ESCLUSIVA – Raimondi: “Catania, se vinci a Reggio è di buon auspicio. Lo dice la storia. Massimino ed il numero 32. Quanti calci diedi a Novellino…”

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Ha totalizzato ben 36 presenze indossando la casacca della Reggina nella stagione 1975-76, una cinquantina con il Catania nel ’79-80 e ’80-81. La redazione di TuttoCalcioCatania.com ha avuto il piacere di sentire telefonicamente il doppio ex Aldo Raimondi, quando si avvicina il giorno di Reggina-Catania.

Quale ricordo conservi della tua esperienza alla Reggina?
“Lo stadio è intitolato al vecchio presidente, Oreste Granillo, una delle colonne del club. C’era Iacopino come Direttore Sportivo. Il mio cartellino apparteneva al Como, giocavo da tre anni tra i professionisti, mi diedero in comproprietà prima al Matera e poi alla Reggina. In quel periodo giocai anche nella Nazionale militare. A quei tempi ebbi un brutto infortunio al ginocchio e persi mio padre, però a Reggio fu un anno tra i migliori come rendimento personale, come a Catania. Giocai spesso, la terza serie era di ottimo livello allora. A Reggio avevo Regalia allenatore, che poi fece anche il D.S. per 4-5 anni con la Lazio. Il Lecce vinse il campionato, non c’erano i Play Off. Fino alla fine lottarono Lecce e Benevento, noi avevamo una squadra imbottita di giovani che poi, per tanto tempo, giocarono in categorie superiori. Bella esperienza, sicuramente”.

Di Catania so che ancora ricordi amaramente la mancata promozione in B…
“Avevamo una squadra fortissima, perdemmo alla penultima di campionato a Pisa quando mancavano 10′ al fischio finale. Stavamo dominando, partita infame. Ancora ho vivo un ricordo amarissimo perchè la gente meritava la B. Quella sconfitta ci condannò. Fu Quarella a segnare di testa. Era subentrato al capocannoniere del Pisa, questo ci fece gol nell’unica palla che toccò e la mise all’incrocio, su un cross dalla trequarti. Un attimo di distrazione di Bertini che, prima di quell’episodio, non aveva sbagliato niente. Poi questo Quarella non l’ho più sentito giocare… cinque minuti prima dell’1-0 sfiorammo la rete della vittoria due volte. Anche il pareggio a noi sarebbe andato benissimo perchè avremmo tenuto Pisa e Matera alle spalle, quell’anno ne salivano due. Poi col Chieti quasi retrocesso pareggiammo poichè eravamo parecchio demotivati. Impossibile dimenticare. La stagione successiva, quando arrivò Marco Piga ed io andai via, il Catania seppe risollevarsi vincendo il campionato”. 

Il Catania attuale è reduce da due vittorie consecutive con Catanzaro e Juve Stabia, campionato riaperto?
“La Juve Stabia sembrava dovesse spaccare tutto, invece ha perso a Catania ed ora il distacco dagli etnei si è ridotto. Anche la Juve Stabia comincia a sentire il fiatone. Lo scivolone può capitare in qualsiasi momento. Nel calcio di oggi, poi, il punto vale una mezza sconfitta perchè con la legge dei tre punti la classifica diventa un elastico. Anche con uno scarto di -9 i giochi non possono mai definirsi chiusi. Una volta la vittoria valeva due punti ed era diverso. Adesso le motivazioni sono alte in casa rossazzurra. C’è un allenatore esperto che lavora soprattutto sul profilo mentale. Io non ho mai creduto sinceramente negli allenatori fenomeni, ma a quelli che psicologicamente ti danno sicurezza, fiducia. Così tu giocatore fornisci il 101%. Novellino ha trasmesso soprattutto tranquillità, aiutando anche la squadra a non soffrire la pressione di una piazza calda, dove serve carattere. I calciatori sono gasati in questo momento, bisogna essere fiduciosi. In Italia quasi tutti gli allenatori sono bravi e preparati ma chi riesce a trasmettere il proprio carattere fa la differenza. Il Catania può fare bottino pieno dappertutto con la rosa a disposizione ed i risultati sono determinanti adesso. Non è affatto semplice vincere a Catanzaro con una squadra allenata da Auteri, che è molto bravo e fece miracoli in passato con il Matera. Il successo del ‘Ceravolo’ e con la Juve Stabia ha fatto scattare tutte quelle potenzialità che, magari, prima si nascondevano per difetto caratteriale o altro”.

Hai avuto modo d’incontrare Novellino da avversario?
“Come no, certo. A Novellino diedi un sacco di calci in un Catania-Milan, poi lui era un cascatore nato e nella gara di ritorno a Milano gli feci fallo da rigore. Cadde per terra appena si sentì toccato da dietro ma è stato un grande calciatore veramente. Devo essere sincero, quando giocammo a Milano io non lo presi mai. Lo dovevo legare per prenderlo (ride, ndr). Al Cibali finì invece in parità, io marcavo Novellino sulla fascia. Quanti calci gli diedi… me la cavai abbastanza bene. Bella partita, loro forse non si aspettavano la nostra aggressività. Il Milan era retrocesso in B. Al ritorno perdemmo 4-1 ma ci salvammo con la buonanima di Mazzetti. Campionato chiuso a metà classifica”. 

Sottil è approdato a Catania con referenze ottime, ma qualcosa non è andata per il verso giusto. Come te lo spieghi?
“Il caos estivo dei mancati ripescaggi ha avuto la sua incidenza. Poi conta molto la personalità di un allenatore. Non voglio dire che Sottil non ne abbia, avendo fatto benissimo a Siracusa e Livorno, ma tante volte le situazioni per i tecnici non sono le stesse. Novellino ha tantissima esperienza nella gestione di spogliatoio e squadra, evidentemente è riuscito a trasmettere serenità. Sottil non è che non sia bravo, magari certe situazioni sono state favorevoli a Novellino e quest’ultimo se l’è anche sapute creare. Poi non so, magari Sottil ha chiesto 3-4 giocatori in sede di mercato e la società non lo ha accontentato, questo aspetto potrebbe avere inciso ulteriormente. Ha firmato un contratto triennale, quindi era evidente che Lo Monaco credesse in lui”. 

Domenica Reggina-Catania, sensazioni?
“Il Catania ha spesso vinto a Reggio Calabria nella storia, collezionando risultati importantissimi. Siamo giunti al rush finale e se il Catania vince a Reggio è di buon auspicio anche stavolta. Vincendo lì i rossazzurri hanno quasi sempre vinto il campionato poi. Ciceri mi ha raccontato, in particolare, di un 3-2 finale per il Catania quando mancavano pochi mesi alle elezioni comunali, dicendomi che sul traghetto Massimino indicava i numeri 3 e 2 che erano i numeri della sua lista. I tifosi pensavano fosse il risultato e lo osannavano, invece era un modo per dire ‘votate 32’. Persona incredibile Massimino”.

A proposito della figura di Massimino, quali altri aneddoti ti vengono in mente? 
“Il Presidente se facevamo i cattivi ci diceva ‘vi mando a giocare a Canicattì’! Battute che non si dimenticano. Quando mi fece il contratto, armeggiava con il cemento. Aveva la pala in mano, mi disse ‘come ti chiami?’. Io risposi ‘Aldo’. Voleva pagarmi 15 milioni di lire, io ne avevo presi 18 a Como. Poi mi disse ‘vabè, ciao’. Il tempo di scendere in albergo e me ne diede 20. Diceva sempre ‘dobbiamo fare la polpetta’, lui stravedeva per gli attaccanti. Era come vivere in una famiglia, Massimino persona eccezionale”.

Aldo, qual è adesso il tuo rapporto con il calcio?
“Guarda, lo seguo pochissimo il calcio perchè mi è passata la voglia di lavorare in questo ambito. Dopo sei anni di Salernitana nel settore giovanile ottenendo grandi risultati, ho lavorato nelle scuole calcio. Mamma mia… le scuole calcio dovrebbero essere eliminate, più che altro perchè i genitori influiscono spesso in negativo sui ragazzi e non li riesci a gestire. Se alleni in un settore giovanile per bene ed organizzato, ad esempio nel Catania che ha costruito un impero a Torre del Grifo, ne beneficia l’intero movimento”.

In conclusione, da che parte stai in ottica Reggina-Catania?
“Guardo il Catania con lo stesso affetto di Matera, l’ho sempre detto, ma qui il tifo non è passionale come Catania e piazze tipo Taranto, Bari e Salerno che vivono per il calcio. Ho vissuto due anni a Catania e mi sono rimasti dentro. Mi dispiace per Reggio ma penso non ci sia paragone di affettività. Io ho fatto il migliore campionato a livello personale alla Reggina, ma ho un legame e ricordi troppo forti con i tifosi catanesi, a cui auguro sempre il meglio. Non per niente sento ancora tanti ex compagni di squadra. Seguo le vicende del Catania perchè mi aggiorna sempre Ciceri. Claudio è una persona stupenda, abbiamo condiviso sei mesi sotto il vulcano. Lo conobbi quando lui aveva 35 anni. Poi ebbe un brutto infortunio al flessore, andò dal Presidente disdicendo volontariamente il contratto. Non lo avrebbe fatto nessuno al suo posto. Io ho un ottimo ricordo di Claudio. Anche Gigi Chiavaro, Leonardi e Cantone mi aggiornano sempre sul Catania”.  

Al termine della piacevole conversazione, doverosa sottolineatura…
“Ho lasciato tanti amici giù, vanto ottimi ricordi e faccio sempre il tifo per il Catania. Parlare con te mi fa tornare per un attimo più giovane, facendomi tornare alla mente bei momenti. Sono stato veramente fortunato a giocare a calcio, ed è ancora più bello per me ricordare il passato rossazzurro. Salutami tanto i catanesi. Devono sapere che a Salerno hanno un tifoso in più. Io non dimentico le piazze in cui sono stato bene. E Catania mi è rimasta nel cuore”.

Si ringrazia Aldo Raimondi per la gentile concessione dell’intervista.

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"Le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi. Possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco vincente". Parole del grande scrittore tedesco Johann Wolfgang Von Goethe che mi hanno spinto all'ideazione di 'TuttoCalcioCatania.com'. Un progetto che parte da lontano e si pone l'obiettivo di fare informazione responsabilmente e consapevolmente. Direttore della testata giornalistica catanese e "stakanovista editoriale", mi avvalgo del contributo di un gruppo di lavoro brillante e motivato.