Il Corriere dello Sport ricorda la figura storica del ‘Presidentissimo’ Angelo Massimino:
“Il simbolo di Catania, come noto, è l’elefante. Ma in campo calcistico, per più di un ventennio, il vero simbolo è stato un altro personaggio, magari “ingombrante” a sua volta, sicuramente sui generis, ma davvero unico e irripetibile: Angelo Massimino. Imprenditore edile, dopo aver fatto fortuna in Argentina, Massimino torna nella sua città natale a metà Anni Cinquanta. Appassionato di calcio, si ritaglia un ruolo all’interno del Catania per poi assumerne la presidenza nel 1969”.
“Da allora, pur essendo il presidente di un club sempre in bilico fra Serie A e B, diviene a pieno titolo uno dei personaggi più noti del calcio italiano e, quindi, del calciomercato. Ha modi bruschi, incute timore, soprattutto non bada molto alla forma. Malato di diabete, nel bel mezzo di una trattativa capita spesso che il suo interlocutore di turno (presidente, direttore sportivo o altro) rimanga di stucco: qualunque sia il tema in discussione, Massimino – senza preavviso – estrae dal taschino della giacca una siringa e procede nell’iniezione di insulina”.
“Ma al di là di questo, e dei discreti risultati ottenuti dal suo Catania, Massimino iscrive il suo nome nella piccola storia del calciomercato grazie ad alcune “perle” diventate autentici “must”. Per esempio quando, pressato dai giornalisti e volendo mantenere segreti i suoi obiettivi di mercato, dichiara: «Sto partendo per un Paese che non vi posso svelare per comprare due campioni brasiliani»”.
“O ancora quando, visti gli scarsi risultati ottenuti dalla squadra, tranquillizza la piazza: «Al Catania manca amalgama? Ditemi dove gioca che lo compro». E che nessuno si azzardi a dire che lui non investe nella squadra perché tirchio… «A questo mondo, c’è chi può e chi non può. Io può». Come lui, nessuno mai… Morto causa incidente stradale nel 1996, a lui nel 2002 è stato intitolato lo stadio di Catania”.
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