CORDOVA: “Adottato da Cinesinho. A Milano mi mancava Catania, piangevo disperato…”

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Franco Cordova

Ex centrocampista del Catania, Franco Cordova ricorda alcuni momenti vissuti quando lasciò la Sicilia per passare all’Inter. Queste le dichiarazioni di Cordova evidenziate dal Corriere dello Sport:

“Io a Catania ero, per induzione, considerato un dio perché mi aveva preso a ben volere Cinesinho. Lui mi ha adottato perché sembravo più un brasiliano che un italiano. Dormivo e mangiavo a casa sua. Lui veniva a casa mia a Napoli e quando arrivava c’era tutto il quartiere che voleva vederlo. Noi scendevamo in strada e giocavamo. Io abitavo con Cinesinho, avevamo una casa sul mare. C’erano i pescatori che ci tiravano il pesce nella terrazza. Quindi sole, mare, pesce, follia. Perché a Catania, in quegli anni, erano belli folli”.

“Arrivo a Milano nel 1962, avevo diciotto anni. In quel periodo loro non avevano ancora debellato la nebbia e alle due del pomeriggio non si vedeva nulla. A Milano la mia vita era solo allenamento e casa, perché non conoscevo nessuno. E poi ero abituato al sole di Catania, al mare caldo. Ero disperato. Piangevo, telefonavo a mio padre che mi diceva “lo sapevo, avevo ragione io: tu devi studiare. Torna a casa, che ti frega del pallone”. Era una famiglia “bene”, quindi avrei potuto farlo. Ma io, nella vita, volevo solo giocare a calcio e quindi piangevo disperato. Alle due non vedevo più niente e quindi andavo fortissimo perché, facendo solo allenamento e sonno, ero in una forma strepitosa. Herrera mi aveva preso a ben volere perché voleva fare fuori Corso”.

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