Poche apparizioni indossando la maglia del Catania ma un ricordo comunque significativo dell’esperienza vissuta in casacca rossazzurra. Ciro Danucci, attualmente in forza al Campobasso, ha giocato anche tra le fila della Juve Stabia festeggiando la promozione in B e disputando un eccellente campionato cadetto con le Vespe. Il centrocampista classe 1983 è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com con grande disponibilità.
Ciro, che idea ti sei fatto di questo campionato di C nel raggruppamento meridionale?
“Lo seguo con molta attenzione. Devo dire che il Catania ha un pò disatteso i pronostici della vigilia. Ci si aspettava un Catania nettamente protagonista, molto superiore alle altre compagini, invece con il passare del tempo la Juve Stabia ha dimostrato di essere squadra molto quadrata e forte che non ha perso un colpo e per le inseguitrici è stata dura. Ora il Trapani si è avvicinato ma ha una partita in più rispetto alle Vespe. Ritengo che il Catania debba puntare principalmente ad un buon piazzamento in chiave Play Off sfruttando la spinta notevole del pubblico. Conosco bene i tifosi etnei, ti spronano a dare il 200% rispetto a tante altre piazze. Cercare di arrivare almeno secondi sarebbe molto importante”.
In che misura hanno inciso sul Catania i mancati ripescaggi estivi?
“Queste cose succedono solo in Italia con squadre che hanno dovuto recuperare anche 7-8 giornate. Non deve mai più accadere perchè così diventa un campionato falsato. Il Catania ha pagato anche quest’attesa rispetto ad altre squadre, inoltre era stato costruito per la Serie B. C e B sono campionati completamente diversi, non è detto che se fai una squadra di categoria superiore vinci la C, il Catania rappresenta la dimostrazione lampante. Lo Monaco comunque è un grande intenditore di calcio e sicuramente ha allestito un’ottima squadra, ma in questo momento non è bastato. I rossazzurri, ripeto, eventualmente hanno ottime possibilità di conquistare la B tramite i Play Off”.
Che partita sarà Catania-Juve Stabia?
“La Juve Stabia ha fatto un campionato strepitoso andando un pò al di là delle attese iniziali. Rosa molto importante, Caserta è tecnico molto preparato che conosce peraltro benissimo Catania. Il Catania arriva a questa partita con l’obiettivo di riavvicinare il primo posto, discorso non del tutto chiuso, ma soprattutto vincere per cercare di arrivare più in alto possibile. La Juve Stabia, dal canto suo, è ancora imbattuta e questo non si vede spesso a 8 giornate dalla fine. Sicuramente avrà nelle sue corde il fatto di non mollare mai, tante partite le ha vinte o pareggiate nei minuti finali, aspetto caratteriale da non sottovalutare. La posta in palio è altissima e tutte le partite sono abbastanza bloccate in questa fase della stagione, penso che nelle battute iniziali del match le squadre si studieranno. Poi saranno i minimi dettagli a fare la differenza. Mi aspetto un match molto equilibrato tra due formazioni che subiscono pochi gol. Grosso equilibrio iniziale che può essere scalfito da qualche episodio, ad esempio un calcio piazzato. Sono squadre toste e ben strutturate anche fisicamente. Se le Vespe fanno risultato metterebbero una seria ipoteca sulla vittoria del campionato. Perdendo, invece, si riaprirebbero i giochi rendendo il torneo combattutissimo fino all’ultima giornata”.
Il Catania è reduce dal 2-1 a Catanzaro, moralmente vale parecchio questo risultato…
“Il Catania con il cambio tecnico ha avuto una scossa importante. Molte volte il cambio di allenatore viene effettuato più per una questione caratteriale. Novellino è uno specialista in promozioni, sicuramente in termine di esperienza e gestione di questi momenti è un maestro. Lo Monaco è andato sull’usato sicuro, credo che l’esperienza sia fondamentale adesso. Poi la squadra viene da un successo pesantissimo a Catanzaro contro la formazione che esprime il migliore calcio nel girone C guidata da un allenatore come Auteri che fa sempre giocare molto bene le sue squadre. Questo può essere il momento in cui il Catania prende consapevolezza della sua forza”.
Hai indossato le casacche di Catania e Juve Stabia, cosa ricordi delle due esperienze?
“Ho un grande rammarico per com’è andata la mia esperienza a Catania. Ho giocato poco lì, ero giovane, la gente però mi voleva molto bene. Era un momento della mia carriera dove avrei potuto fare un salto di qualità. Esordì con l’Albinoleffe giocando un’ottima partita, poi mi sono fatto subito male. Avrei potuto giocare molto di più a Catania, una piazza che mi piace molto. Capitai in un’annata un pò particolare perchè la squadra non andava benissimo ma ho un ricordo molto bello, è stato un onore per me indossare la maglia rossazzurra. Città calorosa, clima stupendo… calcisticamente è una delle piazze del sud più importanti e blasonate con la gente molto attaccata ai colori sociali. Cosa chiedere di più? Difficile trovare in giro piazze del genere. Catania non c’entra niente con la C. Lo Monaco e Pulvienti hanno dimostrato di ambire ad un calcio importante del quale loro sono specialisti. Catania è Catania, per me in Sicilia Catania e Palermo si dividono la regione. Sono due società gloriose ed io ho avuto la fortuna di giocare ai piedi dell’Etna. A Castellammare il pubblico spinge molto in casa. Ho ottenuto una promozione in B, dove arrivammo ottavi nonostante i punti di penalizzazione, fu un campionato strepitoso per quelle che erano le aspettative della società. A Castellammare ho avuto la soddisfazione di giocare in una piazza che non andava in Serie B da 60 anni. Esperienza molto speciale”.
Per chi farai il tifo tra Catania e Juve Stabia?
“Personalmente mi trovo molto combattuto anche se propendo un pò per la Juve Stabia. Grossa stima di Catania però a Castellammare ho vissuto due anni bellissimi. Quando vinci un campionato hai un ricordo ancora più bello, forse ti prende maggiormente. Castellammare e Catania hanno due storie calcistiche diverse, imparagonabili dal punto di vista del blasone, Castellammare però è la tipica città del napoletano che ti fa sentire calciatore con un pubblico anch’esso molto attaccato e caloroso”.
Come vanno le cose a Campobasso?
“Io adesso gioco in Serie D, in una piazza importante che non merita questa categoria per storia e tifoseria. Cerco di fare nel migliore dei modi gli ultimi anni di carriera, mi diverto molto e sto bene fisicamente. Penso e spero di continuare ancora per qualche anno. Noi abbiamo una società solida alle spalle. Quest’anno è stato di adattamento. Hanno rilevato il club all’ultimo minuto in estate, quindi squadra fatta in fretta e furia. Nel tempo ci siamo stabilizzati, ora occupiamo una tranquilla posizione di classifica. Spero di rimanere e di raggiungere il prossimo anno la promozione, che potrebbe arrivare anche tramite ripescaggi. Mi piacerebbe tornare a giocare nel calcio professionistico, almeno in Lega Pro dove ho speso l’80% della mia vita calcistica. Mi aspettavo molto di più dalla carriera, sono un pò deluso ma spesso nel calcio serve anche un pizzico di fortuna. A me è mancato il fatto di crescere un attimo prima. Guardandomi indietro avrei operato delle scelte diverse, comunque vado avanti con la passione per questo sport che non manca mai”.
Si ringrazia Ciro Danucci per la gentile concessione dell’intervista.
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