Le vittorie conseguite al cospetto di Catanzaro e Juve Stabia avevano rilanciato le ambizioni in casa Catania. I rossazzurri erano attesi da un banco di prova importantissimo a Reggio Calabria, ma la squadra di Walter Novellino non ha superato l’esame registrando un pessimo risultato. Perso l’appuntamento con il definitivo salto di qualità che avrebbe riavvicinato l’Elefante al secondo posto ed alimentato ulteriori speranze di vetta, il Catania si conferma in terza posizione prestando attenzione al Catanzaro che si riavvicina alle sue spalle. Una sconfitta pesante, scaturita dal non-gioco e da un atteggiamento assai rinunciatario riproponendo vecchi limiti. Gli etnei tornano sulla Terra dimostrando di non sapere gestire il clima di euforia che si respirava.
La squadra avrebbe dovuto spegnere i facili entusiasmi riproponendo al “Granillo” lo stesso spirito che aveva caratterizzato le precedenti gare. Niente di tutto questo. Catania con la pancia piena che, forse inconsciamente, credeva di fare un sol boccone della Reggina. Il rettangolo verde ha detto che gli amaranto hanno sportivamente bastonato i rossazzurri. Il nervosismo ha fatto il resto e, anzi, il passivo poteva essere più ampio se non fosse stato per le parate di Pisseri e per i calabresi che, ad un certo punto, si sono limitati ad amministrare il rassicurante vantaggio. Tanti i mea culpa da fare in questa partita, troppo nervosismo ingiustificato. Bisogna lavorare sodo sulla testa dei giocatori perchè, evidentemente, più di qualcuno non ha ancora capito cosa significhi indossare la maglia del Catania.
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