Un confronto lungo. Lunghissimo. Squadra e dirigenza hanno parlato della sconfitta di Monopoli, delle possibili ragioni di una sconfitta assurda, clamorosa, maturata contro un avversario che ha surclassato il Catania. Umiliandolo, dandogli una lezione esemplare. Di umiltà prima che di calcio. Un vero e proprio shock il 5-0 maturato al “Veneziani”. Risultato che potrebbe avere allontanato in via definitiva i rossoazzurri dalla corsa al primato. Ma non è ancora finita.
La conquista della Serie B è un obiettivo raggiungibile anche, eventualmente, tramite l’accesso ai Play Off. Il Catania non si dà per vinto e proprio quando un pò tutti si attendevano l’addio di Cristiano Lucarelli, dopo 48 ore di valutazioni e riflessioni la dirigenza ha ritenuto opportuno rinnovare la fiducia al tecnico livornese. Obiettivo, fare quadrato e ricompattare un gruppo parso improvvisamente smarrito. Nel post gara di Monopoli, lo stesso Lucarelli è stato chiaro: “Siamo qui, io e capitan Biagianti, a metterci la faccia parlando a nome di tutta la squadra. Il nostro è un gruppo unito, sia nella buone che nella cattiva sorte”.
Bene, si riparte proprio da queste parole. Dimostrando coi fatti la vera essenza del gruppo. Tutti. Dai “senatori” a chi gioca meno. Specialmente adesso che il Catania naviga nel bel mezzo di un mare in tempesta. Perchè sono proprio le difficoltà che forgiano e rendono più forti. “Un albero non diventa solido e robusto se non è continuamente investito dal vento e sono queste raffiche che ne fanno il fusto compatto e ne rinsaldano le radici, che si abbarbicano con maggior forza al terreno; fragili sono invece quegli alberi che crescono in una valle tranquilla”, citando il pensiero del filosofo Lucio Anneo Seneca.
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