ESCLUSIVA – Raimondi: “Nel girone di ritorno emergeranno i valori. Catania, quest’anno più chance per la B. A Matera non facile. Lo Monaco, verrei di corsa”

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Ex giocatore di Catania e Matera negli anni ’70/80 con trascorsi anche sulla panchina dei lucani successivamente, Aldo Raimondi rilascia un’intervista esclusiva ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com in vista di Matera-Catania. Lunga e piacevole chiacchierata analizzando molteplici aspetti.

Matera completamente rinnovato, quali insidie per il Catania in terra lucana?
“Auteri ha fatto un grande lavoro nella passata stagione tra mille difficoltà, quest’anno il Matera è ripartito da una nuova proprietà, un nuovo allenatore e punti di penalizzazione. La squadra di Imbimbo viene da una serie di risultati utili, sta bene moralmente. Ha acquistato entusiasmo aumentando l’autostima dei calciatori che giocano più tranquilli, se devono azzardare una giocata rischiosa lo fanno. Non sarà facile per il Catania anche perchè loro sono abbastanza gasati adesso. Il Matera è una squadra non dotata di tecnica eccelsa ma tutta cuore e corsa. C’è l’esperienza di Stendardo a guida della difesa, il resto è gente che vuole emergere in questa categoria in cui l’agonismo è fondamentale. Il Matera punterà tutto sull’agonismo, quindi sarà una bella lotta sotto questo profilo. Il Catania deve andare lì a fare risultato pieno con il Matera che si sa difendere e proverà a far male in contropiede. I rossoazzurri dovranno stare attenti alle ripartenze”. 

E da un pò di tempo che non lavori più nell’ambito del settore giovanile, come mai? 
“A Reggio quando c’era il D.G. Martino ricevetti un incarico da vice per il primo anno e da allenatore della Primavera per il secondo, causa motivi familiari rifiutai. Poi ho lavorato per sei anni nel settore giovanile della Salernitana con cui ottenni grandi risultati sotto la presidenza Aliberti, successivamente allenai il Matera in Interregionale e nelle giovanili. Da tre anni però mi è passata la voglia. I genitori si mettono in mezzo pur di fare giocare i figli, oggi manca soprattutto l’educazione. Dal 2010 con i ragazzi non si può più lavorare. A meno che non lavori per un grosso settore giovanile, e ce ne sono davvero pochi in giro. Noi allenatori possiamo dare delle direttive ai ragazzi ma soprattutto conta il loro comportamento da tenere, essere umili prima che bravi. Quando mancano queste basi è la fine. Tatticamente ti posso insegnare qualcosa ma contano specialmente i comportamenti. C’è uno schifo totale nelle scuole calcio. Ora si stanno inventando le scuole calcio d’élite ma vedo sempre le stesse schifezze. Io ho grandissima passione, ma ripeto che mi hanno fatto passare la voglia. Sono due anni che non vedo una partita di ragazzi. Non voglio usare parolacce ma la mia è una reazione alla eccessiva passione che avevo per questo sport”.

E se arrivasse una chiamata da Lo Monaco per allenare le giovanili?
“Ho sempre sperato in una sua chiamata. Verrei di corsa, avrei una volontà incredibile. Ho il patentino da professionista preso nel ’95. Adesso ho un’età di 63 anni, però se arrivasse la chiamata giusta in una società organizzata sarei contento. Con Lo Monaco ci conosciamo, ricordo quando iniziò a giocare nella Sessana ed io nella Pro Salerno. Lui poi lavorò a Udine, io a Matera. Lo Monaco conosce il calcio, è uomo competente in materia. Il Catania si è dotato di una struttura come Torre del Grifo Village. Non l’ho ancora visto ma mi dicono che questo Centro Sportivo sia bellissimo. Lavorando in una struttura importante ed organizzata il ragazzo non può che crescere bene”.

Il Catania lavora affinchè abbandoni la Serie C. Quanto è difficile venirne fuori?
“Ripartire non è semplice. Si devono mettere insieme diverse cose importanti. Serve la società giusta, costruire un pò alla volta. Catania è una piazza grande, esigente e quest’anno ha tutte le carte in regola per effettuare il salto di categoria. La gente vuole il bel gioco, le vittorie per 2/3-0. E’ normale in città abituate a giocare ad altri livelli. Quest’anno però c’è molta più possibilità per il Catania di vincere il campionato perchè il livello tecnico si è abbassato. Magari il torneo è un pò più livellato se consideriamo il valore delle formazioni medio-piccole ma a lottare per il vertice sono meno squadre. Il Catania è tra le papabili, possiede parecchie chance. E’ nella cerchia di quelle 2-3 squadre che possono vincere. Cito anche la Juve Stabia che, secondo me, possiede grossi giocatori e non sono affatto una sorpresa. Conosco la pressione della piazza di Catania ma fa parte del gioco. Lì viene fuori il carattere del giocatore se riesce a resistere a queste pressioni. Io le vorrei avere sempre. Chi non sa gestire le pressioni cambi mestiere. Devi tenerti le critiche, giocare con grande umiltà e senso di sacrificio. Elementi che erano e sono indispensabili. Io non ero un giocatore tecnico ma in mezzo al campo ‘menavo’, davo il cuore. A me piace la pressione. Ai miei tempi capitava anche che la gente di Catania ci contestasse ma io mi sentivo incoraggiato, avvertivo un senso di responsabilità maggiore e per me era qualcosa di positivo”.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando al Catania?
“Quando mi trasferì al Catania, mi ero appena fidanzato a Matera. Mi sono ritrovato con questo anello che allora costava tre milioni, allora venne un giornalista simpaticone e gli sembravo quasi un mezzo mafioso, camorrista (ride, ndr). Questa cosa mi rimase impressa. Cito anche la figura di Massimino, ricordo che feci il contratto mentre lui spalava nella sabbia. Quello mi fece capire la sua grande passione. E poi il tifo di Catania. I tifosi mi sono rimasti nel cuore”.

E del passato a Matera, che mi dici?
“Ho gestito anche attività commerciali a Matera, ho sposato una materana da cui poi mi sono separato. Ho allenato pure la Prima Squadra e nelle giovanili biancazzurre. Anche lì i tifosi sono appassionati anche se un pò distaccati quando le cose non vanno per il verso giusto. Da ex delle due squadre dico ‘vinca il migliore’. Mi aspetto un buon sostegno di pubblico contro il Catania allo stadio. Conservo il ricordo del 2-2 che facemmo proprio col Catania a Matera. Io venni espulso ingiustamente. Stavo entrando in maniera irruenta ma poi mi fermai, cercai in tutti i modi di farlo capire all’arbitro ma niente…”.

Cosa pensi di mister Andrea Sottil e quando verranno fuori i valori effettivi di questo campionato?
“Conosce la piazza e la categoria, è un allenatore che ha fatto bene e possiede l’esperienza giusta. I valori emergeranno completamente nel girone di ritorno. Non è una frase fatta ma i tifosi devono avere pazienza. Lo sviluppo del caos ripescaggi ha fatto sì che il Catania continuasse una rincorsa per mettersi in fila e non è semplice a qualsiasi livello affrontare una situazione del genere. Pensava di giocare in B, preparazione avviata per una partenza al top. Poi sono rimasti fermi a lungo e quando non giochi non c’è il ritmo partita, serve tempo per riprenderti. Tutto questo è penalizzante. Vedremo se, come dicono, aumenteranno le promozioni dalla C alla B. E’ il momento in cui non giocare bene non conta, adesso è importante fare punti e non importa in che modo. Magari a gennaio il mercato potrà dare una mano in caso di necessità. Il girone di ritorno sancirà la verità per tutti”.

Ti senti ancora con qualche ex compagno di squadra in casacca rossoazzurra?
“Certo, come no. Leonardi, Cantone, Chiavaro, Ciceri… siamo sempre in contatto via Facebook. Ci siamo ritrovati, abbiamo anche un gruppo social tutto nostro. All’epoca avevamo uno spogliatoio straordinario, c’era unione d’intenti, ci correggevamo l’uno con l’altro e tutto questo ce lo trasmettevano anche i tifosi. Ricordo una perfetta simbiosi squadra-tifosi”.

Si ringrazia Aldo Raimondi per la gentile concessione dell’intervista.

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