Damiano Fabiani, terzo portiere in Prima Squadra e titolare nella Berretti, svela le tappe principali che ne hanno caratterizzato la carriera, concludendo con un particolare ringraziamento al Catania. Queste alcune delle parole più significative evidenziate da gazzettaregionale.it:
“Il mio primo incontro decisivo è stato sicuramente quello con Antonio Lepori che chiamò i miei genitori per convincermi a diventare portiere. Inizialmente infatti adoravo giocare in mezzo al campo come facevano gli altri e l’idea di arretrare in porta non mi faceva più di tanto felice, discussi anche varie volte con mio padre e mia madre perchè io volevo giocare con i piedi ma…riuscirono a convincermi e da quel giorno la porta divenne la mia casa e l’area di rigore il mio giardino. Non posso che ringraziare Lepori, se non fosse stato per lui non sarei mai stato ciò che sono adesso. Dopo la Vigor Breda girovagai per diverse squadre romane: Giardinetti, Lodigiani dove restai per ben tre anni, Savio ed infine Vigor Perconti. Alla Perconti ci fu la seconda svolta della mia carriera“.
“Le soddisfazioni arrivarono anche a livello personale con la convocazione nella Nazionale Under 17 e quella della Rappresentativa per il Torneo delle Regioni. Fu decisamente una bella vetrina per mettermi in mostra ed infatti non erano poche le squadre professionistiche che mi volevano ma quella che puntò di più su di me era la Sambenedettese. Mi sembrava tutto meravigliosamente stupendo, ma il destino non è stato clemente con me: nel primo giorno di ritiro il ginocchio fece un rotazione innaturale dopo una mia uscita: crociato anteriore rotto e la previsione di un lungo stop.
“Non mollavo, lavoravo incessantemente per tornare e la voglia di rilanciarmi era tantissima ma le squadre interessate ad un portiere con un ginocchio in condizioni precarie erano giustamente poche. In quel periodo fu fondamentale il supporto dei miei genitori e del mio agente. Arrivò finalmente la chiamata del Catania e quando mi venne detto dell’interessamento della società siciliana scoppiai a piangere. Ero uscito dal tunnel, avevo superato quel maledetto infortunio e soprattutto avevo dimostrato a tutti di potercela fare. Porterò sempre con me il bene che mi ha donato il Catania, tutto quello che ha fatto e continua a fare per me”.
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