Curiosa intervista che il laterale sinistro del Catania Joel Baraye ha concesso al quotidiano La Sicilia parlando anche di passato e futuro. Queste le parole di Baraye evidenziate da ‘TuttoCalcioCatania.com’:
“Ero un ragazzino quando in Senegal trasmettevano le partite della Serie A italiana. Era facile tifare per la Juve, per il Milan. Scelsi il Catania per due motivi: da formazione poco considerata, è riuscita a battere i grandi club. Ma anche perchè il pubblico del Massimino era qualcosa di straordinario. Mi piaceva la squadra, mi impressionava il pubblico che spingeva anche quando i confronti si mettevamo male. Mi ha fatto simpatia tutto il contesto. Ricordo i derby col Palermo. C’era sempre un’atmosfera particolare. Quando sono approdato in Italia, a 16 anni, a Brescia ripetevo continuamente al dg Pietro Strada che prima o poi avrei vissuto un’esperienza al Sud. Se fosse stato possibile avrei scelto Catania”.
“Frequentavo le scuola calcio, poi sono andato in Francia approdando al Monaco, esperienza utile. A Brescia è stato Ivo Iaconi a farmi esordire a 17 anni, contro il Varese. A Brescia ho lavorato pure con Boscaglia imparando molto. Baldini? Un secondo padre per me. Mi ha sempre trattato benissimo, eppure nella Carrarese sono rimasto solo per sei mesi. Con Baldini è stato fin dal primo momento un rapporto basato sulla sincerità , che mi ha aiutato a crescere”.
“Futuro? Vorrei specializzarmi per diventare procuratore di calcio. In Africa ci sono molti talenti sconosciuti che meritano un’occasione. Io sono stato molto fortunato, ho molti amici che cercano di arrivare qui. Spero un giorno di aiutare i miei fratelli senegalesi. Se ho visitato Catania? Poco, spero di vedere l’Elefante con le zanne bianche sistemato nella piazza principale. Divido la casa a Torre del Grifo con Manneh, per ora non è il caso di metterci alla guida dell’auto per raggiungere il centro città , c’è poco tempo”.
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