Ex portiere di Catania e Paganese, Roberto Sorrentino interviene ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com parlando dell’avvio stagionale del Catania e speranzoso che l’Elefante possa conquistare la Serie B sul campo. Spazio anche a qualche aneddoto, come sempre, conversando piacevolmente di calcio, una passione che continua ad accompagnarlo con grande senso del dovere e professionalità.
Avvio di campionato positivo per il Catania. Cosa ne pensi?
“Peccato per il pareggio subito in pieno recupero a Caserta, però il Catania è partito alla grande e credo che quest’anno, facendo gli scongiuri, saremo protagonisti. Dico ‘saremo’ perchè io resto sempre un tifoso del Catania. Sperando di centrare un obiettivo che, per la verità, ero convinto arrivasse attraverso il ripescaggio ma sappiamo com’è andata a finire. Questo ha lasciato un alone di delusione e scoramento, però conoscendo Lo Monaco e la tifoseria catanese sono sicuro che si possa ambire alla promozione sul campo perchè è stata allestita una rosa molto competitiva. Me lo auguro da tifoso ed ex calciatore del Catania”.
La vittoria sul Trapani ha avvicinato il Catania alla vetta ed il prossimo avversario si chiama Paganese, che ha raccolto un solo punto finora…
“C’è in previsione questo benedetto sorpasso. Io dico sempre che le partite vanno giocate. Tutte iniziano sullo 0-0, poi quando si gioca col Catania c’è sempre la rivalsa, la grande tradizione, una blasonata come il Catania richiama sempre anche a livello mentale qualcosa di più. Il pericolo è quello di pensare di avere già vinto, invece le gare sono tutte difficili. Io mi ricordo che da calciatore abbiamo vinto incontri impensabili perchè mentalmente dai sempre qualcosa in più quando affronti le big, per poi fare delle magre figure con squadre inferiori perchè mentalmente non avevamo preparato bene le partite. Noi allenatori dobbiamo sempre dare motivazioni e caricare al punto giusto i ragazzi, a prescindere dal discorso tecnico. Spesso sapendo che incontri squadre molto abbordabili, a livello inconscio tralasci qualcosa. Invece il pericolo è sempre dietro l’angolo. Sulla carta i tre punti ce li hai, ma poi conta la pratica. Attenzione a mantenere sempre alta la concentrazione”.
E’ iniziato il tour de force, tantissime partite da disputare sono un ostacolo importante per il Catania?
“Inizialmente può essere un problema perchè, magari, devi ancora assemblare la squadra ma durante l’anno avendo giocatori di un certo spessore hai la possibilità di farla ruotare con efficacia, in questo caso viaggiando sulle ali dell’entusiasmo. Se dovesse mancare qualcosa all’interno dell’organico, comunque, sono convinto che Lo Monaco non si tirerà indietro a gennaio portando giocatori con caratteristiche diverse pronti a dare una mano al Catania”.
Il Catania è stato vicino a conquistare la B sul campo nella passata stagione. Cosa non è andato per il verso giusto secondo te?
“I demeriti nel calcio arrivano e vanno via. E’ mancata forse un pò di tranquillità. Ricordo quando il Catania prese 5 gol a Monopoli. Si è creata una situazione di stallo e di imbarazzo con dubbi sul futuro dell’allenatore ed i giocatori hanno accusato in minima parte la tensione. Questa è la mia sensazione. Poi magari il Lecce si è dimostrato superiore dimostrando di avere qualcosa di più. Io non dimentico mai la nostra promozione in A nel 1984. Andammo a fare gli spareggi in un campionato che vedeva Lazio e Milan salire direttamente in B, ma anche squadre dove militava gente come Vialli alla Cremonese. C’erano squadre più forti di noi, ma con i 40mila dell’Olimpico realizzammo un’impresa storica. A tre domeniche dalla fine perdemmo con la Lazio 1-0 su rigore inesistente di Giordano. Sembrava che ormai i giochi fossero fatti, invece dopo riuscimmo a conseguire dei risultati importanti per poi vincere gli spareggi. Non c’è nulla di scontato nel calcio e non sempre il più forte sulla carta vince. Catania e Lecce sono state ottime squadre, anche i salentini hanno una tradizione importante ma meno male che quest’anno la società più importante calcisticamente nel girone C sia solo il Catania, con tutto il rispetto per gli altri club. Al di là del cuore, parlando da allenatore devo analizzare anche le altre compagini. E’ chiaro che lo faccio in modo marginale perchè lavoro anch’io e non posso seguire bene le vicende delle altre, ma io credo che quest’anno il Catania sia la Juve della Serie C”.
Spesso mi parli della tua stima nei confronti di Lo Monaco…
“Siamo amici da tantissimi anni. Siamo più o meno della stessa zona. Forse nessuno lo sa ma per un anno ho abitato a fianco della zia di Pietro. C’è una stima reciproca. Gli auguro veramente di coronare questi sacrifici che fa, lui si è preso questa gatta da pelare tornando alle pendici dell’Etna dopo essere andato via. Spero che vinca questa battaglia riportando il Catania in alto perchè se lo merita”.
So che hai sempre avuto il sogno di lavorare nello staff del Catania, ci credi ancora?
“Per anni l’ho sperato. Quasi tutti i calciatori che hanno fatto discretamente bene in tante società sono rientrati. Dopo 30 anni e oltre sono ancora un idolo per i tifosi etnei, forse il mio unico dispiacere è che mai nessuna dirigenza ha pensato a me. Magari non sono all’altezza della Lega Pro, ma ho allenato anche in A e B all’estero (Albania, Ucraina, Guatemala, Serbia) e non credo di essere l’ultimo arrivato. Ho sbagliato probabilmente le public relation. Nelle società con una certa organizzazione i ruoli ci sono, farebbe piacere se dovesse capitare una situazione del genere. Mai dire mai, sono 35 anni che lo dico e continuo a dirlo (ride, ndr). Lo spero. Quest’anno potevo allenare nella B serba ma per una mia scelta non ho voluto farla perchè speravo di accasarmi in Italia contribuendo a mettere al servizio di qualcuno la mia esperienza che non mi manca di certo, essendo nel calcio da 50 anni”.
Adesso di cosa ti stai occupando?
“Sto collaborando a Como come Responsabile Tecnico con la speranza che si riesca a trovare l’accordo definitivo tra settore giovanile e Prima Squadra perchè ci sono dei contrasti ed il club proviene da un fallimento. Vediamo se sono bravo a misurarmi in questo ruolo, spero sempre di migliorarmi e dare qualcosa di positivo. In pratica dovrei occuparmi anche di consigliare gli istruttori sviluppando la loro crescita. Dopo tanti anni di esperienza da tecnico ed allenatore, credo di essere in grado di poterlo dare qualche consiglio. In un calcio dove ci sono anche tanti millantatori ed è un’attività dove i soldi non ci sono mai, ma poi ci sono per tutti. E tutti cercano in un modo o nell’altro di andare avanti”.
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Si ringrazia Roberto Sorrentino per la gentile concessione dell’intervista.
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