Ex centrocampista di Catania e Siena, Fabrizio Caracciolo è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com per parlare, tra le altre tematiche, del decisivo confronto tra le due squadre in programma al “Massimino”. Discorso ancora apertissimo dal suo punto di vista.
Hai avuto modo di seguire le squadre di Siena e Catania nel corso della stagione?
“In generale ho seguito più approfonditamente il percorso portato avanti dal Catania in campionato. Ha disputato una stagione straordinaria. Meritava forse qualcosa di più però il Lecce è stato decisivo in un determinato periodo dell’anno riuscendo a conquistare la promozione diretta. Adesso i rossoazzurri si giocano i Play Off di ritorno, in svantaggio dopo una partita che meritavano di vincere o, perlomeno, di non perdere. Questo Siena ha avuto anche un pò di fortuna sapendo aspettare il momento giusto per colpire. Nonostante la pressione del Catania si è difeso con ordine ed equilibrio. I rossoazzurri hanno cercato in tutti i modi di segnare ma non ce l’hanno fatta. Comunque il discorso è ancora aperto”.
Quali aspetti potranno incidere nell’economia della gara al ‘Massimino’?
“All’andata ho visto abbastanza fortuna nel Siena, ma di solito nel calcio c’è la legge della compensazione. Vedremo cosa succederà. Il Siena non avrà vita facile in un ambiente che si preannuncia caldissimo, dovrà essere preparato ad affrontare un Catania che vanta un organico di un certo spessore e lo ha dimostrato nel corso della stagione. A Catania c’è molta più pressione rispetto a Siena ma, al tempo stesso, lo stadio pieno determinerà una spinta impressionante. Entrambe le squadre se la giocheranno fino in fondo. Conosco sia Lucarelli che Mignani, hanno fatto un ottimo lavoro entrambi. Oltre all’aspetto tecnico e tattico bisogna metterci quel qualcosa di più che viene trasmesso dai tifosi stessi. Queste sono le classiche partite che tutti vorrebbero giocare. Il Siena ha un piccolo vantaggio da sfruttare, ma mica tanto. Gara del tutto aperta, lo ripeto. Il Catania sa di non potere sbagliare. Deve stare attento a non sbilanciarsi però ha una rosa esperta, un allenatore capace. Mignani, dal canto suo, deve essere bravo a conservare questo vantaggio ma secondo me il Catania si farà trovare prontissimo all’appuntamento”.
Che ricordo conservi di Catania e Siena?
“Sono due piazze che meritano più della Serie C. Questa categoria sta molto stretta ad entrambe le città. Io ho vissuto in due momenti diversi il Catania. Il primo anno nell’era Gaucci, quando poi andai a Pescara ed il Catania non riuscì a salire in B. Successivamente tornai alle pendici dell’Etna con la squadra rimasta nel torneo cadetto. Ricordo l’emozione dei derby con Palermo e Messina. E’ davvero straordinario giocare a Catania. In una piazza come quella etnea ti senti un calciatore vero. Mi sento fortunato ad avere indossato la casacca rossoazzurra. A Siena ho vissuto un anno indimenticabile perchè eravamo all’inizio in grande difficoltà, poi centrammo una salvezza quasi inaspettata. Potevo rimanere a Siena quando i bianconeri andarono in A, io invece scelsi di tornare in Sicilia con il Catania che rimase nel torneo cadetto”.
Hai avuto qualche rimpianto nella tua carriera?
“E’ stata una fortuna per me fare il calciatore, vincendo qualche campionato importante e giocando in belle piazze come Ascoli, Pescara e Rimini. Sono tutte esperienze che porto sempre nel mio cuore. Adesso mi sto affacciando al calcio giovanile e cerco di trasmettere la passione che ho per questo sport ai ragazzi”.
Ecco, a proposito di calcio giovanile di cosa ti stai occupando specificamente?
“Qui a Lecce lavoro in una scuola calcio, la Salento Academy. Sono il Direttore Tecnico e devo dire che in due anni ci stiamo togliendo qualche soddisfazione. Si cerca di trasmettere ai ragazzi la passione per il gioco del calcio che ormai sta venendo meno. Oggi ci sono molte più alternative al calcio. E’ importante cercare di trasferire il divertimento per questo sport come base di riferimento. L’obiettivo delle scuole calcio deve essere quello di portare i ragazzi in un campo di calcio dandogli delle regole, facendogli fare una vita sana, socializzando. Prima c’era la strada, adesso noi la strada dobbiamo portarla sui campi. I tempi sono cambiati. Bisogna riportare la serenità di giocare a calcio, senza assilli. Mettendo tutte le nostre competenze a disposizione dei ragazzi”.
Ti è capitato di vedere il Centro Sportivo del Catania, Torre del Grifo Village?
“Non ci sono ancora stato ma mi hanno detto che è bellissimo. Magari un giorno porterò i ragazzi a Catania, perchè no. Io sono già tornato alle pendici dell’Etna. Ho ancora qualche amico, quando capita vengo volentieri in Sicilia. Anzi non dico Sicilia, Catania. E’ diverso (ride, ndr)”.
Sei rimasto in contatto con qualche ex compagno di squadra in rossoazzurro?
“Ho rivisto poco tempo fa Gennaro Iezzo nel contesto di una partita di beneficenza a Gallipoli, per il resto non ho più rivisto e sentito nessuno. Ci sono sempre dei bei ricordi legati a Catania. Io tifavo per la squadra rossoazzurra anche quando andai via ed ero ancora un giocatore di proprietà del club. Un pezzo di cuore è rimasto ai piedi dell’Etna”.
Cosa ti senti di dire ai tifosi che si apprestano a vivere questa gara molto delicata con il Siena al ‘Massimino’?
“Dico di sostenere sempre il Catania nell’arco dei 90′, sono sicuro che lo faranno rivelandosi autenticamente il dodicesimo uomo in campo. So cosa significa avere il sostegno di 20mila tifosi sugli spalti, i giocatori ne avranno bisogno. Ne approfitto per salutare tutti i tifosi del Catania”.
Si ringrazia Fabrizio Caracciolo per la gentile concessione dell’intervista.
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