Perdita di rilievo per il calcio italiano. All’età di 71 anni, compiuti 20 giorni fa, si spegne Emiliano Mondonico. Lottava col cancro da sette anni, purtroppo non è riuscito a vincere la partita più importante. Icona nazional-popolare del nostro calcio, ha vissuto numerose esperienze sia come giocatore che da tecnico. Nel primo caso con Cremonese, Torino, Monza, Atalanta e ancora Cremonese.
Da tecnico, invece, nel 1984 riporta la Cremonese dopo 54 anni in A, nel 1988 è artefice della promozione dell’Atalanta ed è protagonista di una straordinaria corsa fino alle semifinali di Coppa delle Coppe col Malines. La partita di Bergamo, una sconfitta per 2-1, è rimasta scolpita nella memoria dei tifosi nerazzurri. Poi vive un’esaltante esperienza col Torino. Torna all’Atalanta un’altra volta, dal 1994 al 1998, va ad allenare al Sud (Napoli e Cosenza), guida la Fiorentina, l’Albinoleffe, ancora la Cremonese, prima di chiudere col Novara, l’ultima squadra allenata quando la malattia si era già manifestata.
Spesso fu anche avversario del Catania. “Appena entrati in campo, ci siamo resi conto che il verdetto era già stato sancito. Oltre al Catania, avevamo di fronte un’intera città”, le parole espresse da Mondonico dopo Catania-Cremonese, spareggio per andare in A del 25 giugno 1983 allo stadio “Olimpico” di Roma con 40.000 catanesi al seguito. Impossibile dimenticare un altro verdetto, nel 2006 in Catania-Albinoleffe. Partita che sancì anche in quel caso la promozione rossoazzurra nella massima categoria.
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