Curiosa intervista rilasciata dal Direttore Sportivo del Catania Christian Argurio a calcioslavo.it, focalizzando l’attenzione sulla sua grande passione per il calcio slavo. Queste alcune delle parole più significative di Argurio:
“Il calcio slavo? Assieme al calcio britannico la mia più grande passione. Seguo settimanalmente i campionati e parliamo di un rapporto che nasce da quella che era ancora la Jugoslavia. L’ho vista giocare e disgregarsi, e sono sempre stato guidato dalle parole di Pelé. Vogliono batterti con il gesto tecnico, con la giocata, il numero. Non gli basta vincere 1-0 su rigore, per dire”.
“Dopo i fantastici periodi trascorsi a Bari e a Udine non ho lavorato per un annetto circa a causa di motivi personali. Ma ho avuto modo di essere ospite di amici ex-calciatori tra Lubiana e Zagabria. Lì ho visto tante partite, soprattutto quelle a livello giovanile. Volevo vivere più intensamente quelle zone e così è stato. Pjaca, Caleta-Car, Brozovic, Vrsaljko e Kramaric? Li ho visti crescere praticamente“.
“Catania? In C è più difficile far arrivare i giovani, attrarli, anche se per fortuna la piazza ancora adesso ha un grandissimo appeal. In squadra abbiamo Brodic davanti, che è il giocatore più giovane ad aver esordito in prima squadra nella storia della Dinamo Zagabria. Quando l’abbiamo preso era un po’ giù, veniva da tanti prestiti lontano dal Bruges. Probabilmente il Belgio non è neppure il top per la mentalità croata. Poi abbiamo Lovric e Barisic che ho portato entrambi a Catania già nel 2012: il primo fece annate straordinarie con la Primavera, poi però ha perso tre anni per problemi ad entrambi i crociati. Quest’anno mister Sottil ci punta: è il nostro difensore giovane. Barisic invece è un finto sloveno: di fatto è un croato, visto che i suoi genitori lo sono entrambi. Come il suo connazionale Jelenic negli anni ha imparato a giocare da quinto di centrocampo. In più abbiamo un 2000 di grandissima prospettiva come Mujkic, bosniaco”.
Bruno Petkovic? Siamo rimasti letteralmente folgorati dal suo talento ma ha sempre avuto un carattere particolare. Il Catania aveva visto bene su di lui, e ci ha creduto seppur non abbia giocato tantissimo. Ora è di nuovo alla Dinamo, in prestito, ma potrebbe persino tornare al Bologna se dovesse maturare. Ha 24 anni e non è più un ragazzino, però se diventerà uomo credo che potrà esprimere il suo immenso talento”.
“Tra i vari popoli slavi ci sono differenze enormi. Io ho conosciuto molto bene croati e sloveni, e sono davvero diversi tra di loro. Se anticipi troppo i tempi con un croato lo togli dal suo calcio, lo metti in difficoltà. Ma non è un concetto così universale: già nella stessa Croazia tutto cambia. Chi cresce a Zagabria non ha assolutamente gli stessi tratti di chi cresce a Spalato. Gli sloveni invece hanno una mentalità più da nord-est, austriaca, e tendono ad adattarsi meglio a nuove situazioni o nuovi ruoli”.
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