Vittoria in Cassazione per due ultras del Gela che, dopo essere stati colpiti dal divieto di andare allo stadio, avevano seguito alcune partite da balconi e terrazzi di abitazioni vicine al campo sportivo. Una volta ricevuto l’aggravio del Daspo con la prescrizione di andare a firmare in commissariato al ventesimo minuto di ogni tempo delle partite disputate dal Gela, contro questo provvedimento convalidato dal gip del Tribunale di Caltanissetta, Angelo M. ed Emanuele M. hanno protestato in Cassazione sostenendo che la loro presenza in una casa privata in concomitanza con gli orari delle partite non violasse il Daspo.
La Suprema Corte ha dato ragione ai due ultras gelesi, affermando che “in considerazione della natura di prevenzione atipica, dei divieti di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, nonchè a quelli interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistano alle manifestazioni medesime, deve accertarsi in concreto il pericolo di reali contatti personali con gli spettatori, in entrata ed in uscita dallo stadio, non essendo sufficiente accertare la visione della partita da una casa privata, sita vicino allo stadio”.
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