“Se non cambiano le cose, la colpa è mia”
Il numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli, ospite presso l’Auditorium FIGC di Perugia in occasione del Pallone d’Italia, evento che mette al centro dell’attenzione la sostenibilità della partita e la sua gestione come un evento. Tra i temi toccati, anche quello della sicurezza negli stadi:
“In molte città che sono sedi delle nostre squadre, i giovani non conoscono che la loro squadra milita in Serie C. Oggi i ragazzi hanno il calcio distante, dobbiamo ricostruire un percorso che parta da un’emozione, da un racconto per poter riportarli allo stadio. Abbiamo risposto a fatti gravissimi, sostanzialmente introducendo meccanismi che impedissero di entrare allo stadio, come la Tessera del Tifoso. I tifosi non avevano ragione ad osteggiarla, se si vuole bene alla propria squadra devono superare queste difficoltà. Noi vogliamo trasformare la Tessera in una fidelizzazione allo stadio. I problemi di sicurezza ora sono nelle autostrade più che negli stadi. Fermo restando il ruolo della polizia all’esterno, negli stadi ci vuole lo SLO che alimenta l’evento e che costruisce intorno alla partita una grande gioia. Non c’è tempo. Mi dicono spesso che nei nostri stadi ci sono poche persone, mi preoccupa che l’età media dei tifosi sia alta. Voglio consegnare a figli e nipoti un calcio che è quello che ho visto io, quello gioioso, quello dei ‘vaffa’ che restavano all’interno del momento. Io vorrei provarci per un tempo limitato. Altrimenti significa che se non cambiano le cose, la colpa è la mia”.
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