Ai microfoni di Radio Studio Italia, in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com è intervenuto l’ex difensore del Catania Lorenzo Stovini. Riflessioni sulle ambizioni di vertice del Catania nel girone C di Serie C e l’importanza di ripartire dall’efficienza dei settori giovanili per rifondare il calcio italiano. In fondo all’articolo anche il filmato contenente l’estratto audio dell’intervento telefonico di Stovini, a cura di Donato Giannotta.
Come vedi la lotta al vertice nel girone C?
“Davvero una bella lotta, anche se dopo il pareggio con la Juve Stabia ci sono quattro punti di distacco tra il primo ed il secondo posto. Non sono tantissimi ma possono diventare pesanti a poche giornata dalla fine. Poi si disputerà Catania-Trapani, una sfida molto importante da giocare”.
Lorenzo, hai qualche aneddoto sulla tifoseria del Catania?
“Gli aneddoti sono tantissimi. Posso citare, in particolare, lo spettacolo dei diecimila di Roma, oppure l’entusiasmo dei tifosi nello spareggio di Bologna. Si sentiva il calore del pubblico a prescindere dall’importanza della partita. Il ‘Massimino’ è sempre stato una spinta ulteriore per il Catania”.
Problemi di pressione in questo Catania?
“Capitano delle annate in cui magari fuori casa rendi meglio che tra le mura amiche. Ma il ‘Massimino’ deve rappresentare un’arma in più, non credo possa essere un fattore di disturbo. Il discorso della pressione lascia un po’ il tempo che trova secondo me”.
Quante possibilità ha il Catania di vincere in campionato?
“Adesso non tante, anche se la Champions League ci ha insegnato in questi giorni che tutto può succedere. Il Catania sta ripartendo e non è facile, ma vuole tornare al più presto dove merita. Il Lecce ha il coltello dalla parte del manico. Se il Lecce sbaglia e le altre ne approfittano, bene. E’ come Juventus-Napoli. Nella lotta scudetto deve sbagliare la Juve e non il Napoli, in Serie C il Lecce”.
Questa Serie C può diventare una vetrina importante per i giovani?
“Sono tornei difficili, il livello del calcio è cambiato. Bisogna ripartire dalle basi, che sono i vivai. Anche in A la qualità si è abbassata. Non vedo miglioramenti. Il calcio doveva essere rifondato dopo l’eliminazione pazzesca dell’Italia ai Mondiali. Ma mi sembra che tutti siano ancora seduti sulle loro poltroncine”.
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