu decisivo un mio gol di testa e vincemmo. Per il resto no. Col Catanzaro vinsi il campionato, con il Perugia mi sembra arrivammo terzi o quarti lottando fino alla fine. A quei tempi il libero passava la palla al portiere, che poteva prenderla con le mani. Sono passati 30 anni, sicuramente era proprio un altro sport. Se passavi in vantaggio, al 90% la partita era vinta (ride, ndr)”.
Quanto può incidere agli spareggi la qualità di giocatori come Lodi?
“I giocatori di qualità fanno sempre la differenza. Al Catania non mancano, poi bisogna vedere come si calano nella categoria, come stanno fisicamente. Lodi, ad esempio, ha fatto tanti anni di A e B. E’ un calciatore molto importante per la C. E’ vero che bisogna correre tanto in terza serie, però poi la qualità è determinante. Oggi c’è tantissima corsa ed organizzazione ma poca roba in termini di qualità. Il livello si è abbassato notevolmente. Quando giocavo in C, a Perugia c’erano Rambaudi, Ravanelli, Pagliari. Nessun paragone con la realtà attuale. Oggi non vedo formazioni che ammazzano il campionato, tranne rare eccezioni. La prima può perdere anche con l’ultima della classe. Quest’anno la C è stata mezza falsata, un bel casino”.
Domenica il Catania affronterà la Cavese, altra tua ex squadra…
“Squadra giovane con un allenatore portato dal D.S. Pavone che ha sempre avuto Zeman in testa, guarda caso mister Modica è un discepolo di Zeman. A livello di qualità non ci sarebbe partita, ma Cava è un a piazza importante e con voglia di calcio, hanno fatto la Serie B, vantano un pubblico caloroso e sognano i Play Off. Quando vai fuori casa, soprattutto nel girone meridionale, non è mai facile anche se oggi il fattore campo è meno decisivo. Il Catania ha tutto per vincere, dipende anche da come approcci alla gara e da come questa s’incanala”.
Novellino può fare la differenza in questo Catania?
“Quando giocavo a Perugia lo incontravo spesso. E’ un grande ex giocatore, poi è diventato tecnico. Ha allenato anche mio fratello a Venezia vincendo il campionato, instaurando un bel rapporto con lui. C’è stato un periodo di tempo in cui era uno dei migliori allenatori italiani, un sergente. E’ stato poco fortunato dopo la parentesi alla Sampdoria, ma stiamo parlando di un ottimo tecnico, di carattere, che sa benissimo come gestire il gruppo. Il calcio non è una scienza esatta, però secondo me il Catania è in buone mani. In C non vedo allenatori migliori di Novellino. Serve personalità. Se nella squadra manca, col mister l’acquisteranno. Mi auguro veramente che i Play Off il Catania li vinca, sarei contentissimo perchè ho tanti amici ancora lì”.
Si ringrazia Massimo Gregori per la gentile concessione dell’intervista.
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