Il difensore del Catania Andrea Esposito protagonista del consueto ‘Face to Face’ di Ultima Sport. Il giocatore rossoazzurro ripercorre anche alcune tappe significative della propria carriera. Ecco di seguito riportato un estratto testuale dell’intervista:
“Lecce è il luogo in cui sono nato e cresciuto. Ho avuto la fortuna di cominciare da ragazzino nel settore giovanile e di esordire in Prima Squadra nel 2004 con mister Delio Rossi, il sogno di ogni ragazzo. E’ stata l’esperienza più bella della mia vita. Ho esordito a 17 anni contro una Lazio fortissima in lotta per lo scudetto. E’ stato tutto così veloce, all’inizio non ti rendi conto di quanto realizzi, passando dalle giovanili alla Prima Squadra contro una grande squadra italiana. Giorni molto emozionanti che ricorderò per sempre. Tra le tante emozioni negli anni giallorossi ricordo il gol contro il Milan e la corsa sotto la Curva in uno stadio pieno di gente. Sin da piccoli siamo partiti con lo stesso gruppo facendo benissimo, vincendo anche scudetti e Coppe Italia. Pellè? Graziano l’ho conosciuto. La concorrenza di gente come Vucinic e Bojinov era decisamente agguerrita ma poi Pellè si è fatto valere, dimostrando tutte le sue qualità”.
“La convocazione in Nazionale nel 2009? Fui convocato da Marcello Lippi, una convocazione inaspettata. Non giocai a Pisa contro l’Irlanda del Nord purtroppo, però vestire la maglia dell’Italia è sempre qualcosa di emozionante. Era una squadra sperimentale quella, ma furono convocati giocatori che fecero molto bene. Sono stato il primo leccese ad avere indossato la maglia azzurra. Ho avuto la fortuna di giocare per il Lecce e segnare in categorie differenti. Mi fa molto piacere tutto questo. L’attaccante più forte che ho marcato in carriera? Ce ne sono tanti eh. Diversi anche dal punto di vista tecnico e fisico, però cito sicuramente Ibrahimovic. Il più completo, giocatore impressionante”.
“Il Catania sta subendo tanti gol? Abbiamo subito più reti del previsto ultimamente, ma lavoriamo per risolvere questo problema. Fortunatamente in molte occasioni segniamo più di quanto subiamo ed occupiamo la parte alta della classifica, comunque è un dettaglio da migliorare. Il mister ci trasmette tanto dal punto di vista caratteriale. Basti pensare al rigore sbagliato contro il Siracusa. Avrebbe tagliato le gambe a chiunque, invece abbiamo avuto la forza di reagire battendo una buona squadra. Allenatori con cui ho legato di più? I tecnici delle giovanili del Lecce, in particolare Roberto Rizzo mi ha dato l’impronta calcistica e formato come uomo. Mister Mario Beretta, invece, mi ha dato la possibilità di fare il primo anno di A. Quasi 30 presenze con lui, devo solo ringraziarlo. Adesso ha deciso di occuparsi di settore giovanile ma ha ottenuto ottimi risultati”.
“Ogni partita è fondamentale. Abbiamo dei limiti ma giochiamo sempre per vincere. Questa beffa del mancato ripescaggio ci ha messo nelle condizioni di giocare ogni tre giorni e non è facile perchè affronti squadre che riposano e recuperano acciaccati. E’ più complicato ma abbiamo le forze per gestire la situazione ed una rosa importante. Ero convinto della B all’inizio, quasi certezza con il format a 22. Poi si sono inventati questa cosa che non saprei come definirla. Hanno falsato il campionato per un tornaconto personale, aggirato le regole ma abbiamo tanta voglia di provare a vincere tornando in quella cadetteria che Catania ed il Catania meritano. Sarebbe una soddisfazione enorme conquistarla sul campo”.
“Lecce vanta un pubblico molto caloroso. Sono stato anche al Genoa e confermo che Marassi è uno stadio che si fa sentire. Bologna e Vicenza sono altre tifoserie importanti come Catania. Mi trovo benissimo qui ma non avevo dubbi. Catania è una città che vive di calcio, la società è seria, sana con una struttura importante che ti permette di lavorare al meglio. Sono state tutte componenti determinanti nella scelta di venire. Ho accettato subito la chiamata del Direttore Argurio in estate, c’era la possibilità di accettare la sua proposta l’anno prima ma poi firmai per il Cesena in B”.
“Antonella è la mia compagna. Non volevo andare via da Latina ma la situazione societaria non era stabile e, allora, decisi di trasferirmi a Vicenza. Adesso siamo lontani, anche perchè con i mancati ripescaggi dobbiamo recuperare tante partite e giocare spesso. Non avendo un giorno libero è quasi impossibile vedersi, sono sacrifici che si fanno ma andiamo avanti. Mio figlio Mattia? E’ cresciuto lontano da Lecce. Adesso spero che si affezioni al Catania,mi farebbe molto piacere. Indossa già la maglia rossoazzurra. La famiglia è la cosa più importante della mia vita. Viene prima di tutto. Una volta diventato padre questo pensiero si amplifica notevolmente. Dopo l’arrivo di Mattia mi sento trasformato. Penso prima al loro benessere. Mia sorella? Ci vogliamo un bene dell’anima ma non ci sentiamo tantissimo. Lei abita a Castellammare di Stabia, prossima settimana dovrei vederla con la scusa che giocheremo lì. Abbiamo un ottimo rapporto”.
“Sushi ed orologi? Mi piace il sushi, mentre questa passione per gli orologi è nata dal nulla. Attraverso un pò di amici e conoscenze. In particolare un amico di Modena, venditore che conobbi un giorno. Mi ha trasmesso questa passione ed è rimasta tuttora. Che musica ascolto? Un pò di tutto. I cantautori italiani mi piacciono molto ma non ho un genere preferito. Striscioni degli ultras rossoazzurri per le vittime di Palermo? Non ce l’aspettavamo sinceramente. Non capitano spesso queste cose nel calcio. E’ segno di grande civiltà e solidarietà rispetto ad una tragedia, anche se si parla di una città sportivamente rivale“.
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