Portiere rossazzurro tra il 1996 ed il 1998 in Serie C2 con trascorsi anche nella Sicula Leonzio, Giovanni Giorgianni è intervenuto telefonicamente ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com in vista del derby tra le due squadre. Oggi allena gli Under 15 Regionali del Camaro.
Allora Giovanni, innanzitutto quale ricordo custodisci della tua esperienza rossazzurra?
“E’ stato un onore avere indossato la maglia del Catania. Ho vissuto la prima annata con mister Busetta e Mei disputando i Play Off, la seconda con Mei e Gagliardi. Disputai solamente una partita alla guida di Mei, mentre nella gestione Gagliardi giocai molto più spesso. Credo 10-12 gare. Fui preso per fare da chioccia prima a Fimiani, poi a Santarelli. L’ho fatto ben volentieri in una piazza così importante”.
Il portiere è sempre un ruolo delicato, che rapporto avevi con i tuoi ‘colleghi’ di reparto?
“Io sono rimasto sempre molto umile, allenandomi al massimo delle mie possibilità. Cercavo di dare il mio contributo e, nel mio piccolo, penso di averlo fatto nonostante qualche sbaglio che capita a tutti ed in qualsiasi categoria. Mi piaceva vivere lo spogliatoio, aiutare i nuovi arrivati. Ad esempio a Santarelli, abituato a giocare nel torinese ed in Romagna, ricordai che se sbagli due gare di seguito sono cavoli amari a Catania. Quando saltò la panchina di Mei, a Monte Po i tifosi ci rinchiusero negli spogliatoi con i Dobermann. Io cercavo di dare dei consigli a tutti su come approcciarsi a Catania. Il collega non lo vedevo mai come un rivale. E’ normale lottare per la conquista del posto da titolare. Mors tua vita mea, nel calcio nessuno ti regala niente. Ma io ho sempre avuto un rapporto ottimo e rispettoso con i portieri”.
Tanta sfortuna al primo anno di Catania perdendo i Play Off…
“Assolutamente sì. Avremmo potuto iniziare un ciclo che, poi, si aprì comunque qualche anno dopo. C’erano nomi importanti in quella rosa che avrebbe meritato la promozione. Poi si è lavorato sugli errori commessi e, nel tempo, migliorato ponendo basi solide per il futuro del Catania”.
Cosa ricordi, invece, dell’esperienza vissuta alla Leonzio?
“Ai primi anni a Lentini avevo un mostro, Cavalieri che aveva fatto la Serie A. Mi insegnò tantissimo. Ho cercato di emularlo. Bellissima esperienza a Lentini sono tutti i punti di vista. Poi quando si vince si sta bene in qualsiasi posto. Lentini mi ha formato come calciatore, ho vinto il campionato di C in giovane età giocando quasi tutte le partite, tranne una perchè Leo Pellegrino a Castellammare era un ex ed il mister ha voluto premiarlo facendolo giocare. Sono stati anni bellissimi. Ma anche a Catania pur avendo giocato pochissimo, vivendo una piazza che ti fa sentire calciatore”.
Catania per qualcuno è una piazza non semplice da gestire per via delle pressioni. Tu come la pensi?
“In un gruppo possono esserci anche i cosiddetti giocatori del giovedì. Quelli che quando fai le partitelle sono fenomeni, poi la domenica scompaiono dal campo. Devi avere gli attributi per giocare a Catania. In Serie C difficilmente si trovano 20mila persone sugli spalti. Un pubblico del genere può essere determinante per la squadra ai Play Off. Ne approfitto per dirti di sperare che i rossazzurri riescano a salire di categoria. Vediamo, i Play Off sono una lotteria ma il Catania possiede i mezzi per vincerli. E’ il momento in cui i più esperti siano da traino per i calciatori meno carismatici. Se mancano gli uomini di carisma in una città come Catania fai brutta figura. Con tutto il rispetto, un conto è giocare a Catania, un altro a L’Aquila o Latina”.
Come gestire i momenti delicati?
“Devi essere forte psicologicamente, avendo anche qualcuno che ti sappia consigliare. Il mister è importante in tale contesto, deve essere anche psicologo. Da questo punto di vista Novellino è una garanzia visto il suo passato. Ha fatto anche la Serie A vantando un’esperienza notevole. Poi è chiaro che i giocatori devono tirare fuori qualcosa di più in questo momento”.
Catania che si appresta ad affrontare la Sicula Leonzio, che partita c’è da aspettarsi?
“Sicuramente sarà ostica per il Catania. Anche perchè la Leonzio ha poco da perdere, è più tranquilla psicologicamente e potrebbe approfittarne, giocando senza l’assillo di vincere a tutti i costi al contrario del Catania. Le motivazioni giocano un ruolo fondamentale. Per i rossazzurri c’è un terzo posto da difendere e conta avere questo vantaggio in prospettiva Play Off. Gli spareggi promozione sono gare dall’esito non scontato. Io sto allenando un gruppo Under 15, anche noi dobbiamo affrontare i Play Off e non bisogna affrontarli con eccessiva carica, può essere deleterio. Serve sempre la giusta tensione”.
Si ringrazia Giovanni Giorgianni per la gentile concessione dell’intervista.
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