Annate importanti vissute, tra le altre, a Catania e Trapani per il palermitano Pietro Tarantino. L’ex centrocampista rossoazzurro Pietro Tarantino interviene ai nostri microfoni per commentare l’importanza del derby di lunedì sera, le residue speranze di promozione con anche un tuffo sul passato.
Ex di Catania e Trapani, il cuore di Pietro Tarantino da che parte sta?
“Il cuore dice sicuramente Catania. Se vince il Catania mette pressione a questo Lecce che ha perso colpi importanti. Finora il campionato lo ha perso in casa il Catania, non vincendo partite che andavano vinte a tutti i costi ed in qualche caso raccogliendo addirittura zero punti. E’ anche vero che il Lecce poteva chiudere definitivamente il torneo e non lo ha fatto, dando tempo di recuperare al Catania. Battendo il Trapani si rimetterebbe in gioco tutto il campionato”.
Quanto conta l’approccio mentale in caso di Play Off?
“Conosco bene i Play Off, se ci andassero Lecce e Trapani i granata avrebbero maggiori possibilità di vincerli perchè chi, a lungo, conduce al primo posto e si ritrova catapultato ai Play Off ci arriva con un dispendio di energie notevolissimo, quindi in condizioni difficili. A Trapani c’è meno pressione rispetto a piazze come Catania e Lecce, questo rappresenta un vantaggio. Auguro ai salentini il secondo posto, a quel punto le loro energie fisiche e mentali sarebbero ridotte ai minimi termini”.
Che ricordi conservi di Trapani e se il calcio siciliano ha la concreta possibilità di riemergere…
“Anche a Trapani ho vinto il campionato. Una città che fa vivere i calciatori da calciatori. Non come Catania, dove si vive tutta la settimana di calcio, ma anche Trapani è un’ottima piazza. Mi auguro che la Sicilia tutta si rilanci portando il Palermo in A, Catania e Trapani in B. Palermo è un punto interrogativo. Se i rosanero non effettuano il salto di qualità, a Palermo si rischia davvero di non fare calcio. Vedo più roseo il futuro di Catania e Trapani”.
Molti sostengono che il Lecce abbia il calendario a favore nelle ultime gare. Ma non credi che i confronti con le cosiddette ‘piccole’ del campionato siano gli ostacoli più insidiosi da superare in questa fase?
“I finali di stagione nascondono sempre numerose insidie. Squadre di bassa classifica che affrontano le big vengono agguerrite, con una ripartenza fanno gol e se non hai giocatori bravi nell’uno contro uno o attraverso lo sviluppo di soluzioni valide da calcio piazzato fatichi a sbloccare le partite. Ora fa pure caldo. E’ difficile giocare ad alte temperature con la pressione addosso che ti obbliga a vincere assolutamente. I giochi sono ancora aperti per il primo posto. Vincendo lunedì il Catania si porterebbe a -1, metterebbe pressione al Lecce e la pressione nel finale di stagione è determinante, non semplice da gestire. Se il Catania batte il Trapani, vincerà al 60% il campionato secondo me”.
Hai giocato dei derby in passato con la maglia del Catania, sono davvero gare diverse dalle altre?
“Ho solo ricordi positivi. Sono anche andato a segno contro il Trapani. Avevamo un gruppo di uomini solido e forte, andavamo a fare sportivamente la guerra ovunque, dettavamo legge dappertutto. Con giocatori tecnicamente forti ma anche sul piano caratteriale. Non posso nemmeno dimenticare la vittoria nel derby col Messina con quel cross fantastico di Cicchetti per la testa di Manca. Il derby è una partita diversa dalle altre, assolutamente. Le tifoserie di Catania e Trapani sono gemellate, ma sarà sempre un derby in cui si vuole vincere anche per dimostrare la propria forza in Sicilia. Ripeto, spero che sia il Catania a fare bottino pieno. Ci vogliono ancora più attributi del solito per vincere un derby. Lodi e qualche alto giocatore sono abbastanza navigati per queste gare. L’esperienza del Catania può prevalere. I giovani sono importanti, ma i cosiddetti senatori alla fine fanno sempre la differenza in questo tipo di partite. E poi il Catania avrà il supporto del dodicesimo uomo, il pubblico”.
Avrai modo di seguire la partita lunedì?
“Sicuramente lo farò, non so se addirittura al ‘Massimino’ perchè mia figlia è tifosissima rossoazzurra, è nata a Catania e mi ha chiesto di venire a vedere il derby. Io da parecchio tempo non vengo al ‘Massimino’, precisamente da quando ho giocato la gara con le Vecchie Glorie. Anche perchè lavoro con il Caccamo, siamo abbastanza impegnati nel campionato di Eccellenza, stiamo facendo grandi cose. Dovevamo salvarci, invece disputiamo i Play Off. Una capatina a Catania forse la faccio, sarebbe bello tornare festeggiando la vittoria”.
Che effetto ti fa ricordare ancora oggi la muraglia di tifo rossoazzurra a Catania?
“Noi riempivamo sempre lo stadio, la gente aveva veramente fame di calcio. Cucchi ha costruito un’armata. I tifosi erano trascinati anche da noi, parlavamo con loro in piazza, ci mettevamo sempre la faccia. Vedere lo stadio pieno era un’emozione grande. Giocare con 18-20mila persone al seguito è una cosa meravigliosa. Catania è una bellissima piazza”.
Con quali compagni hai legato di più a Catania?
“Ero molto legato a Monaco, Passiatore, Brutto ma un pò a tutti. Ci riunivamo spesso con le mogli 2-3 volte la settimana. Con Monaco ci sentiamo spesso, lo abbiamo fatto anche di recente parlando del figlio Salvatore che sta facendo molto bene. Ci siamo visti anche con Passiatore quando allenava la Primavera del Bari. Passiatore fu il capocannoniere di quel Catania, io invece totalizzai il maggiore numero di presenze. Purtroppo poi con Gaucci andammo quasi tutti via. Ero rammaricato, sarei rimasto molto volentieri in una città che mi è rimasta dentro”.
Si ringrazia Pietro Tarantino per la gentile concessione dell’intervista.
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