Impossibile attribuire un voto negativo ai rossoazzurri, al termine di una stagione che ha visto il Catania collezionare 70 punti, possedendo statisticamente il migliore attacco dell’intero campionato di Serie C, una delle difese meno perforate del torneo e vantando un ruolino di marcia top fuori casa. I numeri sintetizzano la bontà del lavoro svolto dallo staff tecnico e societario, allestendo un organico di spessore e supportando l’allenatore soprattutto nei momenti di difficoltà. Segno di un gruppo unito, complessivamente meritevole di un “7” in pagella.
A nostro avviso, però, il potenziale a disposizione di Lucarelli era superiore, richiedeva qualche sforzo in più. D’accordo che gli etnei hanno avuto sulla loro strada un Lecce profondamente continuo e costante con arbitraggi spesso penalizzanti, ma bisogna anche considerare la mancata vittoria nello scontro diretto di Lecce, il ko casalingo con il Trapani e, soprattutto, i passi falsi effettuati al cospetto di formazioni come Reggina, Sicula Leonzio, Monopoli, Juve Stabia e Casertana. E’ stato lungo ed intenso l’inseguimento al Lecce capolista, Lucarelli credeva che all’ultima curva la sua squadra potesse riuscire a sorpassare i salentini ma qualcosa non è andata secondo i piani.
Dopo una stagione estenuante, il Catania ha dovuto fare i conti con la temuta lotteria dei Play Off. Pagando dazio in semifinale attraverso le modalità note. Qualche equivoco tattico, sfortuna, difficoltà sul piano del gioco ed il mancato cinismo nei momenti clou hanno determinato la fine dei sogni di Serie B facendo sprofondare l’ambiente in una cocente delusione. Peccato che il Catania non abbia espresso fino in fondo tutte le proprie potenzialità. Poteva essere una stagione diversa, ma ormai bisogna rimboccarsi le maniche e andare avanti. Rialzando la testa con una rosa ancora più competitiva di quella attuale per rilanciare le sorti dell’Elefante.
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