Ai microfoni di ‘Radio Studio Italia’, in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com, è intervenuto telefonicamente Alessandro Ambrosi, doppio ex di Catania e Viterbese soffermandosi su vari aspetti:
Alessandro, oggi sarai presente alla Mostra dello Sport Catanese. Quali sensazioni per te?
“Per me è un piacere, ho l’occasione di tornare a Catania dopo una ventina d’anni. Sono davvero felicissimo, incontrerò vecchi amici ritrovando una città che porto sempre nel cuore”.
Passiamo alla realtà del Catania, l’attacco fatica a segnare con regolarità ed il gioco latita. Come la vedi?
“L’attaccante vive di momenti. A volte le cose vanno per il meglio, in altre occasioni i gol non arrivano. L’importante è non intestardirsi nel cercare la rete. Come vengono, vengono. Basta che i gol arrivano. Soprattutto in questa fase della stagione. Conta che il Catania vinca e basta. Tralasciamo chi segna. Anche se segnasse l’arbitro (ride, ndr). I rossazzurri devono vincere, provare questa rimonta difficile ma bisogna crederci. Pensando solo ed esclusivamente a portare a casa il risultato, a prescindere da tutto”.
C’è un ex compagno di squadra che hai particolarmente apprezzato e vedresti bene in questo Catania?
“Ai miei tempi si parlava di un altro calcio. Sarebbe difficile individuarne uno solo. Fu un’annata fantastica, attraverso quel gruppo vennero gettate le basi da cui poi arrivarono tutti i successi del Catania. Si rivelò il punto di partenza, sfiorammo quasi un’impresa. Purtroppo quella finale Play Off persa col Messina brucia ancora, ma era un gruppo importante e l’anno successivo il Catania salì in B”.
Hai vissuto anche un’esperienza alla Viterbese, quale ricordo conservi?
“Anche lì fu un’annata eccezionale. Siglai 18-19 reti, militavo in una categoria diversa ed ero nella fase calante della carriera, Viterbo è una cittadina, rappresenta un bacino d’utenza molto ridotto, un’altra realtà a confronto con Catania. Anche lì il calcio è seguito ma sono due parametri totalmente diversi. Mi sono trovato comunque bene a Viterbo con società e tifosi”.
Catania sulla carta favorito a Viterbo, ma tu sai benissimo che queste non sono affatto partite semplici…
“Sarebbe da matti andare a Viterbo pensando di passeggiare. E’ un campo difficile e la squadra allestita è competitiva, fastidiosa da affrontare. Ma al Catania conta poco l’estetica, servono praticità e concretezza, anche vincere sporco se si vuole mettere pressione alla capolista”.
Catania e Viterbese sono state coinvolte nel caos estivo, che idea ti sei fatto di quanto successo?
“Dove stiamo giocando, al bar? Neanche nei campetti di periferia succedono determinate cose, vedi anche il 20-0 del Cuneo alla Pro Piacenza. Alla fine pagano sempre i tifosi, coloro che ci mettono il cuore. Campionato falsato. Ogni anno è sempre così purtroppo”.
Quali gol rossazzurri i più belli che ricordi?
“Tutti. Forse, se proprio devo scegliere, dico la rete del 2-0 contro l’Avellino ai Play Off. Più che altro perchè è stata molto significativa, in quanto dovevamo recuperare il ko dell’andata. Fummo costretti a vincere e quel gol ci diede la sicurezza dell’approdo in finale”.
Alle Universiadi hai avuto il primo approccio con Catania. Portò bene, alla luce della tua futura esperienza rossazzurra…
“Vincemmo. Fu un crescendo eccezionale. Nessuno s’immaginava quello che poi diventò la reale portata dell’evento. Feci anche una tripletta contro l’Olanda, ricordo un gruppo incredibile anche quello. Si trattò del mio primo approccio con la Sicilia. Fu un battesimo che mi ha portato ad avere la fortuna di giocare in una piazza importante come Catania, anche se solo per 20 partite”.
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