GRAVINA: “Programma chiaro, preciso e condiviso per rilanciare il nostro calcio”

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Gabriele Gravina

Gabriele Gravina, candidato unico alla presidenza della FIGC, è intervenuto all’Assemblea elettiva. Ecco alcune delle parole più significative evidenziate da tuttoc.com:

“Siamo qui per dare un programma chiaro, preciso, condiviso. Ora è il momento di dare il massimo, gettare il cuore oltre l’ostacolo. Siamo un punto di riferimento per milioni di famiglie e di appassionati, siamo il primo approccio di un bambino allo sport, siamo un linguaggio internazionale. La candidatura unitaria è un anello di congiunzione, un elemento che dà forza. Siamo reduci da un anno di frammentazione, un calcio che non è il mio. Il calcio che vorrei è quello dei giovani, bisogna disporre il talento a favore dei club e dei nazionali. Un calcio che va oltre il genere, un calcio sostenibile, con ogni componente del mosaico che contribuisce alla propria crescita e a quella dell’ambiente. Il calcio che vorrei è un calcio capace di fare impresa, giocato in impianti moderni e funzionali, attento alla tecnologia. Un calcio che torna ad affacciarsi nel mondo, con il ritorno della nostra Nazionale”.

“Consapevoli delle responsabilità dobbiamo fare squadra tra di noi, con le istituzioni, col Coni, col Governo. Il calcio non si gioca da solo, servono nuove e giuste regole, chiamiamole riforme, che devono essere di sistema. Per crescere bisogna agire in cinque dimensioni: organizzativa, sportiva, economica, etica, sociale. Cinque punte di diamante. Bisogna ascoltare tutte le componenti, con apertura al nuovo e attenzione al diverso. Non bisogna cedere alla superficialità dei numeri, non bisogna basarsi sulla quantità, ma puntare alla qualità. Qualità degli eventi, degli stadi, dei rapporti con i tifosi, del quadro culturale col quale portiamo avanti le nostre idee, qualità della nostra struttura federale. E almeno una l’abbiamo messo in campo, la tenacia”.

“Abbiamo l’occasione storica di un rilancio e per questo dobbiamo guardare al calcio con occhi diversi. Dobbiamo ritrovare slancio e voglia di costruire. Lo chiede la nostra tradizione sportiva, lo chiedono milioni di tifosi che non possiamo deludere. Per salvare il nostro calcio l’unico modo è alzare la testa, aprire gli occhi e puntare al risultato. Togliamoci le cravatte e indossiamo la maglia azzurra, per conquistare la vittoria con sudore e onore. Noi siamo l’Italia, 120 anni di calcio, quattro stelle mondiali, e davanti una porta che aspetta un solo pallone. E allora tutti insieme, calciamo”.

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