ESCLUSIVA – Miceli: “Lucarelli ha sempre amato il calcio, Vanigli grande uomo e professionista. Cosenza mia mamma calcistica. Per il primo posto tifo Catania”

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Salvatore Miceli

E’ intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com, in esclusiva, l’ex centrocampista di Catania e Cosenza Salvatore Miceli. Attenzione rivolta al prossimo impegno stagionale delle due squadre allo Stadio “Angelo Massimino” con considerazioni varie ed interessanti anche su alcune figure di rilievo di entrambe le compagini.

Salvatore, hai indossato sia la casacca del Catania che quella del Cosenza. A quale squadra sei più legato?
“Io devo tutto al Cosenza, la mia mamma calcistica. Sono stato allevato da loro, se sono diventato calciatore è grazie al Cosenza che ha creduto in me. Lì ho fatto Giovanissimi, Allievi e Prima Squadra. Poi quel che è venuto dopo in carriera, tanto di guadagnato. Io ho vissuto poco tempo in casacca rossoazzurra ma cercando sempre di dare il massimo, sudando la maglia nella maniera più onesta e leale. Ovviamente, da buon tifoso cosentino, devo sperare che i rossoblu escano indenni da Catania. Sono due squadre forti. Sarà una gara più determinante per il Catania, ma se il Cosenza uscisse indenne dal ‘Massimino’ darebbe un segnale di forza per il futuro. Che vinca il migliore. Ovviamente, se da un lato faccio il tifo per il Cosenza, dall’altro occorre specificare che tiferei Catania nella corsa al primo posto. Mi auguro che il Catania possa superare il Lecce in classifica. Ce l’ha la squadra per andare in B”. 

Con Braglia in sella, il Cosenza ha cambiato marcia. Inoltre la società è stata particolarmente attiva sul mercato di gennaio. Come vedi lo scenario in casa rossoblu?
“Braglia è un valore aggiunto, un vanto. Uno dei migliori tecnici della categoria. Lo dimostra il fatto che il Cosenza non perde da 9 turni. Braglia è un allenatore che dà continuità, dotato di grande personalità. Sta ottenendo risultati importanti rispetto al girone d’andata. Ha dato nuovi stimoli al gruppo. La squadra è stata rinforzata a gennaio ma è normale che i neo acquisti necessitino di tempo per calarsi nella realtà. Conosco bene, inoltre, il D.S. Trinchera con cui ho giocato gli ultimi mesi della mia carriera e con il quale ho condiviso momenti bellissimi perchè è una grande persona di calcio, professionista e competente per la categoria. Trinchera, come Braglia, è una persona a modo. Un ragazzo vecchio stampo, educato”. 

Quali saranno le principali insidie per il Catania domenica?
“Il Cosenza è squadra difficile da affrontare che esprime il carattere dell’allenatore, organizzazione, temperamento. I rossoblu non mollano mai fino alla fine. Credo che qualitativamente, oggi, il Cosenza sia allo stesso livello di Catania e Lecce. Il mercato di gennaio ha determinato uno scenario diverso. Poi a fare la differenza è la grinta, la rabbia giusta. Non basta esclusivamente la tecnica nel calcio. Il Cosenza può centrare i Play Off e giocarsi le sue carte fino in fondo per la promozione in B, mentre il Catania ha la possibilità concreta di vincere il campionato avendo una rosa potenzialmente in grado di farlo”.

Come mai, paradossalmente, il Catania fatica di più in casa secondo te?
“Il Catania scende sempre in campo per vincere, lo dimostra il dato statistico legato ai pochi pareggi ottenuti. Si vede che Lucarelli trasmette sempre una mentalità vincente. In casa trovi spesso avversarie che si chiudono, magari il Catania fatica maggiormente tra le mura amiche per questo. Capisco anche che giocare al ‘Massimino’ non sia semplice. Devi avere personalità, quel qualcosa in più perchè il pubblico di Catania è di altra categoria. Chi fa 10mila spettatori in C? Catania e Cosenza sono piazze a cui la C sta stretta. Non c’entrano nulla con questa categoria. Il Cibali è sempre il Cibali”. 

Che mi dici di Cristiano Lucarelli e Richard Vanigli? 
“Io ho giocato sia con Lucarelli che con Vanigli. Nel primo caso sedeva in panchina Mutti, nel secondo Zaccheroni. Stanno facendo un ottimo lavoro. Cristiano l’ho conosciuto a Cosenza quando venne preso dalla Primavera del Perugia, in cambio di Negri e Gioacchini. Lucarelli segnò tanti gol al primo campionato di B da ragazzino, anche su punizione. Da piccolo era già adulto. Lui è sempre stato un ragazzo di personalità, un grande appassionato di calcio. Da ragazzino aveva un solo hobby, il calcio. Io mi chiedevo come facesse a non pensare ad altro che al calcio a quell’età! Lui ama l’essenza del calcio. E’ livornese, viene dal popolo. E’ uno con le palle, non si tira indietro e non le manda a dire perchè è una persona sincera e leale. Anche Richard lo è. Educatissimo, silenzioso, un gran lavoratore. Ho un ottimo ricordo di lui sia professionalmente che umanamente. Hanno giocato insieme a Livorno. Conticchio è un altro ex calciatore che fa parte dello staff tecnico rossoazzurro. Non è un caso perchè ognuno di loro cura il proprio reparto di competenza: difesa, centrocampo ed attacco. Tutti dovrebbero avere uno staff del genere, a mio avviso”.

Questo Lecce non si ferma mai, campionato già chiuso? 
“Mai direi mai. Sicuramente il Lecce sta facendo un grande campionato ma non può vincere sempre. Il Catania non ha approfittato dei passi falsi dei salentini finora, questo al momento fa la differenza. La squadra di Lucarelli dovrà esclusivamente fare corsa su se stessa da qui alla fine del campionato, sfruttando i momenti di sbandamento dei salentini”. 

Calcio italiano in difficoltà, ne risente anche la qualità. Sei d’accordo?
“Il nostro calcio vive un momento di confusione totale. A mio avviso, al vertice vedremo Damiano Tommasi perchè la ritengo persona capace di fare rispettare le regole, trasmette valori. Il calcio italiano ha bisogno proprio di valori. La qualità, invece, c’è ancora secondo me. In C difficilmente si gioca uscendo palla al piede nelle situazioni di difficoltà. In A, invece, questo succede sia alla Juventus che al Benevento. Te ne accorgi dalle posizioni in campo, dai movimenti, dallo stile di gioco. Anche il Catania esprimeva un bel calcio nella massima categoria, ricordo. Chissà, magari presto la squadra dell’Elefante tornerà in alto. Ripeto, il Catania non c’entra nulla con la Serie C”.

Si ringrazia Salvatore Miceli per la gentile concessione dell’intervista. 

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