Giuseppe Lavigna, avvocato penalista abilitato dinnanzi alle giurisdizioni superiori, Giudice Sportivo Nazionale presso la Figc da quasi dieci anni e membro del comitato di redazione del Centro Studi di Diritto Economia ed Etica dello Sport, è stato contattato dalla redazione di catanzarosport24.it in merito alla emissione dei 37 Daspo preannunciati dalla Questura di Catania all’indirizzo di tifosi del Catanzaro:
“In presenza di episodi di violenza collettiva può accadere che il questore possa disporre il Daspo nei confronti di soggetti che pur non essendosi resi personalmente protagonisti di uno specifico atto di violenza abbiano tenuto, nell’ambito del gruppo, una condotta partecipativa che ha posto in pericolo la pubblica sicurezza o comunque abbia turbato l’ordine pubblico. Anche in questo caso sono stati sollevati, a mio parere giustamente, molti dubbi di legittimità costituzionale, perché non deve essere la presenza nel gruppo a rilevare ai fini dell’attribuzione del Daspo bensì la partecipazione individuale all’azione del gruppo e ciò in quanto la responsabilità è personale”.
“Tale presupposto è indefettibile perché nessuno può essere sottoposto ad una limitazione personale per fatti commessi da altri. E’ assolutamente necessario che il pericolo sia ricondotto alla condotta del soggetto, per cui laddove il provvedimento difetti di tali requisiti e, dunque, non sia rinvenuta la pericolosità del soggetto sussistono i presupposti per ottenere l’annullamento. Così facendo si corre il rischio non soltanto di danneggiare l’essenza di questo sport ovvero la parte sana della tifoseria, svuotando gli stadi, che è certamente e di gran lunga superiore rispetto a quella sparuta rappresentanza che invece si reca alle partite per creare disordini ma soprattutto si rischia di arrecare grave nocumento alle società sane come oggi è quella rappresentata dalla nostra proprietà”.
***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***