Terza stagione consecutiva e con lunghi trascorsi nelle giovanili del Catania. Nel 2016 il sogno di tornare a vestire la casacca rossoazzurra diventato realtà, adesso la permanenza ai piedi dell’Etna sperando di riportare l’Elefante in un palcoscenico più consono al blasone ed alla tradizione della piazza. Catanese doc classe 1988, il centrocampista Rosario Bucolo è stato confermato dalla società che ad inizio anno non ha esitato a mettere nero su bianco per il prolungamento del contratto fino al 2020.
Un’intesa in realtà raggiunta da tempo verbalmente. A testimonianza della grande fiducia di cui gode. Non importa che non sia un titolare fisso in squadra. Basta sapere che quando scende in campo, anche se per una manciata di secondi, un tempo, 60 minuti e oltre, Saro sputa sangue dando l’anima sul rettangolo di gioco. Troppo grande la responsabilità d’indossare quella maglia. Troppo forti le emozioni in rappresentanza della città.
Il senso d’appartenenza è imprescindibile, per Bucolo non fa differenza se si giochi un’amichevole, una sfida in famiglia a Torre del Grifo, uno scontro decisivo di campionato o un match di Coppa Italia. L’impegno, la grinta, la voglia di Catania che sprigiona è sempre la stessa. E allora succede che anche nel corso degli allenamenti urli e strilli ai compagni se commettono qualche errore in fase d’impostazione o nei contrasti.
Un esempio per fare capire esplicitamente a tutti, soprattutto ai nuovi arrivati, che non si scherza quando scende in campo il Catania. Richiamando l’attenzione verso il raggiungimento del traguardo. Con dedizione e spirito di sacrificio sempre garantiti. Perchè il Catania è il Catania. Semplicemente questi colori si onorano fino in fondo. Al di là del risultato finale e con una competizione vera, ma sana e leale, all’interno del gruppo.
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