DI GRAZIA: “Tripletta al Messina, gioia indescrivibile. Il valore della famiglia e dell’amicizia. Mia mamma e Martinez persone speciali. Il mio numero 23 tatuato…”

0
386
Pallone firmato Di Grazia
Il pallone firmato da tutti i calciatori dopo la tripletta di Andrea Di Grazia al Messina (stagione 2016/17).

Tra il calcio giocato e la vita privata, l’intervista dell’attaccante rossoazzurro Andrea Di Grazia al format televisivo ufficiale “Piacere Calcio Catania”, in onda su Ultima Tv. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:

“Quando puoi fare gol lo capisci, devi pensare velocemente, essere sicuro e concreto. Altrimenti sbagli. La mia prima rete quest’anno col Bisceglie? Recupero palla, mi avvicino alla porta, mi porto la palla sul destro e provo la conclusione a rete. Preferisco calciare secco ed a giro, nella maggioranza dei casi mi va bene. Quando vorrei calciare ma so di non poterlo fare, soffro da morire. E’ bello segnare ma anche servire assist per i compagni. Rappresenta qualcosa di veramente speciale. Se sono scaramantico? Non troppo, però porto il numero di maglia 23, sta per ‘avere sedere’. Me lo sono anche tatuato…”. 

“Il mio secondo gol in questo campionato con la Paganese? Era un momento delicato. Il mister ci ha dato una scossa durante l’intervallo. Quando ho visto il fraseggio di Russotto e Lodi, Ciccio mi ha servito il pallone, non ci ho pensato un attimo riuscendo a segnare il gol forse più bello della mia carriera al momento. Ma anche il secondo dei tre rifilati al Messina nel 2016 è pregevole. Non ho parole per descrivere la felicità e la gioia provati in quel momento, non ci credevo. Ho ancora il pallone di quella partita nella mia stanza. Quando fisso il pallone, ricordo sempre le emozioni provate allora. Il terzo gol con l’Akragas in questa stagione? Sono stato anche un pò fortunato nella circostanza. Sul primo tiro ho lisciato la palla, ma è rimasta lì, l’ho spostata sul sinistro e di prepotenza ho fatto gol. A volte un pò di fortuna non guasta…”.

“Io andai allo stadio per la prima volta quando Del Core segnò la rete promozione contro l’Albinoleffe. Non c’è cosa più bella di vestire la maglia del Catania per un catanese. Mi rivedo in un bimbo che gioca indossando la maglia del Catania, divertendosi per strada. Penso ai momenti in cui ero piccolo e spensierato. Ed è bello perchè il calcio è prima di tutto divertimento. Mi estraneo dal mondo giocando a calcio. Ho aperto la porta del settore giovanile, poi quella della Prima Squadra. Faccio un augurio a tutti i bambini che percorrono questa strada. Un augurio per tutti i miei fratelli catanesi, che crescano come me”.

“Nel calcio come nella vita ci sono sempre degli ostacoli da superare. I più importanti che ho superato? Dare una mano alla mia famiglia, soprattutto la mamma che ad un certo punto non ha avuto la figura maschile di riferimento. Io, crescendo, sapevo di dovere dare qualcosa di più di un ragazzo di 21 anni. Non mi viene difficile sinceramente perchè mia madre dà sempre il 100% tutti i giorni, a 360 gradi. E’ importante per me farla sentire importante”.

“Il valore della famiglia viene sempre al primo posto, poi tutto il resto. Credo molto anche nell’amicizia, assolutamente. Da un anno e mezzo condivido soprattutto l’amicizia con Miguel Martinez che non attraversa un momento esaltante, anche perchè non giocare per tanto tempo non è facile. Mi sono intravisto per certi versi in lui, condividendo alcuni aspetti tristi della vita anche con le famiglie. Ho sempre avvertito il bisogno di aiutarlo, di strappargli un sorriso, di fargli sentire la vicinanza di un fratello. Il calcio regala anche queste emozioni (si commuove, ndr)”.

***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***