23 aprile 2012, giorno che sancisce la fine del rapporto tra il Catania e Pietro Lo Monaco prima del suo ritorno ai piedi dell’Etna verificatosi quattro anni dopo. Riportiamo le parti salienti dell’intervento di Lo Monaco a commento della decisione maturata allora:
“La decisione che ho preso è la conseguenza di un fatto grave a mio parere e per questo già tre mesi fa ho detto a chi di dovere che non ci sarei stato l’anno prossimo. Io lascerò le mie indicazioni, poi spetterà a chi viene dopo prendere le decisioni in merito. Non pensate che dopo 8 anni per me sia una cosa facile andar via. Io avevo fatto una scelta di vita, ma già dopo la frattura per la questione Salernitana il vaso era rotto e incollato. Però le cose evidentemente non andavano bene. Io nel Catania sono un dipendente e sono stato trattato come tale, anche se a conti fatti non ho agito da dipendente. Io già otto anni fa dissi a Pulvirenti che il nostro rapporto sarebbe finito nel momento in cui si sarebbe stancato di sentire che io contavo più di lui. E’ successo esattamente questo”.
“Tre giorni fa ci siamo dati la mano e ci siamo ripromessi che non avremmo fatto più dichiarazioni in merito a questa situazione. Pronti via dopo l’Atalanta è spuntata la storiella della vittoria più bella, ma io so perchè l’ha detto, nonostante le sue giustificazioni. Aldilà di tutto ciò che sto dicendo però sia chiaro che io voglio bene all’uomo Pulvirenti. Undici anni insieme sono importanti. Il Catania ha un direttore sportivo cresciuto con noi e che conosce tutto, cioè Pippo Bonanno. Penso ci sia bisogno di un direttore generale, che abbia forza e abbia a disposizione un amministratore delegato, dato che finora ho fatto tutto io. Questo comunque non è un mio compito, il Presidente ha ribadito più volte di avere le idee chiarissime. Bisogna mettere da parte il necessario, come è stato per il centro sportivo e se si ha voglia di fare il nuovo stadio occorrerà adoperarsi con i propri mezzi”.
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