ESCLUSIVA – Caracciolo: “Catania, hai tutto per andare in B. Credici e prendi esempio dalla mia cavalcata a Siena. Con la Paganese gara delicata”

0
974

Ex centrocampista di Catania e Paganese, Fabrizio Caracciolo è intervenuto con grande disponibilità e cortesia ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com per parlare, tra le varie tematiche toccate, del confronto tra le due squadre in programma allo stadio “Angelo Massimino”.

Fabrizio, hai indossato anche la casacca della Paganese. Cosa mi dici della tua esperienza in azzurrostellato?
“All’arrivo a Pagani mi ritrovai in un ambiente completamente diverso da altri. Ambiente familiare, piccolino però sano, sereno, assaporavo calcio puro. Tutti ci furono d’aiuto ricordo, la società era molto vicina ad una squadra modesta ma, insieme alla città, conquistammo una salvezza insperata. Mi sono veramente divertito, senza grandi pressioni”.

Pressioni che, invece, a Catania non mancavano neppure ai tuoi tempi…
“Si sentiva il peso della maglia, la storia del club. Quell’anno poi c’era Gaucci alla presidenza, quindi alle pressioni importanti della piazza si aggiungevano quelle fortissime della società. Ci sentivamo addosso la responsabilità di una città intera e di un club pressante perchè aveva speso tanto e promesso molto ai catanesi. Non potevamo sbagliare, dovevamo assolutamente vincere. A Catania la pressione è molto forte, devi saperla gestire”.

Veniamo al campionato attuale, il Catania non sta rispettando le attese. Ce la farà comunque a centrare l’obiettivo?
“Ogni campionato ha sempre una storia a sè. Se la squadra è forte a livello di spogliatoio, supererà tutte le difficoltà arrivando fino in fondo. In caso di fratture di loro, allora non va bene. Il gruppo è fondamentale in questi casi, le difficoltà si affrontano da uomini. Deve essere brava la società a ricompattare tutti e servirebbe anche un pò di fortuna perchè i risultati aiutano a superare i momenti difficili. Il Lecce lo scorso anno visse un momento delicato, il Presidente fece alcune dichiarazioni molto importanti riuscendo a ricompattare ambiente, squadra e tifosi. Il Catania ha tutte le potenzialità per seguire questi passaggi”.

A proposito di Lecce, quanto può incidere lungo il percorso l’ingaggio dell’ex giallorosso Matteo Di Piazza?
“E’ un giocatore che fa la differenza ma deve essere supportato. Non può risolvere tutti i problemi da solo, deve essere messo in condizioni di dare una mano alla squadra. E’ un giocatore importante ma è necessario tutto il contorno per fare emergere appieno le sue potenzialità. Serve anche tempo, l’allenatore deve essere bravo e fortunato ad inserirlo al meglio nel contesto. Il Catania credo abbia fatto degli acquisti mirati a gennaio”.

In caso di Play Off, una promozione in più rispetto allo scorso anno. Catania eventualmente in grado di approfittarne?
“I Play Off sono sempre una lotteria. Squadra e società sono forti, la tifoseria è importante. Il Catania possiede tutte le carte in regola per riuscire a spuntarla. Spero che torni presto nel calcio che veramente conta. E’ stato anche danneggiato dal caos estivo dei ripescaggi, ma devo dire che il calcio in generale ha perso una buona occasione per fare pulizia. Sempre per colpa di alcuni soggetti parliamo di calcio sporco, malato. E’ un peccato, bisognerebbe avere la forza di dire basta e di mettere fuori chi sbaglia. E’ una pagliacciata, che campionato regolare è quando ancora alcune squadre devono recuperare partite? Ci sono squadre con una storia importantissima che va rispettata”. 

E’ una Serie C completamente diversa dai tuoi tempi?
“Io ricordo che quando andavo a fare il riscaldamento c’era la curva piena, per me questo era un sogno. Troppo bello entrare in campo e sentire la gente che ti esortava a vincere la battaglia sportiva. Adesso non voglio dire che non sia più il calcio di una volta però vedo cose diverse, non mi appassiona più di tanto seguire in particolare questa Serie C. Troppa confusione, schifezze, non si capisce bene cosa succeda. Io quando arrivai in C da ragazzino trovavo gente esperta, che aveva fatto una vita in questa serie e non era facile giocare, dovevi sudartela la maglia. Il campionato inoltre era molto più sentito per i giocatori stessi. Adesso invece questi ragazzini li buttano subito in campo, anche se avrebbero bisogno di tempo per migliorare. C’erano anche allenatori più esperti. Se uno è bravo gioca secondo me, adesso hanno imposto queste regole sugli under che non aiutano nessuno”.

C’è un’impresa sportiva che ti è rimasta scolpita nella mente? 
“Non dimenticherò mai la salvezza ottenuta con il Siena di Papadopulo in Serie B nel 2002. Papadopulo andò inizialmente via, poi tornò prendendo il posto di mister Guerini. Tutti ci davano per retrocessi, invece riuscimmo a centrare se non ricordo male 13 vittorie di fila. Furono poste le basi per un futuro ancora più importante, ricordo un cavalcata davvero incredibile”.

Questo tuo esempio fa capire che non bisogna mai dare nulla per scontato, anche se quest’anno la Juve Stabia vola nel girone C…
“Ci devi credere perchè tutto è possibile. Fino a quando c’è speranza bisogna sempre crederci. Non è una frase fatta. Quell’anno eravamo ormai retrocessi, invece ci salvammo. Un’impresa storica. Certo, diventa difficile per il Catania vincere il campionato ma la squadra di Sottil ha le caratteristiche per non sbagliare più, poi bisogna vedere anche cosa faranno le altre. Le possibilità di vittoria ci sono ancora, ovviamente serve anche un pò di fortuna”.

E naturalmente bisognerebbe infilare una lunga serie di risultati. Possibile a cominciare da Catania-Paganese?
“Domenica non avrà una gara facile il Catania, la Paganese non è avversario semplice. Adesso il Catania deve pensare partita per partita, domenica dopo domenica. La Paganese è ostica, magari si difendono in undici e l’incontro può diventare complicato. Sarebbe importante se il Catania lo sbloccasse subito, ma loro non avranno niente da perdere. Queste gare possono diventare le più difficili del campionato. Se non le sblocchi subito devi avere pazienza e sangue freddo, inoltre l’approccio è fondamentale, non lo puoi sbagliare. Tutti giocano col coltello tra i denti quando affrontano il Catania. E’ molto delicata questa partita secondo me”.

Sei complessivamente soddisfatto della tua carriera da calciatore?
“Certo. Forse ho lasciato il calcio troppo presto. Ho chiuso a Casarano perchè c’era un ambiente dilettantistico che non mi piaceva ed ho preferito dedicarmi ai ragazzi. Forse sarei dovuto rimanere attaccato al carro di qualcuno ma non mi andava di scendere a compromessi o stare alle dipendenze di qualcuno”. 

Hai un pò di nostalgia del calcio giocato?
“Guarda, ti dico che mi sto divertendo con i miei ragazzi nell’ambito di una scuola calcio. Calcio vero, mi danno grandissime soddisfazioni. Quando fanno ingresso i genitori, però, comincio a non divertirmi più (ride, ndr) perchè vogliono tutti il figlio fenomeno e non capiscono che questi ragazzi devono essere lasciati tranquilli. Ogni volta che vedo una partita giocata da altri, però, sto male. La nostalgia del calcio giocato c’è, mi mancano l’adrenalina del campo, il tifo, le partite. A me piace ogni tanto vivere di ricordi, rivivere immagini del mio passato. Ad esempio uno dei più bei gol a Catania per il 2-1 alla Lodigiani. Conservo una foto con la maglia del Catania in quel momento bellissimo che racchiude tante emozioni che ho avuto la fortuna di vivere. Io sono rimasto molto legato alla piazza etnea. Il primo anno in C mi ha dato la possibilità di trasferirmi in B, grazie al Catania feci questo importante salto di categoria”.

Si ringrazia Fabrizio Caracciolo per la gentile concessione dell’intervista.

***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***